In Germania, i dati raccolti dall’applicazione diventano la prova chiave per risolvere un caso di stupro e omicidio
Tra fotocamere, riconoscimento facciale e fitness tracker, nel prossimo futuro le prove digitali diventeranno degli elementi sempre più importanti per le indagini delle forze dell’ordine. Sta già accadendo in Germania, dove il testimone più importante (e inaspettato) dell’omicidio di una giovane di 19 anni potrebbe essere proprio l’iPhone del suo presunto assassino.
O meglio, un’app. Stiamo parlando della storia di Hussein K., rifugiato afgano accusato di avere violentato e ucciso una studentessa, ed essersi poi sbarazzato del suo cadavere.
Come ricostruire i movimenti dell’uomo
L’uomo si è rifiutato di fornire il codice di sblocco del suo iPhone tanto che, per ottenere accesso al dispositivo, gli investigatori si sarebbero rivolti a un’azienda di Monaco di Baviera. E ora potrebbero incastrare l’uomo grazie ai dati raccolti dall’app Salute del suo smartphone.
Le immagini delle telecamere di sorveglianza infatti, hanno permesso di identificare il sospettato, ma non di risalire all’esatto svolgimento dei fatti.
Ecco allora che, sfruttando i dati di movimento raccolti dall’applicazione, gli investigatori sono riusciti così a ricostruire abbastanza fedelmente gli spostamenti del presunto colpevole. Inoltre, hanno iniziato ad analizzare anche i dati dell’intensa attività fisica registrata in concomitanza con la presunta aggressione.
I dati di un’intensa attività fisica
Dall’analisi forense dello smartphone si è potuto risalire dunque anche a uno sforzo fisico importante, proprio in concomitanza con la presunta aggressione. Secondo gli inquirenti infatti, l’attività registrata – sebbene identificata dall’applicazione come “salire le scale” – risulterebbe compatibile con l’occultamento del cadavere.
La polizia di Friburgo avrebbe mandato un investigatore sulla scena del delitto per replicare i movimenti dell’assassino. Ovvero, trascinare la vittima lungo la scarpata, abbandonare il cadavere nel fiume e arrampicarsi per tornare indietro. Come prevedibile, durante il test, l’app Salute ha registrato dettagli analoghi a quelli recuperati sul dispositivo dell’imputato.
Certo, lo sblocco del device senza il consenso del proprietario potrebbe rappresentare un problema per la privacy. Ad oggi, le interpretazioni variano da un Paese all’altro in base alle normative vigenti. In realtà, Apple non raccoglie nessuna informazione sui suoi server, ma i salvataggi dell’applicazione vengono conservati unicamente sul device, quando possibile. L’unico ostacolo giuridico dunque, può essere rappresentato solo dalla valutazione che i magistrati tedeschi daranno di questo nuovo tipo di prove. Che in ogni caso, col tempo, non potranno che acquistare una rilevanza sempre maggiore.