“Oltre alla capacità di classificare oggetti attraverso le immagini satellitari gli algoritmi – ci ha spiegato Vincenzo Vecchio – sono in grado di fare quello che va sotto il nome di “change detection” ossia capire le variazioni avvenute in una determinata area in un arco di tempo anche di alcuni anni”
Vincenzo Vecchio, 44 anni, ingegnere informatico napoletano, non proprio un novellino del mondo delle startup. Ha infatti al suo attivo diverse esperienze professionali italiane e statunitensi nelle tecnologie dell’ICT. Attualmente lavora come Business Innovation Manager in un’altra startup innovativa che si chiama “Latitudo40”, in omaggio alla latitudine di Napoli, specializzata in analisi di immagini satellitari. Vecchio non ha perso l’entusiasmo della prima startup fondata “Remocean” e dunque come valuta il passaggio da una start up all’altra? “Vado molto fiero dei fallimenti – sottolinea Vecchio – perché hanno contribuito sempre ad arricchire il bagaglio professionale. Una cosa abbiamo imparato. Io e gli altri soci abbiamo approcciato la startup in modo un po’ diverso. Nella startup precedente, eravamo partiti subito con la ricerca di fondi, ci eravamo anche riusciti ed è stato un discreto successo. In questa nuova abbiamo investito soldi nostri per arrivare ad un prodotto più solido. Il che ci permette di andare direttamente sul mercato”.
E’ co-founder insieme al suo vecchio socio Mauro Manente, 44 anni, ingegnere informatico e di Donato Amitrano, 34 anni, PhD in Ingegneria informatica alla Federico II, nel ruolo di CEO. Inoltre, una quota del 20% è detenuta dall’azienda Penta Technology srl. La startup in poco più di due anni ha già 10 collaboratori tra i 19-32 anni, tra cui ingegneri informatici, sviluppatori, grafici. Hanno trasformato lo stage di Paolo De Piano, 30 anni, che proviene da Digita dell’Apple Academy del polo universitario di San Giovanni a Teduccio, in un contratto a tempo pieno, oggi è business development. Chiudono l’anno 2019 con un fatturato di oltre 300mila euro.
La tecnologia e la piattaforma
“Noi prendiamo tutte le immagini satellitari dai provider – spiega Vecchio – a queste immagini applichiamo algoritmi sia nostri che di altri. L’unione di più competenze scientifiche e professionali favorisce molto “Latitudo40” sia per il vantaggio tecnologico che per l’approccio al mercato”. Ma in particolare dove si applica questa tecnologia? “Ci sono diversi scenari applicativi, ovvero abbiamo la possibilità di identificare, contare e classificare oggetti presenti su una determinata area urbana, ad esempio quante auto sostano in un parcheggio, il numero di edifici in un’area, o i kilometri quadrati di verde presenti in un territorio urbano ed extraurbano, le ostruzioni a linee elettriche.”
Funziona come un sistema informativo territoriale?: “Direi che Latitudo40 è molto di più: oltre alla capacità di classificare oggetti attraverso le immagini satellitari (edifici, piscine, auto, vegetazione) gli algoritmi – spiega Vecchio – sono in grado di fare quello che va sotto il nome di “change detection” ossia capire le variazioni avvenute in una determinata area in un arco di tempo anche di alcuni anni. In questo modo si può conoscere la trasformazione e l’evoluzione di una determinata area urbana, come migliora o peggiora un terreno agricolo, come varia la percentuale di vegetazione o addirittura identificare abusi edilizi. Con le immagini è possibile dunque fare uno storico di ciò che è avvenuto nel frattempo: dal decremento, e qualche volta anche incremento, delle aree verdi è possibile capire l’evoluzione di un’area urbana molto spesso a favore di costruzioni abitative, anche abusive”.
L’innovazione di Latitudo40 sta nell’aver sviluppato una piattaforma sofisticata. Di cosa si tratta? “Sulla piattaforma – spiega Vincenzo – si seleziona un’area di interesse, ad esempio un rettangolo su una mappa, si sceglie un determinato intervallo di tempo ed il tipo di servizio richiesto, come ad esempio analizzare le aree verdi o il loro rapporto con la densità di edifici all’interno di un’area urbana: il risultato viene visualizzato su un pannello di controllo di facile utulizzo. Avremo così informazioni in modalità semplice. Alle immagini satellitari provenienti dai vari provider, sia da quelle gratuite Copernicus che da quelle private più costose, applichiamo quelli che abbiamo bricks, ossia blocchi di algoritmi specifici. Il brick degli edifici sarà dunque in grado di analizzare e quantificare gli edifici in un’area urbana mentre quello dedicato alle infrastrutture ci visualizzerà il sistema di linee elettriche, come è stato per il caso Terna. La combinazione dei bricks dà vita a soluzioni specifiche a soluzioni specifiche dedicate a settori di mercato diversi.
Le diverse soluzioni al problema
“Ad esempio una municipalità vuole conoscere il tasso di aree verdi e veicoli in un’area, si compongono e si combinano i due blocchi e si ha la dimensione del problema..” Chi sono i vostri committenti? “Enti pubblici, municipalità, aziende Agritech interessate a conoscere l’andamento di un determinato campo agricolo. Non solo la tipologia di quel terreno, ma anche il rendimento passato e futuro. Le immagini satellitari oltre a risalire a quelle storiche di 10 anni fa hanno la capacità dunque predire anche l’annata successiva. Un altro caso specifico è quello di Terna che è interessata a capire le ostruzioni sulle loro linee, dagli alberi cresciuti troppo alle costruzioni abusive che incidono. Capire anche se ci sono interruzioni sulle linee, se ad esempio ci sono dei cavi che hanno subito danni o si sono spezzati. Con Terna vogliamo anche, incrociando i dati, poter verificare la temperatura dei cavi, in altre parole ci possono essere dei cavi surriscaldati” Vuoi raccontarci un altro progetto interessante? “Un’azienda italiana, la 3Bee, ci ha chiesto aiuto per individuare le zone migliori per mettere gli alveari sulla base dell’analisi del terreno, il tipo di fioritura, l’andamento delle fioriture nel tempo”.
Il progetto con ESA e l’esperienza a Huston
“Un altro caso di business retail riguarda la possibilità di contare le auto in un parcheggio urbano. Infatti, stiamo collaborando con un centro commerciale per correlare i dati di fatturato con il numero di auto in un determinato giorno ed in diversi periodi dell’anno, per meglio definire le strategie di mercato”. Insomma, state avendo riscontri interessanti?: “Riscontri positivi. Siamo stati a Brema, in Germania, in occasione della Space Tech Expo, dove siamo stati selezionati tra un centinaio di start europee per presentare la nostra idea in questa grande Fiera dedicata allo spazio. Abbiamo vinto e partecipato ad un progetto con ESA, abbiamo vinto una competion con e-geos che ci ha portato a Houston nell’ambito di “SpaceCom” 2019″.
Quali i prossimi passi?
”Dare impulso alla piattaforma magari integrando altre risorse in tempi più rapidi che si occupano di graphic design, sviluppo web e intelligenza artificiale. Siccome il dato è piuttosto complesso la nostra idea è quella di rappresentarlo graficamente al meglio per renderlo facilmente leggibile. Insomma la nostra piattaforma – conclude Vincenzo – deve essere accessibile a tutti, in modo che il tecnico comunale, o chi per lui, possa fare le sue ricerche in modo più semplice”.