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Tempi duri per Libra. Ancora prima di essere ufficialmente varata la criptovaluta di Facebook, in realtà più una “stable coin” nei progetti dell’associazione fondatrice, vede cadere qualche importante pezzo dell’alleanza che ne è alla base. Si è infatti ritirata PayPal, la piattaforma di pagamenti digitali, e pare che anche Visa e Mastercard, i due colossi delle carte di credito e debito, stiano ragionando sulla mossa, almeno secondo le indiscrezioni riportate dal Wall Street Journal.

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I 28 soci dell’associazione ginevrina

Dei 28 “soci” che compongono l’associazione con sede a Ginevra, dunque, ne escono o starebbero per uscirne alcuni di assoluto rilievo. Anche se qualcun altro potrebbe aderire all’ambizioso progetto di una moneta digitale mondiale accompagnata da una serie di “wallet” e servizi accessibili anche e soprattutto a chi non abbia accesso ai tradizionali canali finanziari e bancari. Il prossimo 14 ottobre è infatti un programma un nuovo vertice del promotori della Libra Association con conseguente nomina del consiglio di amministrazione dell’associazione.

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Facebook è solo un componente del gruppo ma certo il più importante: porterebbe in dote la sterminata platea da oltre 2,5 miliardi di utenti da cui prendere le mosse. E non è un caso che sia immediatamente finita sotto i riflettori delle principali autorità di regolamentazione internazionale. Proprio una ventina di giorni fa una serie di emissari è stata messa sotto torchio durante un incontro con i funzionari di alcune banche centrali europee. E nel frattempo i vertici di quegli stessi istituti, per esempio il ministro dell’Economia transalpino Bruno Le Maire, si sono scagliati contro il progetto di Mark Zuckerberg e soci: secondo il responsabile francese Libra dovrebbe essere esclusa dai mercati europei perché potrebbe mettere a repentaglio la “sovranità monetaria” dei governi. E pure David Marcus, a capo del progetto per conto di Menlo Park, è stato ascoltato dal Congresso Usa. Proprio mentre il Tesoro Usa contattava ufficialmente Visa, Mastercard, la stessa PayPal e Stripe per chiedere chiarimenti su diversi aspetti a partire dalle normative antiriciclaggio. Come potrebbe garantirle Libra?

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L’affondo di Tim Cook

Nel gruppone dei fondatori non ci sono dunque al momento grandi sigle bancarie internazionali ma, appunto, solo i due colossi delle carte di credito e piattaforme di servizi, evidentemente le più interessate a sfruttare una nuova valuta liquida ma che seppur decentralizzata rimarrebbe agganciata a una serie di asset reali, quindi in teoria molto meno volatile di Bitcoin e cugini di blockchain. Nel frattempo anche Tim Cook, ad di Apple, è intervenuto sul punto criticando sonoramente la moneta digitale: “Penso davvero che una valuta dovrebbe rimanere nelle mani degli Stati – ha spiegato al quotidiano francese Les Echosnon mi rassicura l’idea che un gruppo privato progetti una valuta concorrente: una società privata non dovrebbe cercare di conquistare potere in questo modo”. Tuttavia, negli ultimi audio trafugati da un incontro di Zuckerberg con i dipendenti e riportati da The Verge, il Ceo del social sembrerebbe fiducioso sul decollo della sua nuova creatura.