Oltre 8,7 miliardi di colli voleranno grazie a un sistema di tracciamento completamente automatizzato che non perderà mai di vista il bagaglio. I dati di Sita, la supercooperativa tech delle compagnie aeree
Il miglior servizio di handling aeroportuale? Nessun dubbio: l’intelligenza artificiale. Secondo i dati appena diffusi da Sita, la supercooperativa internazionale che sviluppa tecnologie per decine di compagnie e aeroporti, nel 2036 oltre 8,7 miliardi di bagagli voleranno grazie alle soluzioni di intelligenza artificiale. Nel 2017 sono stati 4,5 miliardi per 4 miliardi di passeggeri. Una crescita importante, dunque, che i vettori e le società aeroportuali gestiranno con il supporto della tecnologia – in particolare l’intelligenza artificiale – che permetterà di ridurre sempre di più le irregolarità nella gestione dei bagagli, già al minimo.
Quanti sono i bagagli disguidati
Nel 2016, ultimo anno per il quale sono disponibili statistiche, sono stati riconsegnati in ritardo, danneggiati, smarriti o rubati solo 5,73 bagagli ogni mille viaggiatori. Il dato migliora del 12,2% il risultato record del 2015, quando i bagagli “disguidati” furono 6,5 ogni mille passeggeri. Ed è ancora più significativo se si considera che nel 2016 hanno volato 3,77 miliardi di passeggeri. I dati elaborati da Sita WorldTracer mostrano che nel 2016 il numero totale di bagagli disguidati è sceso a 21,6 milioni, con un decremento del 7,2% rispetto al 2015, quando i bagagli che avevano registrato irregolarità erano stati 23,3 milioni.
Quanto costano i bagagli disguidati: 2,1 miliardi di dollari
Dal report Intelligent Tracking: A Baggage Management Revolution si capisce d’altronde come, grazie alla tecnologia e ai miglioramenti dei processi, il trasporto aereo negli ultimi dieci anni sia riuscito a dimezzare i costi derivanti dalle irregolarità nella gestione dei bagagli, che da 4,22 miliardi di dollari sono scesi a 2,1 miliardi. Sempre un bel conto, certo, ma in crollo verticale in un lasso di tempo piuttosto ristretto. Un risultato che il settore mira a migliorare ulteriormente in breve tempo, per adeguarsi a quanto previsto dalla Risoluzione 753 della Iata, l’associazione internazionale delle compagnie aeree, che impone alle aerolinee aderenti entro giugno 2018 di tracciare i bagagli in ogni fase del viaggio e di condividere i dati di tracciatura con tutti gli operatori coinvolti. L’obiettivo è più o meno l’estinzione del bagaglio disguidato, come si dice in gergo.
La situazione
Secondo quanto rilevato da Sita, il 47% delle aerolinee in fondo è già in grado di tracciare i bagagli per un quarto del proprio network mentre entro il prossimo giugno il 27% sarà in grado di estendere il monitoraggio fino a tre quarti della rete. All’obiettivo della risoluzione 753 giungerà pienamente conforme entro i termini stabiliti il 35% delle compagnie aeree e il 56% lo sarà parzialmente.
“L’uso strategico di dati e intelligenza artificiale entro il prossimo decennio rivoluzionerà l’industria del trasporto aereo, e la gestione dei bagagli è una delle aree che potrà trarne più benefici – ha spiegato Sergio Colella, presidente di Sita Europa – in questa partita noi di Sita giochiamo un ruolo unico, grazie al forte focus che abbiamo su questa area e alla collaborazione attiva con l’intero settore per la sua innovazione. I dati sui bagagli generati e raccolti grazie alla Risoluzione 753 saranno la base di strumenti di intelligenza artificiale che miglioreranno l’efficienza delle operazioni di gestione e, di conseguenza, l’esperienza di viaggio dei passeggeri. Nel 2017 l’86% dei vettori ha implementato o pianificato iniziative per consentire allo staff il monitoraggio in tempo reale dei bagagli; l’84% per offrire questa opzione ai viaggiatori”.
Gli obiettivi
Entro la fine del 2018 il 65% delle compagnie aeree svilupperà dunque nuove soluzioni per la tracciatura, il 61% implementerà la raccolta di dati grazie ai sistemi di gestione bagagli esistenti e il 51% richiederà agli aeroporti di sviluppare nuove capacità di tracciatura. Perché ovviamente una parte fondamentale della “filiera del bagaglio”, per chiamarla così, passa ovviamente dagli scali e dai loro colli di bottiglia, come spesso vediamo anche in Italia in piena estate.
La tecnologia potrà dunque ridurre le irregolarità nelle fasi più critiche. Fra queste la più drammatica è il trasferimento dei bagagli fra voli diversi, cioè in coincidenza, fase in cui nel 2016 si è registrata quasi la metà (47%) delle irregolarità di gestione e che preoccupa l’89% delle compagnie aeree. Secondo momento che necessita di particolare focus sono le procedure d’arrivo, come segnalato dall’82% delle aerolinee.
Macchine intelligenti basate su questo tipo di tecnologie in grado di imparare da sole e dagli stessi dati generati permetteranno la gestione automatica dei bagagli dal momento in cui il passeggero fa check-in fino alla destinazione, senza l’intervento dell’uomo. Come modello per l’applicazione di questa tecnologia ai processi, il trasporto aereo si rifà all’esperienza maturata nel settore della logistica, “apripista nell’applicazione di modelli di business basati sull’intelligenza delle macchine”, come spiegano da Sita.
“La trasformazione digitale relativa ai bagagli è già in corso – ha chiuso Colella – servirà tempo, ma l’intelligenza artificiale sprigionerà il suo potenziale per rendere le operazioni relative ai bagagli maggiormente orientate al servizio. Ciò significa che la consegna dei bagagli diventerà più sicura e consentirà agli aeroporti e alle compagnie aeree di fornire ai passeggeri servizi bagagli su misura” .