Installati su 53 veicoli DHL circolanti a Milano i sensori di monitoraggio di Sense Square. Contribuiranno a fornire dati più precisi disponibili a tutti in tempo reale.
Interessante iniziativa “sociale” di DHL Italia che, insieme a Sense Square, si preoccupa di monitorare la qualità dell’aria nelle città. A Milano è stata lanciata l’iniziativa Breath Clean con l’obiettivo di acquisire dati sulle concentrazioni inquinanti nell’aria, in particolare di PM 1, PM 2.5, PM 10, NO2, VOC. L’appliance realizzata da Sense Square è stata installata a bordo di 53 veicoli DHL ed è in grado di eseguire una rilevazione ogni tre minuti. La grande quantità di dati sarà poi elaborata per poi visualizzare in una mappa dinamica la situazione dell’aria nella città.
Un progetto replicabile
La mappa, e i dati sulla qualità dell’aria, saranno accessibili a tutti appena si concluderà la fase di test attualmente in corso. Il progetto è ufficialmente supportato dal Comune di Milano e potrebbe essere replicato presto in altre città. Attualmente il Comune di Milano rende pubblico il bollettino sulla qualità dell’aria attraverso l’Agenzia Mobilità Ambiente e Territorio che raccoglie e sintetizza i dati di 8 stazioni distribuite nella città. Se il bollettino giornaliero è facilmente consultabile, non si può dire altrettanto per il report consuntivo annuale. L’ultima versione disponibile sul sito dell’AMAT, infatti, risale alle rilevazioni del 2012. Sul sito è anche disponibile una pubblicazione relativa alle emissioni atmosferiche relative ai primi sei mesi del 2013.
Sul sito dell’Arpa, l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente, i dati sono più aggiornati e si trovano diversi documenti. È possibile filtrarli per Comune, dato che le informazioni riguardano tutta la Lombardia, e visionare tutti i valori in tempo reale relativamente alle 5 stazioni fisse presenti sul territorio di Milano.
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Ma esistono anche altre rilevazioni indipendenti: recentemente è stato presentato il secondo rapporto MobilitAria 2019 che ha analizzato i dati relativi al 2018 di 14 città italiane tra cui Milano per quanto riguarda biossido d’azoto (NO2) e particolato (PM 10 e PM 2.5). Per quanto riguarda il PM 10, Milano ha superato la soglia 79 giorni nell’anno, posizionandosi seconda dietro Torino (89 giorni). Gli fa eco il rapporto Mal’aria 2019 di Legambiente che parla di 135 giorni di superamento della soglia di inquinamento per Milano che, comunque si posiziona al sesto posto nella triste classifica.
Infine, da segnalare anche l’iniziativa di Cittadini per l’Aria, una community aperta a tutti i cittadini che intendono contribuire, con azioni e rilevazioni, al miglioramento della qualità dell’aria urbana.
La qualità dell’aria non è la stessa per tutti
La molteplicità di rilevazioni e dei conseguenti risultati concorre a creare molta confusione sui dati. È evidente che i valori raccolti potranno dimostrarsi assoluti solo quando sarà fatta chiarezza sulle metodologie di rilevamento, evidenziandone i limiti di ciascuna. È altrettanto evidente che il numero di centraline e la loro mobilità è un fattore determinante per il raggiungimento di un dato oggettivo.
Per questo risulta certamente interessante il progetto Breath Clean, proprio perché le centraline sono installate su mezzi in movimento. In questo modo è possibile raccogliere dati più eterogenei e meno influenzati dall’ambiente circostante. “Lievi cambiamenti nelle abitudini quotidiane possono far ridurre fino al 40% l’assorbimento di inquinanti – afferma Daniele Sofia, amministratore di Sense Square -, inoltre informazioni imprecise sugli inquinanti nell’aria causano inutili blocchi del traffico, delocalizzazioni produttive scorrette e piani di sviluppo urbani non ponderati”.