Intesa San Paolo punta sulla ricerca scientifica. Con un finanziamento convertibile a ReviewerCredits, attraverso Intesa Sanpaolo Innovation Center e la Filiale Retail Monza, scommette sul sistema di controllo delle pubblicazioni. E il riconoscimento per gli scienziati che si impegnano di più è uno sprone a fare meglio
La ricerca scientifica non è fatta solo di scoperte. Consiste anche del controllo delle affermazioni altrui nelle pubblicazioni scientifiche. È una verifica interna al sistema che porta riviste importanti a coinvolgere esperti nei diversi settori. Sono chiamati a giudicare, vagliare, verificare i dati e i metodi altrui. Si tratta del processo noto come peer review, che in genere entra in azione prima della pubblicazione di un articolo accademico.
In tale meccanismo si colloca ReviewerCredits, una startup innovativa spin-off dell’Università Milano-Bicocca. Fondata dai professori Giacomo Bellani e Robert Fruscio nel 2017, nasce con l’obiettivo di creare una piattaforma digitale totalmente dedicata alla valorizzazione della peer review.
Come funziona il meccanismo di peer review?
È un mestiere antico quello del revisore. Si pensa che la prima revisione passata alla storia sia quella contro Benjamin Wilson. Era il 1756. Da allora a oggi qualcosa è cambiato: ad esempio, sono disponibili software dedicati per fare i controlli. Tuttavia, nella maggior parte dei casi, il processo di pubblicazione degli articoli resta fedele alla tradizione.
L’autore invia il proprio lavoro a una rivista. Prima di procedere alla pubblicazione, il giornale si rivolge a esperti per verificare che quanto affermato dall’autore sia corretto e solido. “E soprattutto” come ha sottolineato Valeria Giulia Mazzon, amministratore delegato e socio di ReviewerCredits, “tutta l’attività di revisione non è ricompensata né certificata. Benché sia un’attività fondamentale. Perché il valore di un articolo dipende anche dal lavoro dei ricercatori che l’hanno letto, valutato e controllato, hanno richiesto integrazioni e spiegazioni o l’hanno respinto”.
La mancanza di riconoscimenti e l’aumento della quantità di articoli pubblicati rende faticoso trovare scienziati disponibili ad accollarsi il ruolo di peer reviewer. Si stima che siano richieste circa 14 milioni di revisioni all’anno.
In che senso innovare la peer review?
Lo scopo di ReviewerCredits è quello di offrire un riconoscimento ai ricercatori che si appoggiano alla piattaforma. In cambio della loro disponibilità a rivedere testi in via di pubblicazione, i ricercatori ricevono crediti virtuali e un indice di certificazione che misura la loro attività. “Per ora il nostro indice misura soprattutto la quantità dei lavori revisionati. Il denaro offerto da Intesa San Paolo ci permetterà di creare anche un indice qualitativo che misuri il livello delle revisioni, che è un concetto nuovo per la peer review”.
I crediti accumulati vengono spesi nello store del sito la cui offerta va da servizi di editing, traduzione e di divulgazione della ricerca alla possibilità di devolvere i crediti in iniziative di beneficenza, come la piantumazione di un albero o la riduzione delle emissioni di CO2. “La peer review è un’attività svolta a servizio della conoscenza e non può essere pagata. Ma vogliamo offrire un riconoscimento e un incentivo ai ricercatori, perché nel loro curriculum non conti solo ciò che pubblicano ma anche quello che sono chiamati a valutare”, ha dichiarato Mazzon.
Al servizio della comunità scientifica internazionale
La piattaforma offre anche un servizio agli editori. Le riviste che si iscrivono a ReviewerCredits alla ricerca di revisori hanno credibilità e trasparenza garantite. Così che diventa più facile per i revisori valutare la qualità dei giornali e per questi ultimi trovare reviewer accreditati.
“Finora hanno aderito alla piattaforma soprattutto pubblicazioni e scienziati europei. Seguono USA, India e Sud America. Manca la Cina che, come l’India, è uno dei paesi emergenti anche in ambito accademico; meno accessibile a causa di un diverso approccio culturale nei confronti della divulgazione scientifica”. Il network di ReviewerCredits conta più di 10 mila revisori e circa 600 riviste scientifiche registrate. Sono state confermate oltre 12 mila revisioni. ReviewerCredits si rivolge dunque a un pubblico internazionale.
“E questo è uno dei motivi per cui Intesa San Paolo ha visto nel progetto la possibilità di aiutare la ricerca in un modo ampio”, ha commentato Mazzon.
Le pubblicazioni ai tempi del Covid-19
La ricerca scientifica va sempre più veloce. Complice la tecnologia, lo sviluppo delle tecniche e la circolazione delle informazioni. E sta dimostrando le sue capacità produttive ai tempi del Covid-19. Gli scienziati sono impegnati nella ricerca di sistemi diagnostici, cure e meccanismi con cui agisce la malattia.
Gli articoli scientifici sul Covid-19 passano da 245 nel 2019 a 7026 nel 2020. La pandemia Covid-19 ha riportato alla luce l’importanza di un’attenta valutazione dei dati scientifici prima che essi possano essere pubblicati su riviste accreditate e indicizzate. Quando la peer review è scadente o affrettata accade che vengano pubblicati articoli imprecisi anche su riviste blasonate. Oggi, si contano 33 articoli relativi al Covid-19 ritirati dopo la pubblicazione. È un fenomeno che si inserisce in un trend che ha visto aumentare di 10 volte gli articoli ritirati negli ultimi 10 anni.
“L’Innovation Center di Intesa San Paolo ha deciso di abbracciare la nostra proposta perché crede nel valore e nel potere della ricerca” ha detto Mazzon. “Il fatto che uno dei maggiori player del sistema bancario europeo abbia deciso di supportare lo sviluppo di ReviewerCredits è per noi motivo di orgoglio e un’opportunità di crescita. Il team di ReviewerCredits, formato da figure con competenze specifiche e varie, ha raccolto con entusiasmo tale opportunità per posizionare il nostro concept innovativo nel mondo”.