La marina militare americana ha deciso di finanziare SAFFiR, il primo pompiere robotico. Una macchina che presto si muoverà in spazi angusti, assistito da un drone, per spegnere principi d’incendi sulle grandi navi.
È alto un metro e ottanta e non è certo un peso piuma, visto che l’ago della bilancia per lui segna 140 chili. Il “lui” in questione è SAFFiR ed è un robot umanoide. Di professione fa il pompiere e, a dispetto della sua mole, sa muoversi agilmente anche in spazi angusti. In grado di comprendere ordini vocali, è stato realizzato proprio per sostituire i suoi omologhi umani nelle situazioni più estreme.
SAFFiR sta per Shipboard Autonomous FireFighting Robot e infatti è il primo robot-pompiere specializzato nell’affrontare gli incendi che possono divampare sulle navi. Sviluppato dai ricercatori della Virginia Tech e finanziato proprio dalla United States Navy (la marina militare degli Stati Uniti), è capace di prestare soccorso e combattere un incendio a distanza ravvicinata molto più efficacemente di quanto potrebbe fare un essere umano. Come mostra la stessa U.S. Navy in questo video di presentazione.
Un robot arruolato nella U.S. Navy
«SAFFiR è stato progettato per muoversi autonomamente sulla nave – si legge sul sito della Marina Usa – memorizzarne gli spazi, interagire con le persone di pattuglia e gestire molte delle pericolose attività antincendio che vengono normalmente eseguite dagli esseri umani».
Dovendo muoversi in ambienti devastati dal fuoco e in condizioni estreme di temperatura e visibilità, il robot è equipaggiato con una camera a infrarossi e una a ultravioletti, per individuare i superstiti nascosti dal fumo.
Inoltre, è dotato di rilevatori di gas e sensori per identificare eventuali sorgenti anomale di calore.
Discorso a parte merita il lavoro fatto dal team di sviluppo sugli arti del robot. Infatti SAFFiR mostra una grande abilità nel maneggiare oggetti come idranti e, in casi estremi, estintori. Gli arti inferiori invece, sono stati progettati per renderlo stabile in ogni situazione. Pur avendo ancora qualche problema con le scale, il robot umanoide made in U.S.A. è infatti in grado di bilanciare dinamicamente il proprio peso e rimanere in equilibrio in ogni condizione di mare.
Test superati, SAFFiR è pronto all’azione
La conferma di queste sue qualità si è avuta durante una serie di test effettuati a bordo di alcune navi, sulle quali sono stati simulati degli incendi. Le prove hanno dimostrato appunto che il robot pompiere è in grado di localizzare il fuoco, afferrare agevolmente una pompa antincendio e indirizzarla verso le fiamme. Per muoversi all’interno della nave e raggiungere l’incendio poi, si serve di un “collega” super addestrato: un ipertecnologico drone che lo precede per esplorare l’ambiente e individuare possibili ostacoli.
Negli ultimi tempi siamo stati abituati a vedere molto spesso purtroppo, l’immagine dei firefighters in azione, a causa di calamità naturali o disastri causati dall’imperizia umana. In futuro, grazie a questa “strana coppia”, anche questi angeli custodi in divisa potrebbero correre meno rischi. Almeno quando si tratterà di incendi a bordo delle navi: uno degli eventi più temuti da chi va per mare, perché parliamo di situazioni difficilissime da gestire e, spesso, con un costo molto alto in termini di danni e vite umane.
«La nostra idea è quella di inviare, anziché i pompieri, una macchina che può muoversi senza rischiare la vita, salvare le persone e spegnere il fuoco perché capace di impugnare e usare una pompa antincendio», fanno sapere dagli Stati Uniti.
E così forse potremo avere qualche eroe in meno da commemorare e la possibilità di salvare qualche vita in più.
600mila dollari per migliorare i movimenti di SAFFiR
D’altra parte, una nuova generazione di robot umanoidi è destinata a sostituire l’uomo nelle situazioni più pericolose (lo abbiamo già visto anche con l’italianissimo Walk-man) e non solo. È una questione di tempo, ma SAFFiR, Walk-man e i loro fratelli sono (quasi) pronti per diventare, a tutti gli effetti, nostri “collaboratori” in diversi settori, dalla sanità ai trasporti.
Secondo un report della IDC Manufacturing Insights, pubblicato recentemente dalla rivista Fortune, la spesa in tecnologie robotiche nel mondo è destinata a raddoppiare entro il 2020, fino ad arrivare all’astronomica cifra di 135 miliardi di dollari. «La robotica ha davvero raggiunto il suo momento culminante”, ha dichiarato John Santagate, supply chain presso IDC. «Le capacità continuano ad espandersi, perché aumentano gli investimenti nello sviluppo di robot, che spingono la concorrenza e contribuiscono ad abbattere i costi associati ai robot stessi».
Ora anche il Naval Office Research ha deciso di investire pesantemente su questa tecnologia. Infatti, ha appena assegnato un premio da sfruttare in ricerca per sviluppare un software che permetta all’attuale prototipo di entrare in spazi ancora più angusti – sempre assistito dal collega drone – e andare a spegnere un principio di incendio dentro la sala macchine di una nave. Il finanziamento ammonta a 600mila dollari, da investire appunto nella “Pianificazione del movimento dei robot umanoidi, per svolgere azioni in scenari complessi”.
Il team di sviluppo del Naval Research Laboratory – centro ricerche della marina militare USA – guidato dal professor Dimitry Berenson, dovrà dunque lavorare sodo per migliorare gli algoritmi del robot e risolvere i suoi problemi di deambulazione, così da renderlo ancora più agile. Con tanti saluti alla bilancia.
Antonio Carnevale