OpenWorks Engineering, startup britannica specializzata in difesa e antiterrorismo, ha prodotto un lanciamissili ad aria compressa, in grado di catturare droni in volo, senza arrecare danni. La nuova frontiera della self-security?
Droni? It’s all about regulations.
Il nuovo Regolamento ENAC sui droni prevede norme restrittive, ma più “morbide” rispetto al passato, e tra le novità più importanti c’è l’opportunità di operare all’interno dei CTR (control zone, ossia lo spazio aereo controllato in corrispondenza degli aerodromi), con un’estensione del volume operativo in 150 metri di quota e 500 metri di raggio, la visita medica LAPR per le operazioni con i mezzi sotto i 25 chilogrammi, e l’attestato unico rilasciato dai centri di addestramento. E negli Stati Uniti?
Negli Stati Uniti la Federal Aviation Administration ad inizio 2015 ha emanato la normativa che interessa i migliaia di operatori che a vario titolo utilizzano droni per business. La regolamentazione della FAA, secondo The Washington Post, prevede qualche limitazione: si vola solo nelle ore diurne, sotto i 152 metri di altezza per evitare collisioni, alla velocità massima di 161 chilometri orari, mai sopra soggetti non coinvolti direttamente nelle operazioni in atto, e sempre in un raggio di azione visibile per chi comanda l’apparecchio.
In Europa le leggi sull’utilizzo dei droni ci sono, e vengono applicate con severità: in Gran Bretagna, ad esempio, Scotland Yard ha lanciato l’allarme di una emergenza regolamentare in seguito al boom dei droni dopo la fine del 2014, con cifre che parlano di una crescita, rispetto all’anno precedente, del 25% nel numero di modelli venduti. Oggi, racconta The Guardian, una startup con base a Northumberland (contea del nord-est dell’Inghilterra, ai confini con la Scozia), ha proposto un “lanciamissili” ad aria compressa, che spara proiettili anti-droni.
Ecco SkyWall, la difesa “civile” anti droni
OpenWorks Engineering è una società di sviluppo ingegneristico di prodotti di alta qualità che opera nei settori della difesa e dell’antiterrorismo. Da ormai un anno, la startup lavora ad un “lanciamissili” ad aria compressa, in grado di sparare proiettili che aprendosi rilasciano una rete che cattura droni in movimento aereo, senza danneggiarli. Il prodotto si chiama SkyWall 100, e sembra un’arma da videogioco.
Come funziona
Com’è possibile vedere dal video, il lanciamissili della startup di Northumberland ha un mirino e uno schermo in cui visionare il volo del drone, così da agganciarlo e poterlo colpire con certezza (o quasi) con il proiettile. Il lanciatore ha una massa di 10 chilogrammi, utilizza l’aria compressa e può sparare, quasi in silenzio, i “missili” con una gittata di circa 100 metri, e il ricarico è possibile in soli 8 secondi.
Necessaria una soluzione economica ed efficace a protezione dei propri spazi e della propria privacy, minacciata dai droni
L’utilità
Queste le parole dell’amministratore delegato di OpenWorks Engineering, Chris Down, che ha appena portato a termine un accordo con la polizia olandese, che ha scelto SkyWall per fronteggiare i droni “fuorilegge”. Una soluzione low-tech per nuovi problemi ad alto tasso tecnologico. Pare oggi necessario, in molti Paesi occidentali, soprattutto in ambienti business, dotarsi di strumenti al fine di “proteggere” il proprio know how da minacce esterne. SkyWall non ha un prezzo pubblico: chi è interessato deve contattare la società britannica, che nel frattempo sta investendo molto in sviluppo e ricerca, progettando proiettili sempre più efficaci e che al tempo stesso non arrechino alcun danno ai droni in volo.
Luca Scarcella