Possono le storie calmare le paure e riempire le solitudini? E possono le parole aiutarci a elaborare un’angoscia comune senza precedenti? È quello che si è chiesto Chiara Magrone, 32 anni, pugliese a Bologna, la sera in cui il provvedimento governativo ha improvvisamente dichiarato Zona Protetta tutto il nostro Paese, impedendo gli spostamenti da un territorio all’altro.
Storie al telefono, il progetto su Telegram
“Ero al telefono con alcuni amici che vivono in Puglia e il nostro era un triste commiato reciproco… A un certo punto ci siamo trovati a commentare l’esperienza di maestre elementari che su Whatsapp leggevano storie della buona notte per rasserenare a distanza i loro allievi. Allora abbiamo intuito che un racconto letto a voce alta poteva portare sollievo anche agli adulti. Del resto, gli esseri umani hanno sempre affrontato la paura inventando e raccontando storie, stringendosi intorno al fuoco di un camino o di un falò, seduti davanti a una birra, rimboccando le coperte ai propri figli, per tranquillizzare, per divertire… E poi le storie – l’Odissea in testa – sono sempre state generate per elaborare e diffondere i grandi valori. E dunque ci siamo chiesti: e se in questi tempi difficili usassimo la tecnologia per sentirci vicini e vicine, uniti e coraggiosi? Se utilizzassimo una community per fare “comunità”? Così abbiamo lanciato su Telegram “Storie al telefono”, con cui invitiamo gli operatori della cultura a scegliere un racconto, a registrarne la lettura, quindi a inviarcela. Il mattino dopo avevamo già 150 iscritti. La prima storia l’ho letta ad alta voce e caricata io, tratta da Il libro degli errori di Gianni Rodari”.
Poesie, storie, racconti: 150 file audio da sentire
Oggi, a distanza di pochi giorni da quella notte, su “Storie al telefono” ci sono 150 file audio che ciascuno può scaricare e ascoltare dal proprio cellulare, da Novecento di Alessandro Baricco a La peste di Camus a Il segreto del bosco vecchio di Dino Buzzati, e poi molto Calvino, Woody Allen, Paolo Villaggio, le poesie di Mariangela Gualtieri… Può trattarsi di una poesia, appunto, di un racconto, dello stralcio di un romanzo, così come di una pièce teatrale, letti ad alta voce da attori e attrici, giornalisti, amanti della letteratura, insegnanti di francese e inglese che leggono in lingua originale… “Ho scelto Telegram perché è molto comodo da usare e, per gli amministratori, facile da gestire e da diffondere, oltre che per il fatto che tutela bene la privacy. Carichiamo quattro nuovi audio al giorno. Le voci più dolci sono quelle di un padre e di sua figlia che leggono insieme Dove nascono le nuvole, un libro che racconta di un papà e una bimba, appunto, e dell’amicizia di quest’ultima con una nuvola”, dice Chiara Magrone. “Invece, l’appello più straziante è quello di una ragazza – psicologa – che mi ha scritto in privato per sapere come iscrivere un’amica che fa l’infermiera all’ospedale di Cremona e che la sera non riesce più ad addormentarsi, perché ha il terrore di venire contagiata e allora confidava nell’ascolto delle nostre storie per calmarsi”.
Nella visione di Chiara Magrone e dei colleghi che hanno generato “Storie al telefono”, il gruppo rappresenta anche uno spazio in cui gli operatori della cultura a cui la quarantena ha interrotto collaborazioni e reddito possono fare sentire la nostra voce. “Mentre, attraverso le storie che carichiamo vogliamo aiutare tutti e tutte a trascorrere serenamente il tempo che è necessario passare in casa, desideriamo anche accendere l’attenzione sulle nostre storie personali e sull’importanza del nostro lavoro per la collettività”, aggiunge Chiara, che è laureata al Dams in Cinema e Produzione multimediale e che, prima della quarantena, lavorava come content creator. “Tra noi c’è chi organizza festival ed eventi culturali, chi opera come educatore per i minori in difficoltà, ci sono comunicatori e giornalisti freelance”.
Visto il successo riscosso, “Storie al telefono” è oggi disponibile anche sulla piattaforma di DistribuzionidalBasso e offre la possibilità di effettuare una donazione libera: “I fondi raccolti saranno donati a due Centri Antiviolenza (Bari e Catania) per sostenere le loro attività di supporto psicologico alle donne vittime di violenza domestica, che in questo momento sono letteralmente intrappolate in casa”.