Intervista a Vittorio Costa, uno dei fondatori: “Nelle grandi aziende spesso dove c’è informatica c’è conservazione, non innovazione”
Vivida è una startup laziale lanciata tra la fine del 2011 e l’inizio del 2012 da un team composto anche da ingegneri: Vittorio Costa, Vincenzo Capuano, Andrea Pietrini e Daniele Pagani. Questa realtà, dopo aver partecipato al TIM WCAP, oggi fornisce soluzioni innovative e non intrusive a operatori mobili, fornitori di servizi Wi-Fi e clienti aziendali che aprono nuovi spazi di comunicazione digitale con i loro utenti.
Vivida ha realizzato una piattaforma software gestita in Cloud Computing destinata al Mobile Internet: OverBrowser che offre nuovi spazi di comunicazione ad aziende ed enti di ogni genere verso l’utenza “mobile”, su smartphone, tablet e laptop collegati via 3G, 4G e Wi-Fi. Nello specifico, intercetta la normale navigazione internet e le sovrappone una icona semitrasparente e non intrusiva, tipicamente costituita dal logo dell’azienda o ente. Al click, l’icona viene sostituita dal Pannello OverBrowser, sovrapposto alla pagina visitata, che presenta –dinamicamente- qualunque tipo di contenuto digitale: da link a determinate pagine, a banner pubblicitari, informazioni scorrevoli, foto, video, mappe, nuovi menu con nuove pagine. Abbiamo rivolto alcune domande a Vittorio Costa, Ceo nonché uno dei soci fondatori di Vivida.
L’intervista
Puoi spiegarci in parole semplici di che cosa si occupa la tua startup?
Aziende ed enti in tutto il mondo spendono una fortuna per fornire servizi wi-fi, ma gli utenti dopo la fase di login …sono persi per sempre Vividaweb, o più semplicemenente “vivida”, rende visibile ciò che oggi non lo è, ossia il business e i servizi su reti TLC e Wi-Fi. Come? generando Nuovi Spazi di Comunicazione in sovrapposizione alle pagine Web con ogni dispositivo e browser, senza che gli utenti debbano scaricare software.
Con OverBrowser chi offre servizi Wi-FI resta sempre visibile agli utenti, attraverso one, pannelli, notifiche, banner ed ogni tipo di contenuto e servizio multimediale. Ingaggiare gli utenti, informarli, raccoglierne il feedback, studiarne i comportamenti e monetizzare tutto quanto sia monetizzabile. Con OverBrowser e le altre piattaforme Vivida tutto ciò è finalmente possibile e si può attivare in poche ore, con risultati eccezionali in termini di click through e conversion rate.
Facciamo un passo indietro: raccontaci la storia della tua startup e del tuo team.
Ci occupavamo di mobile browsing già prima dell’avvento degli smartphone; io e Vincenzo Capuano, fondatori di Vivida e inventori dell’OverBrowser, lavoriamo insieme dal 2002 in questo settore, con Openwave, Novarra e infine Nokia. Era l’epoca in cui gli Operatori Telecom e gli sviluppatori di siti Web cercavano di rendere agevole la navigazione Mobile Web sui piccoli schermi allora disponibili. Con l’arrivo degli iPhone 3 e delle reti 3G è esploso il fenomeno della disintermediazione degli operatori mobili: l’interazione con gli utenti è diventata una questione privata degli OTT, visibilità e monetizzazione dei servizi sono diventati una mission impossible per tutti gli altri; per un po’ qualcuno si è illuso che la soluzione fossero le app. Bene, ce ne sono 5 milioni, ma quale è il rapporto tra quelle usate e quelle ignorate o cancellate? quanto costa svilupparle e manutenerle? quanto rendono? Noi abbiamo sempre creduto nel browsing, e i fatti ci hanno dato ragione: resta il migliore luogo per interagire con gli utenti in mobilità. Siamo stati supportati da Manageritalia, dalla Regione Lazio con un grant “europeo”, dal Centro ImpreSapiens della Sapienza e anche dalla struttura Strategy & Innovation di TIM. Grazie a loro e ai nostri nuovi soci, Emiliano Pierdominici, Andrea Pietrini e Antonio Sbardella che hanno apportato preziose competenze, le nostre piattaforme si sono irrobustite, arricchite, diversificate ed hanno reso possibili decine di use case non solo su rete mobile ma anche su Wi-Fi. Il nostro team, composto dai fondatori, gente più innovativa che giovane, si è poi arricchito di collaboratori di eccellenza, innovativi e… beati loro: anche giovani! Lavoriamo in modalità “iper-smart-working”, nel senso che il nostro ufficio è il Web, la nostra sala riunioni è virtuale; solo occasionalmente ci sediamo insieme ad uno stesso tavolo. Vita quotidiana sono videocall tra persone situate a Roma, Rio, Barcellona, Doha e… nei Castelli Romani, dove abbiamo il nostro “TivoliLab”, il vero cuore pulsante della nostra Ricerca. La nostra focalizzazione (mai ceduto di una virgola sul nostro mantra: “make your business visible”) e la nostra tecnologia (algoritmi brevettati e fenomenali per scatenare ovunque, ora anche sulle app, i nostri nuovi spazi di comunicazione) ci hanno portato ad essere protagonisti nei posti più svariati, da Macao a Luanda, dal cuore del Grande Raccondo Anulare a Fiumicino, a Londra, Atlanta e all’America Latina con soluzioni prima prototipali ma ora in general availability, pronte al lancio massivo. Abbiamo vinto anche alcune gare, anzi ora che ci penso non ne abbiamo mai persa una, con importanti clienti: per ora è top secret, ma alcune di queste gare dovrebbero finalmente trasformarsi in deployment massivi sul campo e portarci entro l’anno ad attivare servizi a milioni di utenti. Incrociamo le dita, ma… sarebbe ora: noi siamo pronti per il salto di qualità. Già ora, beninteso, serviamo molte decine di migliaia di utenti, ma è giunto il momento per il gioco serio.
Come ti vedi da qui a cinque anni?
Mi vedo coinvolto con Vivida in un ecosistema globale, in cui i nostri digital touchpoint saranno diventati così diffusi e polivalenti da autoalimentarsi; le premesse già ci sono e il concetto di OverApp™ Store, mutuato sugli app store ma basato su OverBrowser e sulle altre nostre piattaforme, vedrà centinaia di partner, in tutto il mondo, intenti a realizzare autonomamente nuovi progetti e use case -oggi neanche ipotizzabili quanto a contenuti e servizi – e pubblicarli nel nostro OverApp Store e a renderli disponibili ad altri clienti, partner e sviluppatori. Noi ci limiteremo a fornire piattaforme ancora più ricche di funzionalità, linee guida, training e supporto e a “certificare” le soluzioni, dirigendo il traffico delle royalty, delle licenze e delle idee più creative, in crescita esponenziale.
Quali vantaggi e opportunità ti ha dato la partnership con il gruppo TIM?
La divisione Strategy & Innovation di TIM (con l’apporto anche di tante altre funzioni aziendali sia in Italia che in Brasile) innanzi tutto ci ha “scoperto” tra le prime, con la sua attività di scouting tecnologico e l’avvio di alcuni progetti per l’epoca visionari. Un esempio per tutti l’uso di OverBrowser già durante i mondiali di sci nordico in ValdiFiemme nel 2013, in collaborazione con RaiSport e le sue riprese ad alta definizione visibili sul pannello OverBrowser: un grande banco di prova ed un grande successo almeno per gli addetti ai lavori e i giornalisti che seguirono l’evento. Il vero valore aggiunto è stato però il contributo diretto di TIM nello sviluppo, nell’influenza e nelle priorità della nostra roadmap. Grazie a TIM, ed ultimamente a #WCAP, non abbiamo solo sviluppato e validato idee o prototipi, ma abbiamo “costruito” prodotti e piattaforme che possono essere lanciati immediatamente sul mercato. Cito l’ultimo nato: il SafeBrowsing, in collaborazione anche con CISCO: fornire navigazione Web protetta da virus e malware e in grado di interagire con gli utenti mobili (TlC e WI-FI) attraverso i pannelli e la UX di OverBrowser. Insomma è stato un approccio win-win: TIM ed il suo ecosistema di partner (CISCO, Ericsson, Wiman e vari altri) “usa” la startup Vivida come centro di sviluppo di piattaforme innovative che vengono rese disponibili sul mercato. TIM fa innovazione e la porta sul mercato a costi e rischi contenuti e Vivida crea soluzioni non basate sul capriccio tecnologico, ma sulla effettiva rispondenza a requisiti sondati dalle strutture commerciali di TIM.
Perché ritieni che sia importante che le grandi aziende si aprano alle startup?
Le grandi aziende non hanno e non possono avere l’innovazione nel loro DNA, sono troppo assillate da questioni operative, da gerarchie, da procedure e persino dall’informatica (mi spiace dirlo, ma spesso dove c’è informatica c’è conservazione, non innovazione!). Hanno però un enorme privilegio: il polso del mercato. Riescono, quelle sveglie, a intuire cosa serve ai clienti e ai clienti dei propri clienti. Con un po’ di sano scouting tecnologico e la partnership con le startup “giuste”, quelle che come Vivida vogliono velocemente risolvere problemi concreti con strumenti concreti, possono FARE vera innovazione investendo pochissimo. Devono diffidare però delle startup “mainstream”, quelle che inseguono trend e fanno turismo congressuale, quelle che vincono premi, quelle che l’innovazione la raccontano ma… non la fanno.