Reuters ha svelato che un hacker all’inizio di questo mese ha violato il servizio di comunicazione utilizzato dall’ex consigliere per la sicurezza nazionale di Trump, Mike Waltz, intercettando numerosi messaggi inviati da alcuni funzionari americani, di cui non è stata svelata l’identità. E questa non è la prima volta che gli hacker si infiltrano nelle chat dell’amministrazione americana.
I precedenti
Poco meno di due mesi fa, un altro scandalo legato alla sicurezza della Casa Bianca aveva coinvolto il direttore della rivista The Atlantic, Jeffrey Goldberg, che era stato aggiunto per sbaglio a una chat sull’app di messaggistica Signal soprannominata Houthi PC small group. Il giornalista in un primo momento aveva pensato a una trappola studiata per la stampa. Poi si è accorto della presenza, nel gruppo – 18 utenti in tutto – di alcuni dei vertici dell’amministrazione statunitense come il vicepresidente USA JD Vance, il consigliere della Sicurezza nazionale Mike Waltz e il segretario alla Difesa Pete Hegseth. Sarebbe stato Waltz ad aggiungere per sbaglio Goldberg alla chat nella quale si stavano pianificando attacchi militari contro gli Houthi in Yemen.
Il nuovo caso prende di mira Trump?
Reuters ha identificato più di 60 utenti governativi unici della piattaforma di messaggistica TeleMessage nella cache di dati trapelati forniti da Distributed Denial of Secrets, un’organizzazione statunitense no-profit che archivia dati e documenti hackerati d’interesse pubblico. Il materiale includeva materiale proveniente da soccorritori, funzionari doganali, diversi componenti dello staff diplomatico statunitense, almeno uno dello staff del presidente Trump e alcuni membri dei Servizi Segreti. L’agenzia di stampa comunica che alcune conversazioni sembravano riguardare i piani di viaggio di alti funzionari governativi. Reuters ha contattato tutte le persone identificate per chiedere un commento: alcune hanno confermato la propria identità, ma la maggior parte non ha risposto. TeleMessage, che utilizza versioni di app popolari e consente l’archiviazione dei messaggi in conformità con le normative governative, è stato sospeso dal 5 maggio (giorno in cui si sarebbe venuti a conoscenza dell’attacco hacker), quando è stato disattivato “per eccesso di cautela”.
Dalla Casa Bianca lo staff di Trump ha dichiarato in un comunicato di essere “a conoscenza dell’incidente di sicurezza informatica avvenuto a Smarsh”, ma non ha rilasciato dichiarazioni sull’utilizzo della piattaforma mentre i Servizi Segreti hanno affermato che i prodotti TeleMessage erano stati utilizzati «da un piccolo sottoinsieme di dipendenti».
Jake Williams, ex esperto di sicurezza informatica della National Security Agency, ha dichiarato a Reuters che, anche se i messaggi di testo intercettati fossero innocui, la ricchezza di metadati rappresenta un rischio per il controspionaggio.