Profili di startupper, imprenditori, attivisti e appassionati di tecnologie. Con la rubrica Venti di Futuro, a cura di Eleonora Chioda, StartupItalia racconta da anni i profili di giovani Ceo e Founder, impegnati ciascuno nella propria missione per migliorare e cambiare il mondo. In questo articolo rilanciamo alcune delle interviste più interessanti, sempre attuali e in grado di ispirare.
Ludovico Federici
Ha studiato AI e machine learning e scrive software per capire il cervello umano. In una delle puntate di Venti di Futuro Eleonora Chioda ha raccontato la storia di Ludovico Federici, che nel 2023 era studente in doppia laurea in computer science e cognitive science all’Università di Berkeley, in California. «Ho molti interessi, non riesco a stare senza fare niente e non voglio passare la mia vita guardando un telefono». È arrivato la prima volta in California a 18 anni, nell’estate della Maturità. Qui ha seguito un corso il cui titolo “La bellezza e la gioia del Computing” è già un capolavoro. «Non avevo mai fatto coding e non sapevo se mi sarebbe piaciuto studiare software, intelligenza artificiale e machine learning. Cosi mi sono iscritto al corso base e piano piano mi sono innamorato».
Federico Dubini
«L’America ti insegna che il mondo si può scarabocchiare, non devi colorare per forza dentro le righe e che ognuno di noi ha qualcosa di particolare da offrire. E offrirlo è un dovere». Federico Dubini, tre aziende e due exit, è stato uno dei protagonisti delle storie raccontate nella rubrica Venti di Futuro. Vive tra Los Angeles, città sempre più forte in deep tech, e Palo Alto, dove gestisce Enea, un fondo da 50 milioni di dollari. Tra i soci ha un italiano stimatissimo in Silicon Valley, il cui nome è top secret. Ha creato un fondo di founder che aiutano altri founder. La sua più grande passione è per il business come ci ha spiegato confidando un ricordo dell’adolescenza. «L’ho scoperta a 14 anni, passavo un sacco di tempo a giocare con la PlayStation. Giocavo a FIFA 14, il gioco che ti permette di creare la squadra più forte. Compravo e vendevo giocatori e lo facevo seriamente».
Aurora Caporossi
Ha creato una piattaforma digitale per il trattamento dei disturbi alimentari. Ha messo insieme un’equipe di medici, nutrizionisti, psicologi e mediatori familiari che puntano a offrire un percorso di cura che sia «il più adeguato e tempestivo possibile». L’idea è nata da un suo problema personale: ha sofferto di anoressia nervosa dai 16 ai 23 anni. E ora, che di anni ne ha 26 ed è guarita, ha deciso di mettere a disposizione tutto quello che ha imparato sulla sua pelle e fondare una startup. L’ha chiamata Comestai (scritto così), perché dopo anni di cure sbagliate, diagnosi mancate e centri in cui entrava e la prima domanda che le veniva fatta era: «Quanto pesi?», ha trovato il posto giusto, in cui entrando si è sentita dire: Come stai? La storia di Aurora Caporossi in una puntata di Venti di Futuro.
Emanuele Sacco
Ventidue anni, quattro startup, una voglia pazza di cambiare il mondo. Si chiama Emanuele Sacco, studente di fisica, è un giovane imprenditore che crede nel potere dell’innovazione per risolvere problemi. Usa le sue vacanze per volare a San Francisco e imparare, torna e apre hacker space, dove creativi e tecnici si trovano per creare soluzioni. «Vorrei che le persone di domani vivano meglio di quelle di oggi. Questo è il senso che cerco di dare alla mia vita». In una puntata di Venti di Futuro ci ha raccontato di quando, durante la pandemia, con tre amici ha fondato PC4U. Hanno regalato 1200 computer (che avevano ritirato dai donatori e ricondizionato) agli studenti di tutta Italia che ne avevano bisogno per seguire la didattica a distanza. Per questo sono stati insigniti dal titolo di Alfieri della Repubblica.
Francesco Piccoli
«C’è una frase bellissima del mio ex professore di International Finance all’Università di Berkeley, che dice: ‘You can’t be, what you can’t see’. Non puoi essere ciò che non vedi. Se nasci e cresci in un posto dove si fa solo una cosa, come coltivare riso, hai una prospettiva limitata. Non riesci a immaginare le possibilità infinite che ci sono nel mondo». Eleonora Chioda ha raccontato la storia di Francesco Piccoli, arrivato a New York per aprire la filiale di Anchain.Ai. Almanax ricorda la parola almanacco. «Gli almanacchi sono stati utilizzati per secoli per aiutare gli agricoltori, fornendo dati utili per guidarli. Noi vogliamo guidare e far sentire sicure le aziende sulla blockchain. Abbiamo aggiunto la “x” alla fine della parola per farla suonare un po’ più “futuristica”».
Stefano Cappello
Ha guardato cosa succede in natura e preso ispirazione per un progetto rivoluzionario. E osservando come la natura rimuove la CO2, con i suo team ha brevettato una tecnologia per catturare l’anidride carbonica e stoccarla in mare. Lui è Stefano Cappello, 28 anni e la sua è la storia meravigliosa di un ingegnere che lascia un lavoro sicuro per trasformare il progetto scientifico di uno zio inventore in un’impresa. «Dobbiamo essere a zero emissioni entro il 2050. La nostra è la generazione che deve fare il cambiamento. Nessun altro, se non noi, lo farà». La sua startup si chiama Limenet ed è una società benefit deep tech nata nel 2023 e che ha raccolto 2 milioni di euro dagli investitori. Trasforma la CO2 in una soluzione acquosa di bicarbonati di calcio e la dissolve in mare, contribuendo così all’aumento dell’alcalinità e portando benefici anche all’ecosistema marino.
Andrea Zorzetto
In un mondo dove la reputazione è tutto, un giovane imprenditore italiano sta rivoluzionando il modo in cui valutiamo le persone. Lui è Andrea Zorzetto e la sua ultima avventura è una startup basata sulla trasparenza. Si chiama Peoplerank, una piattaforma di recensioni dedicata a founder e investitori. A soli 29 anni, Zorzetto ha già alle spalle una carriera incredibile. Eleonora Chioda ha raccontato la sua storia in Venti di Futuro. Ha lavorato per il governo inglese e per quello francese. Ha portato in Italia Plug and Play, l’acceleratore più grande della Silicon Valley, dopo uno stage a Sunnyvale. Fondata un anno fa, Peoplerank ha già fatto due pivot (tecnicamente due modifiche del business model). La visione di lungo termine è quella di rendere trasparente la reputazione professionale di tutti noi.
Christian Pulieri
Vincitore al SIOS24 Winter del Radio 105 Special Award con la sua Math Legacy, lui è Christian Pulieri. «La matematica è meravigliosa. È la radice dell’universo, è al centro di tutto. Eppure un miliardo di studenti al mondo hanno difficoltà a studiarla». In Venti di Futuro abbiamo raccontato la sua grande passione per i metodi didattici che lo ha spinto a fondare una startup. Vuole insegnare agli studenti delle scuole medie ad amare la matematica attraverso un videogioco che trasforma gli esercizi su carta in meccaniche di gioco. Secondo l’APA, l’American Psychological Association, tra il 20 e il 25% degli studenti sviluppa un senso di ansia per la matematica fin dai primi anni delle scuole medie. «Nel videogioco c’è una trama: i Cavalieri Oscuri stanno risucchiando le energie di Maffy, l’essenza della matematica nel nostro Universo. Gli studenti diventano i suoi guardiani e prendendosi cura di lei, li sconfiggono».
Claudio Piazzai
Costruiscono e lanciano palloni nella stratosfera, tra i 20 e i 30 mila metri di altitudine. Lo fanno per osservare la terra, fare sperimentazioni e scattare immagini. La notizia è che sono giovanissimi e che stanno provando là dove Google Loon ha fallito qualche anno fa. Il COO è Claudio Piazzai, attivo in Involve Space, startup fondata nel 2021 nel Comasco. Quattordici persone nel team, 25 i lanci di palloni nella stratosfera che hanno già realizzato. «Diamo a chiunque la possibilità di avvicinarsi allo spazio, sognando un futuro fatto di eque opportunità. Non solo. Il nostro pallone può essere riutilizzato. Tutti i nostri competitor lo buttano, recuperando solo la sonda. Inoltre usiamo cervello molto avanzato di intelligenza artificiale che prevedere i venti e la corrente più adatta per volare con il pallone dove è necessario».
Andrea Buri
«Ho scelto di “fare” startup come mio primo lavoro. Mi hanno ispirato il film di Mark Zuckerberg sulla storia di Facebook e Alberto Dalmasso di Satispay. Guardandoli ho pensato: io voglio fare quella cosa lì». Eleonora Chioda ha raccontato la storia di Andrea Buri in una puntata di Venti di Futuro. Ha fondato CityZ sviluppando col proprio team hardware e software. La tecnologia è stata brevettata. Funziona così come ci ha raccontato: «Il sensore, certificato dell’ente internazionale TUV, si attacca direttamente sull’asfalto, al centro del parcheggio e in base a molte variabili si rende conto dello stato di occupazione. Comunica i dati, tramite rete IoT al server di CityZ. Il software è integrabile in tutte le app che gestiscono pagamenti dei parcheggi e direttamente sui navigatori delle auto».
HeiMI
Loro sono Alice Caimi, assistente sociale; Camilla Caimi e Gianluca Baroni, entrambi medici; Francesca Pivari, biologa nutrizionista e Pietro Pettenghi, fisioterapista. E l’idea è nata dai continui brainstorming. Cinque amici hanno trasformato Instagram e TikTok in uno strumento potente per migliorare la salute. Sono giovani professionisti nel campo della salute. Con i loro video raggiungono milioni di utenti al mese, ricevono inviti a trasmissioni televisive, programmi radiofonici e convegni. E generano centinaia di commenti sotto ogni post. La loro missione? Diffondere la cultura della prevenzione in modo divertente. Il loro progetto si chiama HeiMI.