Secondo il Data Breach Investigations Report 2024 condotto da Verizon Business, più di 2/3 delle violazioni informatiche, a livello globale, coinvolgono un’azione umana non commessa intenzionalmente. In particolare, dai dati che emergono dal rapporto si nota che lo sfruttamento delle vulnerabilità ha registrato una crescita del 180% rispetto al 2023 e, in media, le aziende hanno impiegato circa 55 giorni per correggere, tramite patch, il 50% delle loro vulnerabilità critiche.
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Violazioni informatiche in numeri
Il rapporto sulle violazioni informatiche stilato da Verizon Business ha analizzato 30.458 incidenti, dei quali 10.626 violazioni confermate con espropriazione di dati. Tra i dati più significativi emerge che:
- Il fattore umano incide per più di due terzi (68%) sulle violazioni ma, tuttavia, si osserva un miglioramento nel riconoscimento degli attacchi;
- Il 20% degli utenti ha identificato e segnalato il phishing durante le simulazioni;
- L’11% di coloro che hanno cliccato sull’e-mail lo ha anche riportato.
Lo sfruttamento delle vulnerabilità ha registrato una crescita del 180% rispetto al 2023 e, in media, le aziende hanno impiegato circa 55 giorni per correggere, tramite patch, il 50% delle loro vulnerabilità critiche.
La situazione nell’EMEA
Nella zona EMEA, il 49% delle violazioni è iniziata internamente a causa di abuso di privilegi e altri errori umani. Le cause principali degli incidenti di cybersicurezza sono da rintracciarsi in errori vari come intrusioni nei sistemi e tecniche di social engineering, che insieme determinano l’87% delle breach analizzate. I tipi di dati compromessi più comunemente sono quelli personali (64%), interni (33%) e le credenziali (20%).