Il Tribunale di Napoli Nord ha chiarito i requisiti minimi che rendono legittimo il licenziamento tramite WhatsApp e app di messaggistica con la sentenza n.1758 del 16 aprile. Ecco quali sono i punti ritenuti essenziali da parte del giudice affinché la comunicazione di recesso dal contratto di lavoro sia valida.
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Licenziamento su WhatsApp, la scelta del tribunale di Napoli
Il giudice del tribunale di Napoli ha confermato che, per rispettare l’art. 2 L. 604/1966, la comunicazione deve presentarsi in forma scritta e deve contenere le generalità delle parti, gli estremi del rapporto di lavoro, la data del recesso e la motivazione specifica.
In assenza di questi elementi, l’atto risulterebbe inefficace. La modalità digitale, se dotata di queste caratteristiche e recapitata in modo documentabile al destinatario, è stata considerata idonea. Il giudice ha, infatti, chiarito che il contenuto prevale sulla modalità tecnica e che il mezzo digitale può assolvere pienamente questa funzione, a patto che sia dimostrabile l’avvenuta ricezione da parte del lavoratore.
Nel caso in esame, l’invio del modello UNILAV tramite messaggio WhatsApp ha soddisfatto il requisito, poiché ha reso noto il contenuto dell’atto e ha permesso al destinatario di agire legalmente. La successiva impugnazione ha confermato la conoscenza effettiva del recesso.
Il Tribunale ha, però, escluso ogni rilievo introdotto in fase successiva mediante note scritte e ha ribadito che, nel contenzioso in materia di licenziamento, il rispetto dei termini processuali condiziona la possibilità di valutare le circostanze.