Oggi, giovedì 2 ottobre, l’Università IULM di Milano ospita Unstoppable Women Talk, un appuntamento inserito nella rassegna della Milano Digital Week 2025. A partire dalle 16:30 l’evento affronterà tematiche legate a estetica e identità in un momento storico complesso, ricco di opportunità ma anche di rischi dovuti alla tecnologia. “Specchi Riflessi: estetica e identità nell’era digitale” è il titolo di un incontro che si svilupperà su più panel con speaker provenienti dal mondo dell’impresa, della cultura e della salute mentale. In questo articolo proponiamo alla nostra community le tre interviste che abbiamo pubblicato sul magazine in avvicinamento a Lucia Maggi (Ceo e Partner di 42 Law Firm), Susanna Grassi (psicologa), e Carolina Capria (scrittrice).

A caccia di regole in rete
Partiamo da Lucia Maggi, giurista ed esperta in particolare di temi legati al diritto d’autore e al copyright. Ad Unstoppable Women Talk oggi interverrà in un panel estremamente attuale come ci hanno ricordato recenti casi come quello del Gruppo Facebook “Mia Moglie”. Si parlerà di consenso e dell’ingiustizia di quando viene violato.
Molto resta da fare soprattutto con le persone e il loro rapporto con il consenso altrui. «Perché la responsabilità non è soltanto delle piattaforme che devono senz’altro rimuovere certi contenuti. Quello che deve essere fatto è concentrarsi sull’etica a livello personale così come aziendale. In particolare modo per quanto riguarda l’AI».
A proposito, la manipolazione dei contenuti attraverso l’Intelligenza artificiale fornisce strumenti impensabili fino a qualche anno fa. Capaci di stimolare la creatività, ma anche di generare danni per le persone. «Oggi è semplice generare contenuti spazzatura e mi viene da pensare che ci sia anche poca consapevolezza su cosa si genera. L’importante è farlo, caricarlo e sperare vada virale. Senza riflettere su qualità del contenuto». Men che meno se violi qualche legge.

La mossa del cavallo
Ha studiato Psicologia e ha cominciato a lavorare in grandi multinazionali del pharma come Johnson & Johnson. Ma la sua strada non era quella e il lockdown durante la pandemia le ha dato modo di riflettere su quello che volesse davvero. Molla il lavoro in azienda e torna alla sua passione: la psicologia, conseguendo la specializzazione in Psicoterapia Funzionale. Con un’idea precisa: lavorare all’interno di un maneggio per aiutare i pazienti a superare ansie e paura anche grazie alla vicinanza con i cavalli.
Susanna Grassi sarà presente tra gli speaker di oggi a Milano ad Unstoppable Women Talk, in Università IULM. Tra le tematiche che toccherà senz’altro quello della salute mentale e del costante confronto competitivo ingigantito dalle piattaforme.
«Senza dubbio ci troviamo di fronte a una generazione più fragile: si cerca di tutelare il giovane che fatica ad affrontare le proprie fragilità. Nel mondo odierno i ragazzi crescono iper-stimolati e sviluppano un’ansia da prestazione già da bambini e in vari contesti: scolastico, sportivo, social. I social, poi, ci mettono il loro: sulle piattaforme il confronto con l’altro è continuo e la community è sempre pronta a puntare il dito». A “Specchi Riflessi” l’obiettivo sarà favorire il dialogo per far sì che ciascuna persona non debba sentirsi sola di fronte a ingiustizie subite.

Attivismo contro discriminazioni e violenze
Questa estate è stata la prima a denunciare l’esistenza del gruppo Facebook “Mia moglie” nel quale utenti per lo più anonimi e di sesso maschile pubblicavano foto e video delle proprie compagne e consorti, senza il loro consenso e svilendone il corpo. Carolina Capria, scrittrice e attivista co-autrice di “Guida per bambine ribelli – Alla conquista del mondo che vogliamo”, tramite i social e, in particolar modo, sulla sua pagina Instagram @lhascrittounafemmina, combatte il gender gap ancora oggi presente nel mondo dell’editoria.
Abituata al dialogo e al confronto Carolina Capria ci ha spiegato il suo punto di vista su cosa bisogna fare rispetto al gender gap. «Ci sono sempre poche donne che si mettono in campo perché si sentono inadeguate in uno spazio che non è proprio. Io frequento molto le scuole e mi rendo conto della differenza tra ragazzi e ragazze, il ragazzo prende sempre prima la parola».
Nel suo mondo, quello dell’editoria, molto è stato fatto ma il percorso verso l’equità rimane lungo. «Per la mia esperienza personale l’editoria è molto piramidale: io lavoro per lo più con donne perché la manovalanza femminile e le editor sono quasi tutte donne. Poi, se sali ai vertici i direttori e gli amministratori delegati sono tutti uomini».