Divulgatrice, influencer, attrice e anche autrice di “Ogni cosa è collegata”, edito da Mondadori e da oggi in libreria. Un viaggio alla scoperta di Wolfgang Pauli, uno dei fisici quantistici più importanti del Ventesimo Secolo. Ma cosa rende il suo pensiero unico? La risposta potrebbe sorprendere
Fisica, scrittrice, divulgatrice, influencer, attrice. Gabriella Greison da sempre nutre una passione smisurata per la fisica. Così ha pensato non solo di studiarla a fondo ma di comunicarla in varie lingue e format. Ne parla in teatro, sui social, sui libri, in TV e in un podcast. La sua mission? Spiegare la scienza con parole semplici ed esempi concreti, all’interno di contesti molto diversi tra loro, per arrivare proprio a tutti.
“Vorrei fare qualcosa con un gruppo rock. Penso alle Vibrazioni”
La sua ultima uscita, “Ogni cosa è collegata”, edita da Mondadori, racconta la fisica quantistica, la sincronicità, l’amore e l’interconnessione che lega questi elementi tra loro. Gabriella Greison è, senza dubbio, disruptive. Nella sua pagina web, “Greison Anatomy” – che richiama simpaticamente un telefilm noto a tutti – si racconta; nella serie “Jukebox della fisica” su Instagram, Youtube e TikTok risponde a domande esistenziali in maniera scientifica; in teatro porta in scena “Entangled“, il suo ultimo lavoro che racconta di intrecci, scienza e relazioni. La abbiamo intercettata per farci raccontare come è riuscita a mettere a terra tutte queste idee innovative e come intende proseguire il suo viaggio nel mondo della fisica e della comunicazione.
“Ogni cosa è collegata” è il suo ultimo libro appena uscito per Mondadori. Di cosa parla?
Ho scritto il libro dopo un anno e mezzo di ricerche tra Princeton, Zurigo, Vienna, Monaco e il Cern di Ginevra. Tutto è nato da un’esigenza di raccontare la sincronicità in maniera semplice e di legarla a concetti scientifici su cui si basa la fisica quantistica. Io ho una formazione in fisica e la fisica quantistica è il mio argomento di studi così come la mia ossessione: la racconto, la diffondo, ne parlo, ne scrivo, continuamente. E il mio lavoro è quello di raccontarla in maniera semplice. Ma per questo libro ho fatto di più. Sono partita da alcune domande. Albert Einstein ha definito Wolfgang Pauli il suo unico e degno successore. Perché? Cosa rende il pensiero di Pauli unico e interessante? Questo libro è un viaggio alla scoperta dei segreti di uno dei fisici quantistici più importanti del XX secolo. Dalla sua vita e dalle sue intuizioni ci faremo travolgere, per capire chi siamo e da dove veniamo; ci identificheremo nelle sue insofferenze e nei suoi abissi per trovare una nuova chiave di lettura, seguendo il nostro naturale talento per vivere, crescere ed innalzarci. Cosa spinge il talentuoso fisico e premio Nobel, Wolfgang Pauli, ad andare una volta a settimana dal noto psicanalista Carl Gustav Jung? Un desiderio nobile ed impellente: quello di capire cos’è l’amore. Amore che nella sua vita è sempre mancato, per questo ha vissuto giornate di estrema dissoluzione, tra grandi sbronze e nottate folli nei bordelli nelle capitali europee agli inizi del ‘900. Dal dialogo tra i due grandi miti del XX secolo nasce questo viaggio in una delle anime più profonde della storia della scienza mondiale che ha dato alla luce i principi fondanti della fisica quantistica.
Lo spettacolo teatrale che ha tratto dal suo ultimo libro si chiama “Entangled”, cosa racconta?
Dal mio libro ho scritto il testo del monologo. Si tratta di un racconto in prima persona di Wolfgang Pauli che si trova a vivere un grande cambiamento. Ad aiutarlo nel suo percorso ci sono Jung, lo psicanalista, e l’idea di voler scrivere una teoria che connetta tutto: la grande teoria unificatrice, quella che tutti cercano. Alla fine dello spettacolo questa teoria ve la dico io. ‘Entangled’ sta per ‘intrecciato’, e nasce dal termine ‘entanglement’; una caratteristica dei sistemi quantistici: due sistemi quantistici, quando sono a contatto, si scambiano informazioni e quando vengono allontanati continuano a comunicare a distanza e a modificare il proprio stato in base a quello dell’altro. “Entanglement” è come dire “amore a distanza”. In questo mio racconto metterò tutto assieme: fisica quantistica, sincronicità, mente, amore e tutto il resto. E dirò a tutti come fare per unificare tutto scientificamente. Per questo spettacolo ho lavorato con il regista Emilio Russo, con cui mi trovo storicamente bene, a creare qualcosa che non c’è perché è visionario come me. Ai testi ha collaborato amichevolmente Alessio Tagliento; un riferimento per la comicità. Per questo farò una cosa completamente diversa da tutto quello che ho fatto finora. Le date del debutto sono fissate al teatro Menotti di Milano per il 21, 22 e 23 aprile 2023.
I suoi libri pubblicati finora sono 10, gli spettacoli teatrali con cui gira i teatri di tutta Italia sono 8, a cui si aggiungono 3 programmi televisivi e 5 podcast: come ha costruito tutto questo?
Con tanta forza di volontà e studio. Sono come una formichina che mette una briciolina per volta nel suo giardino, fino a costruire un piccolo fortino dove stare. Avevo un piano; l’ho realizzato. Ci ho messo dieci anni. Quando mi sono laureata in Fisica non c’era alcuna possibilità per le donne di emergere e men che meno di essere protagoniste del racconto della fisica. Ho creato tutto da zero, cercando di abbattere stereotipi, lottando contro i luoghi comuni, le frasi fatte, che nel mondo scientifico sono tantissime. Ed eccomi qui. Non ho certo raggiunto qualcosa di definitivo; sono sempre in costruzione, in divenire, e la strada è ancora lunga: prima di sentirmi realizzata devo ancora scalare montagne. Sono molto secchiona, studio tanto. Non mi fermo mai.
“Ho creato tutto da zero, cercando di abbattere gli stereotipi di genere”
La chiamano “la rockstar della fisica”, le piace?
Mi piace tantissimo, naturalmente. Tutto è nato dieci anni fa, quando ho fatto uno spettacolo all’Auditorium di Roma. Si trattava di un “Monologo Quantistico” e nella sala a fianco alla mia c’era Patti Smith che faceva un concerto; i nostri camerini erano affiancati. Ci facevamo la guerra con la musica a palla da sentire prima di esibirci e siamo uscite nello stesso momento; è stato bellissimo. Una volta in sala mi sono accorta che avevo fatto il pienone, 3500 persone, e una giornalista del Corriere della Sera, il giorno dopo, titolò il suo articolo “La rockstar della fisica da tutto esaurito”. Da quel momento in poi, i sold out sono andati avanti sempre – anche all’estero – con titoli di giornali americani e tedeschi che riprendevano lo stesso soprannome per me. Questa cosa mi ha riempito di gioia; è una grandissima soddisfazione.
E’ molto presente sui social network; ha anche creato una serie per Instagram, Youtube e TikTok chiamata “Jukebox della fisica, risposte scientifiche alle domande delle canzoni” che sta avendo molto successo. Come ha fatto?
Sui social network ci sto per divertimento; ci sono tante cose che mi fanno ridere o mi incuriosiscono. La serie “Jukebox della fisica, risposte scientifiche alle domande delle canzoni” è una mia vecchia fissa: da tanti anni sto raccogliendo testi delle canzoni con domande a cui mi piace dare una risposta scientifica. Lo faccio sia nella mia routine quotidiana, appena sento una canzone, che sui social. E poi, visto che mi chiamano ‘la rockstar della fisica’, la musica rock doveva pur essere presente tra le cose che creo. Ai dilemmi dei cantanti è bello rispondere seriamente con la fisica. Le persone che mi seguono trovano questo gioco divertente e lo alimentano mandandomi nuovi link ad altre canzoni. E’ un gioco che potrebbe non avere mai una fine, da cui potrebbe nascere uno spettacolo teatrale. Tra qualche mese vi aggiorno.
“È un gioco da cui potrebbe nascere uno spettacolo teatrale”
Cosa vorrebbe fare per continuare ad essere disruptive in questo ambiente che lei conosce molto bene?
Con i miei libri sto costruendo un enorme puzzle: ogni libro è una tessera. Solo alla fine si potrà osservare l’intera figura. Quindi, per rispondere alla domanda, per primo dico che sento l’esigenza di continuare assolutamente a fare quello che faccio, rispondendo solo alle proposte che mi piacciono e selezionandole bene. Per il resto, mi piacerebbe fare qualcosa con un gruppo musicale rock: ad esempio mi piacciono tantissimo le Vibrazioni; vorrei fare qualcosa con loro, sono forti. Pensate che bomba sarebbe una contaminazione tra quello che faccio io e quello che fanno loro.
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Qual è il suo sogno?
Ne ho tanti. Alcuni spero di avverarli presto; per altri ci sto lavorando, sono a lunga scadenza. Posso dire che mi piacerebbe essere in un programma in prima serata sulla Rai, raccontare quello che non viene raccontato sulla fisica attraverso le storie che racconto solo io. Storie che servono a tutti: per crescere, per elevarci.