Nella sua prima vita è stata una modella internazionale. Poco più che adolescente Orinta Eivaitė da Vilnius (Lituania) ha iniziato a girare il mondo, spesso da sola. Milano, Tokyo, Londra, Parigi sono state la sua casa per un certo periodo. Ha raggiunto il successo grazie alle collaborazioni con grandi firme come Calvin Klein, Emilio Pucci, Dolce & Gabbana. A 25 anni la strada di Orinta, però, prende un’altra direzione e inizia la sua seconda vita, da imprenditrice, esperta di comunicazione e Marketing inizialmente con Omnis Power Engineering, poi in quella che lei definisce “la sua creatura”: Eiko Power, azienda che anche grazie all’Intelligenza Artificiale riesce a prevedere i picchi di domanda energetici e adattare la produzione e lo stoccaggio di questi in modo dinamico, riducendo gli sprechi e migliorando l’efficienza. La sua storia ce la racconta nella nuova puntata di Unstoppable Women.

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Orinta, quando hai iniziato ad appassionarti al settore delle rinnovabili?
Quindici anni fa partecipai alla Fiera dell’Energia di Valencia, facevo la modella ma da sempre sono stata interessata al settore delle rinnovabili. Dopo un’esperienza in Svizzera, sono tornata in Lituania e con mio marito abbiamo iniziato a mettere a terra una serie di idee sulle rinnovabili. Così 4 anni fa sono entrata nel marketing di Omnis Power Engineering. Per me il settore della Comunicazione e del Marketing è una passione che ho sempre avuto. Quindi, ho comprato parte della società e ho pensato da subito a come sviluppare nuovi mercati partendo dalla Lituania. Qui i clienti non sono facili, ma a me piacciono le sfide. Poi è nato Eiko Power, ho pensato che servisse un nuovo brand. Eiko è la mia creatura e per il suo sviluppo ho da subito pensato all’Italia, terra che amo e che per me è unica da tanti punti di vista. Abbiamo appena aperto la sede a Baranzate, in provincia di Milano.
Quando hai deciso di cambiare vita?
Ho studiato Business Administration, Marketing and Management and Advertising Management a Vilnius. Per 9 anni ho lavorato come modella in tutte le più grandi città mondiali (Milano, Tokyo, Londra, Parigi). Poi a 25 anni ho deciso di chiudere il capitolo della moda per intraprendere nuove sfide. Mi sono trasferita a Ginevra, in Svizzera, dove ho coordinato l’evento benefico Red Cross Ball e ho lavorato come art director per i famosi designer Arasa Morelli. Il mio percorso è nato un po’ per caso: quando ero adolescente ero introversa e non credevo molto in me stessa e nelle mie capacità, così mia madre mi propose a un’agenzia di moda, per farmi capire quanto, invece, fosse importante darmi il giusto valore.
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E poi che cosa è successo?
A 16 anni ho iniziato a fare photo shooting, ho viaggiato tanto: in Giappone, in Italia, anche da sola. Questa esperienza mi ha dato modo di conoscere tanta gente e di aprirmi la mente. In questi anni ho avuto modo di conoscere Parigi, Milano Tokyo. Poi, dopo un anno di stop dagli studi, ho ripreso l’università. Quello che avevo guadagnato l’ho speso per studiare, senza farmi mancare qualche piccola soddisfazione. A 25 anni, appunto, mentre stavo lavorando a Ginevra ho avuto la possibilità di conoscere più da vicino il settore del design e ho iniziato a lavorare part-time come art director, poi sono tornata in Lituania per gestire un castello a conduzione familiare. E’ stato un lavoro totalizzante che mi ha appassionato moltissimo e che mi ha dato l’opportunità di scoprire nuovi lati di me stessa: ho introdotto innovazioni e portato in Lituania alcune famose Maison di Champagne come A.Bergere, Varnier Farriere), che hanno riscosso grande successo. ma, allo stesso tempo, quasi alienante. Così ho deciso di cambiare vita, di nuovo, per inseguire un’altra delle mie passioni. In particolare, come accennavo prima, quella per la comunicazione e la sostenibilità. Insieme al mio compagno, attivo nel settore, abbiamo realizzato alcuni dei più grandi parchi solari nei Paesi Baltici. E, di lì a poco, è nata Eiko Power.

Hai mai vissuto episodi di gender gap durante la tua carriera?
All’inizio ero titubante proprio nell’affrontare questo percorso perchè pensavo che fosse un settore dominato dagli uomini (e in parte è vero!). Ricordo, in particolare, un episodio. Anni fa un politico mi ha disse: “Non penso che avrai mai successo nel campo delle energie alternative perché è un ambiente dove le donne restano escluse, soprattutto in Cina”. Proprio il Paese del Sol Levante per me ha rappresentato un tassello chiave nel mio percorso: ho impiegato 3 anni per prendere confidenza con quella nazione e all’inizio è stato difficilissimo perché non venivo ascoltata. Poi ho imparato a farmi valere, come mi aveva ricordato mia madre quando ero adolescente. In questo lasso di tempo ricordo che mi arrivò su LinkedIn un messaggio da parte di un grande player di settore con un fatturato molto alto che mi derise dicendo: “Sei una ragazzina, fai ridere”. Mi insultava e io non ci dormivo la notte. Sono stata molto male, ma poi ho avuto la mia rivincita: nel 2023, ho fatturato 12 milioni di euro e gli ho mandato uno screenshot. Dopo quella volta non si è mai più permesso di lanciarmi alcun tipo di accusa.
Perché hai scelto l’Italia come headquarter di Eiko Power?
L’Italia è unica per quanto riguarda la moda e il design, è il Paese numero 1 al mondo. Mio papà quando viene qui dice che prende ispirazione su come vestirsi. E poi c’è una bella atmosfera. Tra me e Milano è stato un amore a prima vista: rispecchia a 360 gradi il mio carattere. Io avrei voluto studiare architettura, mi piacciono tanto il design e il marketing e credo che produrre batterie sia letteralmente “sexy”. Ho partecipato al Fuorisalone della Milano Design Week con un progetto in collaborazione con l’artista FanboStarr. Ci eravamo prefissati il compito di trasformare due batterie domestiche utilizzate per lo stoccaggio dell’energia da fonti rinnovabili in opere d’arte capaci di trasmettere un messaggio di sostenibilità, innovazione e bellezza. E ci siamo riusciti. Da questo connubio sono nate “Jungle” e “Giardino d’Inverno”, diventate il simbolo di una connessione tra l’arte e l’energia rinnovabile. Ho voluto fondare Eiko Power in Italia perché proprio dove si tende a delocalizzare io voglio riportare la tecnologia, l’hardware e il software. Adesso vivo in più parti del mondo, ma dopo la Lituania sento Milano come “casa mia” e posso dire con certezza di aver trovato la mia vera strada e di amare profondamente ciò che faccio.