Le sue illustrazioni fanno impazzire il mondo di Twitch ed è amatissima dai fan del videogame di successo League of Legends. Per la nostra rubrica Unstoppable Women il ritratto di Roberta “CKibe” Sorge: «Con la mia community ho un rapporto simbiotico»
Classe ’93, Roberta Sorge – alias Ckibe – è stata tra le prime illustratrici a sbarcare nel lunario di Twitch quando di illustrazioni, sulla piattaforma di streaming, ben poco si parlava. Con grande entusiasmo, coraggio e determinazione di quella passione oggi Roberta ne ha fatto un lavoro. «Mi definisco una content creator appassionata di social network e con una passione sfrenata per il mio lavoro di illustratrice», racconta la giovane imprenditrice 30enne che ha ancora un futuro tutto da costruire davanti a se ma ha già le idee molto chiare. Dopo gli studi, Roberta si lancia sui social, un mondo che poco conosce ma che la attrae tantissimo. «Credo che le potenzialità dei social network siano molto interessanti per chi, come me, vive con una continua voglia di scoprire e di imparare», spiega. Illustratrice, presentatrice, graphic designer, animatrice, streamer e gamer, Roberta è un’artista a tutto tondo che ha saputo conciliare la sua passione con l’intricato mondo del lavoro. La abbiamo intercettata per farci raccontare meglio la sua storia e il suo percorso che già vanta una serie di collaborazioni con LuccaComics&Games, Twitch, Riot e Blizzard.
Leggi anche: L’atleta startupper che ha convinto Nintendo a portare la lingua dei segni nei videogiochi. «Sogno il traduttore per le persone sorde»
Roberta, come sei arrivata su Twitch?
Nasco come illustratrice, ho studiato Graphic Design all’Università mentre facevo la gelataia per mantenermi gli studi. Nonostante avessi un background creativo e avessi già avviato alcuni lavori con una serie di aziende, le proposte che mi venivano fatte erano soprattutto legate alla professione di social media manager, ma mi sentivo repressa da un punto di vista artistico. Nel 2016 ho pensato di presentare alcune illustrazioni su Twitch e in quel momento davanti a me si è spalancata una porta dalle innumerevoli potenzialità perché, via via che mostravo i miei lavori, sempre più stavo condividendo non solo opere artistiche ma momenti di vita. Ho ottenuto un ottimo riscontro e sono stata contattata da Riot Games per lavorare a League of Legends.
Poi che cosa è successo?
Il fatto che vivessi ancora con i miei genitori mi è aiutata; ho adottato un atteggiamento quasi stakanovista. Nel 2016, quando ho scoperto Twitch, sul social si parlava quasi esclusivamente di gaming, mentre io facevo illustrazioni. Inizialmente mi sono concentrata soltanto sul disegno, poi ho iniziato a condividere momenti di vita e in quell’istante si è scatenato un effetto domino potente. Piano piano sul social ha preso vita una community che oggi vanta un target abbastanza ampio, direi principalmente dai 15 ai 35 anni. Adesso mi rapporto con chi si è appena diplomato e, allo stesso tempo, con chi ha figli. Con la mia community ho instaurato un rapporto quasi simbiotico, senza distinzione tra un “io” e un “voi”.
Come sei riuscita a sfondare in un mondo prettamente maschile?
Ho espresso i miei valori sulla piattaforma, condividendoli con la community: da quel momento è stata una continua crescita. Sul tema del gender gap, in realtà, mi sento un’ottimista: il mondo sta cambiando e lo sta facendo in velocità. Credo, però, che molto dipenda dal contesto sociale e culturale in cui si nasce e si cresce. Trent’anni fa vivevamo in un mondo ancora molto maschilista: le donne, comunque, accusavano ancora lo stigma che certi lavori fossero “solo da maschi” e altri “solo da femmine”. Ma questo pregiudizio sta, fortunatamente, mano a mano scomparendo. Credo che chi nasce oggi, a 30 anni vivrà in mondo da un punto di vista di gender gap sicuramente più bilanciato. Devo dire che nel mio lavoro di illustratrice spesso non si conosce neppure il genere di chi ha compiuto una determinata opera, pertanto da questo punto di vista devo dire di non avere mai sofferto il gap di cui, però, mi sono resa conto vivendo altri contesti.
Per esempio?
Mi è capitato, durante una fiera dedicata a fumettisti, registi, illustratori e altre professioni legate al mondo dell’arte, di seguire un panel a cui stavano partecipando soltanto donne. Le domande che venivano poste loro erano tutte incentrate sul come fossero riuscite a superare ostacoli legati al genere e su come fossero, comunque, riuscite ad emergere. Successivamente mi sono spostata in un’altra sala dove, al contrario, sul palco c’erano solo uomini. A loro veniva chiesto quanto fossero innovative le proprie idee. Nessuno gli avrebbe mai chiesto se abbiano mai sofferto il gender gap. Credo che questo sia un esempio lampante di quanto lavoro ci sia ancora da fare sul tema, ma credo che ci troviamo sulla giusta strada.
Come, secondo te, oggi si possono abbattere queste barriere?
Credo che i social network rappresentino uno strumento molto importante, permettendo di comunicare senza filtri, sensibilizzare su certe tematiche e condividere esperienze di vita. Allo stesso tempo, riconosco anche che ci sono dei lati negativi, ma sono più orientata ad apprezzarne le sfaccettature positive come la possibilità di abbattere quello che viene definito “gatekeeping” e combattere cause di cui, altrimenti, non si verrebbe a conoscenza.
Quali sono i valori che condividi con la tua community?
Sono in prima fila nel superamento di ingiustizie e costrutti sociali. Nella nostra società oggi soffriamo molto la competizione e il giudizio e spesso non ci si rende conto di quanto, invece, siamo circondati di buoni esempi che, anziché dividere, uniscono. L’arte, ad esempio, fa proprio questo: costituisce un veicolo di unione, di scambio di opinioni, di confronto. Io ho sempre creduto moltissimo nelle mie possibilità, ho sempre avuto una grande fiducia in me stessa ma rapportandomi con altre persone mi rendo conto che questo concetto spesso sia difficile da mettere in pratica. Io ci ho messo anni per costruirmi una self-confidence che mi permettesse di arrivare dove sono arrivata e ho sempre voluto impedire che qualcuno me la strappasse. Spesso anche il fallimento viene vissuto come qualcosa di negativo mentre si dovrebbe pensare che, invece, si tratta di un percorso di crescita ed evoluzione dal quale si ha tanto da imparare. Ecco questi sono alcuni dei concetti a cui tengo particolarmente e che condivido quotidianamente con la mia community.
Che progetti hai in cantiere?
Al momento mi sto muovendo principalmente su tre aree di lavoro diverse: ho in essere alcuni progetti con una serie di aziende per cui ho fatto illustrazioni, poster, grafiche, e su Twitch voglio continuare a condividere le mie esperienze e ad allargare ancora di più la community. Come streamer ho avuto l’opportunità di partecipare a diverse convention, tra cui dirigere un mio podcast live durante il festival LuccaComics&Games e, nel 2020, sono stato selezionata come ambasciatore italiano di Twitch. Recentemente ho fatto anche l’intervistatrice e la presentatrice: con la mia “parlantina” sono due campi che mi appassionano molto. In generale posso dire che, comunque, non escludo niente. Sono una persona molto curiosa, mi piace mettermi in gioco e sono sempre aperta a nuove possibilità.