Colleghe per destino, amiche per scelta. Maria Vittoria Marchesini e Alice Linussi sono nate a Trieste a 3 anni di distanza l’una dall’altra. Maria Vittoria, classe 1997, a 14 aveva già una medaglia di bronzo al collo. Alice, nata nel 2000, a soli 15 anni ha vinto il titolo mondiale come prodiera nel 420. Una sfegata passione per la vela è la cosa che, più di tutte le altre, accumuna queste due ragazze che si conoscono da quando avevano soltanto 7 anni. «Nel 2019 abbiamo vinto l’Europeo Juniores, poi siamo entrate in nazionale – racconta Alice – Ci siamo allenate tanto, sempre insieme, sul lago di Como, a Ostia, a Palma, a Sanremo, in Francia, in Portogallo, in Spagna. A guidarci in questo nostro cammino è sempre stata una cosa: la barca. Poi è arrivata quella chiamata che abbiamo sempre sognato, da Luna Rossa. Oggi eccoci qui, reduci dalla sfida più grande: vincere la Puig Women’s America’s Cup. Ce l’abbiamo fatta». Ma riavvolgiamo il nastro e torniamo indietro di una quindicina d’anni. Siamo a Trieste, la vela qui è tra gli sport più praticati, da grandi e piccini. «Se sono arrivata sino a qui oggi lo devo anche a mio nonno, che quando avevo 7 anni mi ha iscritta al primo corso vela. Finito quel corso è stata una bella scalata», racconta Maria Vittoria Marchesini a StartupItalia. È iniziata così per lei questa avventura, prima un sogno, poi una realtà.
Dai corsi di vela ai primi successi
«Il destino ci ha unite sin dalla tenera età, quando entrambe eravamo nella categoria giovanile – commenta Maria Vittoria – Poi tutto il nostro percorso è stato insieme. Ritrovarci anche in Luna Rossa a coronare un sogno che avevamo entrambe è stata la cosa più bella. Siamo come sorelle, ormai, e condividere certi momenti che sono stati veramente duri con una persona che conosci così bene non è scontato ma è davvero molto bello». Dopo il corso di vela iniziato grazie al nonno, Maria Vittoria a 14 anni porta a casa il bronzo nei Mondiali femminili, poi diventa timoniera di 420, classe nella quale si aggiudica un altro bronzo al Mondiale femminile del 2016. Segue, poi, la classe Olimpica 470. In questa categoria, 5 anni fa ha vinto l’oro mondiale Juniores Mixed e la medaglia di bronzo europeo Juniores Mixed. Nel 2022 è passata al 49erFX e si è messa in gioco nel ruolo di prodiera. Nello stesso anno è iniziata la sua avventura con il wingfoil, che l’ha appassionata al punto di partecipare nel 2023 a più tappe del campionato del mondo. Sempre nel 2023, al timone del 69F, ha conquistato il terzo posto alla Woman Foiling Gold Cup. Alice, dopo l’Optimist, sulla quale ha iniziato a gareggiare a 7 anni, è diventata prodiera al 420, classe nella quale, a soli 15 anni, si è aggiudicata il titolo mondiale. Poi è passata alla classe olimpica 470, con cui nel 2019 si è aggiudicata il titolo europeo Mixed Juniores, portando a casa un bronzo nella classifica assoluta. Nel 2017, a 16 anni, ha timonato un 80 piedi alla regata più partecipata al mondo, la Barcolana, coronando, anche questa volta, la vittoria nella sua divisione. L’anno scorso è entrata nel mondo della vela foiling, a bordo di un 69F alla Women Foiling Gold Cup (chiusa al terzo posto), per arrivare fino a Luna Rossa. «Sapevamo che nel mese di febbraio Luna Rossa indice le selezioni per la Puig Women’s America’s Cup – commenta Alice – Ci speravamo ma non sapevamo che saremmo state selezionate di lì a breve». Nel frattempo, queste due giovanissime ragazze prodigio non sono rimaste con le mani in mano, anzi, si sono sono messe a studiare (e non la vela!).
Non c’è solo il mare
«Proprio nel periodo delle selezioni io dovevo laurearmi. Durante questi anni ho frequentato online un corso di Scienze della Comunicazione – racconta Alice – E quasi in contemporanea alla chiamata da parte di Luna Rossa sono riuscita a prendermi il titolo accademico. Non con pochi sacrifici, perché per finire gli studi mi sono dedicata di più allo studio tralasciando un po’ la vela, ma appena mi era arrivata la notizia mi sono rimboccata le maniche e ho pensato: “Devo mettercela tutta, è questo il mio momento”». L’estate per Maria Vittoria, studentessa anche lei, di Economia e Management, e Alice è stata lunga e parecchio faticosa, ma l’obiettivo era un traguardo che contava sempre più di tutta quella fatica. «Ci siamo allenate prima a Cagliari, poi a Barcellona – racconta Maria Vittoria – E pensare che fino a pochi anni fa non esisteva neppure una gara di vela così importante dedicata alle donne».
La fatica è stata tanta, ma è stata ripagata. Alice racconta così la loro “giornata tipo” durante gli allenamenti, nel periodo più intenso pre-gara: «A Barcellona ci svegliavamo attorno alle 7.30, facevamo colazione ed entro le 9 dovevamo presentarci alla base. Appena arrivate facevamo un debriefing con l’allenatore, si preparava la barca per metterla in acqua e si pranzava attorno alle 11.45. Alle 12.30 uscivamo in acqua, il nostro allenamento durava dalle 5 alle 6 ore, poi di nuovo debriefing e rientro alla base. Toglievamo la barca dall’acqua e cenavamo». Anche Maria Vittoria ben ricorda i sacrifici di quei mesi. «È stato un periodo senza sosta, con orari pesanti, ma ogni giorno che passava eravamo più motivate del giorno prima, non perdevamo mai di vista l’obiettivo e volevamo una cosa sola: vincere». E così è stato.
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Un cambio di passo importante
Queste due ragazze non solo hanno dovuto compiere uno sforzo importante a livello fisico, ma si sono trovate a dovere quasi imparare da zero tutta la parte tech che comanda la barca: «La Coppa America è il massimo dell’avanguardia tecnologica nella vela. Siamo passate da un mondo fatto di cime, scotte, pozzelli, a queste barche hi-tech dove le cime nn esistono, ma ci sono joystick e monitor – racconta Maria Vittoria – Per imparare in fretta questa nuova tecnologia ci è stato molto utile il simulatore, che abbiamo continuato a usare durante l’anno, composto da 4 postazioni, che sono le stesse della barca. Chi sta dietro comanda attraverso dei joystick, chi sta davanti il timone con diversi pulsanti. È molto simile alla Formula 1, ti alleni su riflessi e capacità di prendere decisioni velocemente».
Catapultate in un mondo completamente nuovo, quello dei “grandi”, Maria Vittoria e Alice ce l’hanno messa proprio tutta, coscienti del fatto che avrebbero anche potuto fallire, ma non l’avrebbero mai voluto. «Entrare a far parte di un team non è mai semplice, devi creare empatia, entrare quasi in simbiosi con le altre. Ma in questo viaggio ci hanno sempre supportate i ragazzi della Youth’s America’s Cup, che ci hanno dato una mano importante e ci sono stati dietro passo-passo. Così siamo diventati un’unica squadra, noi con loro e loro con noi».
Dopo la vittoria
E finalmente, ora, per Alice e Maria Vittoria è arrivato il meritato relax. «Io ho comprato una barca, non riesco proprio a staccarmi», spiega Marchesini che anche nelle pause preferisce il mare, al contrario di Alice, che dopo il titolo mondiale e la laurea, ogni tanto si rifugia in montagna: «Sono appassionata di sci alpino da quando sono piccola – racconta – Ma sono da poco rientrata da Dublino, dove sono rimasta per un mese per prendere una certificazione di lingua straniera». Anche nel tempo libero queste due ragazze non si fermano mai e tra pochissimi giorni ad attenderle ci sarà il palco del nostro SIOS24 Winter, il 17 dicembre, alla Borsa di Milano. «Le startup sono aziende che hanno voglia di creare qualcosa di nuovo, e io con Luna Rossa ho fatto esattamente questo», conclude Maria Vittoria, scambiando un sorriso d’intesa con la sua amica e collega.