Federica Devoto e Erica Bertolini, laureate in fisica, sono state premiate per le loro brillanti tesi presso l’Istituto Galilei di Firenze
È l’anno in cui in Italia è arrivato il Nobel per la Fisica, conferito al professor Giorgio Parisi per i suoi studi sul caos nell’universo. E anche quello in cui, per la prima volta, alcune brillanti neolaureate sono state premiate per le loro tesi in Fisica Teorica. “L’obiettivo del riconoscimento è favorire e incentivare la presenza di giovani ricercatrici nell’ambito della fisica” si legge sul sito.
Un premio alle laureate in fisica
Il premio è stato assegnato lo scorso settembre al Galileo Galilei Institute di Firenze. Ed è intitolato alla scienziata Milla Baldo Ceolin, ordinaria di Fisica all’università di Padova già nel 1963 e direttrice dell’Istituto nazionale di Fisica Nucleare della stessa città. Tra le vincitrici della borsa, dell’importo di circa mille euro, Federica Devoto, 25enne di Genova, studentessa dottorale presso il dipartimento di fisica dell’Università di Oxford. Ed Erica Bertolini, un anno più grande, anche lei genovese e dottoranda al dipartimento di Fisica dell’Università di Genova.
Insegnare all’università il sogno più grande
Ottenere una cattedra da professore ordinario, e per di più in campo scientifico, sarebbe “il sogno più grande” confessa Federica a StartupItalia, nonostante “i tempi stiano cambiando”. E forse non è così lontano un traguardo come quello raggiunto dalla professoressa Ceolin negli anni Sessanta. “Quello della fisica è sicuramente un ambito dominato dagli uomini” ammette Federica, oggi titolare di un un contratto di quattro anni presso l’ateneo inglese, con “una borsa che mi permette di mantenermi”. Ma all’estero non è tutto oro quello che luccica, “la precarietà esiste anche qui, così come il predominio maschile nelle scienze”. Ma in Italia forse “gli importi degli stipendi sarebbero minori e si avrebbe qualche difficoltà in più”. E ad esempio, ad Oxford, “il capo dipartimento è una donna, benché anche qui sia un’eccezione, e ci si sforza di essere più inclusivi”.
I tempi stanno cambiando
Sarà “questione di tempo” dice Federica, convinta che la sua generazione farà la differenza in termini di parità. Anche in un settore maschile, come quello della fisica. Per lei, che si occupa “di fisica delle particelle, quindi dell’infinitamente piccolo e dei piccoli fenomeni che governano l’universo”, l’importante sarà non dover scegliere tra privato e carriera. “Vorrei che succedesse come per gli uomini, che fosse compatibile formare un famiglia con una carriera fatta di precarietà”. Federica ha adesso un contratto di quattro anni, e per il futuro vorrebbe “arricchire il mio bagaglio di collaborazioni anche all’estero, per poi tornare in Italia”.
Gli studi in fisica basati sull’astrazione
Lo stesso Erica, i cui studi si concentrano invece sulle “teorie di campo con bordo”. Qualcosa di estremamente astratto, focalizzato sull’analisi di teorie topologiche, che presentano peculiarità fisiche interessanti in presenza di bordi nell’ambito della materia condensata. Concetti complessi, ma che lei maneggia senza problemi. Al contrario “sarebbe molto più complicato per me svolgere mestieri da altri considerati semplici o che hanno a che vedere con la parola”. C’è un po’ di timidezza in lei, ma anche determinazione: “Sono testarda e penso che per raggiungere certi obiettivi basta proporselo”. Nessun piano b per ora né particolari difficoltà riscontrate nel percorso. Anche per lei il futuro “è nell’accademia, nello studio”.
Una scintilla scatenata dal Bosone di Higgs
Erano i primi anni Duemila, al liceo scientifico, quando per entrambe l’attrazione per la fisica, che c’è sempre stata fin da piccole, è diventata più netta. “Per me fondamentale è stata la scoperta del Bosone di Higgs, nel 2012”: è da lì che per Federica è scoppiata la scintilla. Il motivo per cui oggi la sua missione è “capire dove si nascondono i nuovi meccanismi della fisica”. Anche per Erica gli studi al liceo sono stati il trampolino di lancio, “quelli dei viaggi al Cern e gli stessi in cui è emerso come spiccassi nelle materie scientifiche”.
Adesso non resta che continuare sulla propria strada perché “spesso sono le donne stesse a porsi dei limiti” afferma Erica, “mentre tutto dipende dalla forza di volontà”. Dello stesso avviso Federica: “Le ragazze tendono a mettersi più in dubbio e a chiedersi se saranno in grado”. Soprattutto per la fisica teorica ci si fa “sovrastare dal pensiero che si possa risolvere gli arcani dell’universo”. Il segreto è non farsi intimidire. Se la materia “ci appassiona, bisogna provarci”.
Foto in alto: Andrea Piacquadio da Pexels