Di fronte a un muro grigio non servono parole per comunicare. Non importa se si parlano lingue diverse, se la cultura è differente, se le fasce d’età sono distanti. Ognuno ha alle spalle una storia, spesso molto difficile, ma bastano tempere, pennelli e bombolette spray per ritrovarsi fianco a fianco a rappresentare pensieri ed emozioni su una parete anonima, destinata a essere trasformata in un colorato murale.
Così, in un caldo pomeriggio di aprile, in uno dei cortili interni dell’Istituto penale per minorenni (IPM) Cesare Beccaria di Milano, la creatività e le idee di alcuni ragazzi detenuti si intrecciano con quelle di persone che lavorano nel mondo dell’economia e della finanza.
“Orizzonti”, un ponte tra dentro e fuori dall’IPM
L’attività rientra nel programma “Orizzonti”, progetto ideato da Fondazione Francesca Rava – NPH Italia ETS e sostenuto dal Gruppo Mediobanca per la formazione, l’inclusione e il reinserimento delle giovani e dei giovani di numerosi IPM in Italia.
L’obiettivo è far crescere una comunità educante consapevole e responsabile, pronta a sostenere le ragazze e i ragazzi e a prevenire ricadute, attraverso il coinvolgimento diretto in attività manuali e formative al fianco dei dipendenti volontari del Gruppo Mediobanca, delle educatrici della Fondazione Francesca Rava e di figure professionali specializzate.
Dopo aver realizzato numerose attività presso gli Istituti Penali per i Minorenni di Roma, Pontremoli, Napoli, Bari e Catanzaro, il progetto è tornato a Milano, presso l’IPM Cesare Beccaria, con la realizzazione di un murale.
L’arte accresce la consapevolezza emotiva
A coordinare i lavori del gruppo è Albania Pereira, arteterapeuta che da cinque anni segue il laboratorio di arteterapia all’interno dell’Istituto Beccaria: “L’arte ha tanti benefici: aumenta la consapevolezza emotiva, stimola l’intuizione, rafforza l’autostima e combatte la noia”, spiega, mentre mostra il bozzetto da riprodurre, con due arabe fenici che risorgono. Il messaggio dell’opera? “Per quanto può essere prezioso il nostro passato, è sempre il presente a definire quello che siamo”.
I ragazzi si affidano ai suoi consigli e sono pronti a seguirne i suggerimenti, anche quando si tratta di cancellare un disegno appena fatto, che non risulta ben inserito nel quadro complessivo. Perché la libertà di esprimersi è importante, è vero, ma bisogna anche imparare a collaborare con gli altri e a gestire le piccole e grandi frustrazioni che si possono incontrare al lavoro, in famiglia, nella vita.
I ragazzi detenuti che realizzano il murale fanno parte del Gruppo Avanzato: ciò significa che hanno la possibilità di uscire dal carcere per andare a lavorare e che per loro si avvicina il momento in cui potranno ricominciare da capo e costruirsi un nuovo futuro.
Il pomeriggio trascorso a dipingere con persone estranee li aiuta a tessere relazioni e costruire rapporti: se all’inizio sembra di percepire un po’ di chiusura, nel giro di poco invece la riservatezza lascia spazio all’empatia, alla voglia di scherzare, al desiderio di scambio reciproco. “La diversità genera ricchezza: avere la possibilità di accostare diversi punti di vista, modi di vivere, opinioni, idee ed esperienze porta un grande valore per tutti”, sottolinea Caterina Conti, responsabile delle attività educative di Fondazione Francesca Rava all’interno degli Istituti penali minorili dove opera la Fondazione.
Il punto di vista dei volontari e delle volontarie
Questo tempo condiviso fa bene ai ragazzi, ma anche ai volontari e alle volontarie del Gruppo Mediobanca: oggi ci sono Marco, Alessandra, Claudia, Barbara e Marzia, che si alternano ad altre colleghe e colleghi durante i tre giorni necessari per completare il murale. Lasciato in ufficio il computer, si confrontano con una realtà diversa e lontana dalla quotidianità, anche se per qualcuno nemmeno troppo. C’è chi ha già visto situazioni simili durante l’infanzia e l’adolescenza, e chi ha già avuto l’occasione di entrare al Beccaria, per esempio durante il Gruppo Mediobanca Sport Camp, oppure in occasione di spettacoli realizzati in anni più o meno recenti nel teatro del carcere. C’è chi nota con piacere che la struttura, in particolare il giardino interno, è stato rinnovato: i vialetti e l’impianto di illuminazione sono stati rifatti, il giardino è ben tenuto, le pareti tutt’intorno sono abbellite da murales.
La vita in un istituto penale a quest’età è difficile: non si è bambini e non si è ancora adulti, mentre si va alla ricerca di un fragile equilibrio, che possa resistere alle tensioni, ai momenti di sconforto, alle difficoltà che inevitabilmente si sperimentano. “Vedere detenuti così giovani colpisce molto: ti chiedi quante situazioni dolorose abbiano dovuto affrontare”, sottolineano le volontarie e i volontari. “Dovrebbero poter fare quello che fanno i loro coetanei e invece si ritrovano qui, per aver compiuto reati da giovanissimi: bisogna riflettere e investire sul futuro delle nuove generazioni”.
Un’opportunità concreta di ripartenza, inclusione e riscatto
“Orizzonti”, che si rivolge a persone di età compresa fra i 14 e i 25 anni si inserisce nell’ambito di “Palla al Centro”, progetto più ampio a cura della Fondazione Francesca Rava, destinato a trovare attuazione nei 17 IPM presenti sul territorio nazionale grazie a un Protocollo d’Intesa sottoscritto con il Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità.
In questo caso, con il progetto Orizzonti, a essere coinvolti sono gli Istituti penali per minorenni di Milano, Pontremoli, Roma, Napoli, Bari e Catanzaro. All’interno di queste sei realtà vengono e verranno proposte diverse attività nel corso del tempo: dall’imbiancatura delle strutture penitenziarie ai corsi teorici e pratici di giardinaggio fino ai laboratori di taglio e decoro, per acquisire nuove competenze ed imparare nuovi mestieri, valorizzando la cultura del bello. Ai ragazzi e alle ragazze coinvolte verrà inoltre offerta la possibilità di realizzare dei murales, come già avvenuto al Beccaria, e di beneficiare così della funzione curativa dell’arte per astrarsi dalla realtà detentiva.
E ancora, nella programmazione sono previsti corsi di pet therapy, volti a rafforzare le capacità comunicative e relazionali e a migliorare l’autostima e la collaborazione attraverso l’aiuto reciproco, ma anche corsi di rianimazione cardiopolmonare e disostruzione e infine momenti di condivisione di testimonianze da parte di medici volontari della Fondazione Francesca Rava, intese a trasmettere l’importanza di salvaguardare la vita umana.