Il mare da sempre è associato all’idea di libertà, al superamento dei confini prestabiliti per vedere che cosa c’è “oltre”, per raggiungere mete che si credevano impossibili se non, addirittura, inesistenti.
E anche la prima scuola di vela rivolta a persone con diverse disabilità, lanciata a La Spezia, va in questa direzione: andare oltre le barriere. A volte dovute più a obsoleti retaggi sociali e culturali che reali. Perché il mare è di tutte e tutti, ma anche per tutte e tutti. L’iniziativa è nata dalla collaborazione tra la Marina Militare, Comando Interregionale Marittimo Nord e la Lega Navale Italiana, sezione spezzina: si tratta della prima scuola di vela Hansa 303, un progetto per la promozione degli sport acquatici a carattere marinaresco a favore di persone con disabilità.
A vela senza barriere
La neonata scuola propone una formazione nautica per persone di età superiore ai 14 anni, con disabilità fisica, intellettiva e psichica. I corsi sono svolti a bordo di imbarcazioni particolarmente adatte per consentire a tutte e tutti di avvicinarsi al mare e alla vela senza barriere. Le Hansa, infatti – sottolinea la Lega Navale Italiana – sono un tipo di deriva estremamente stabile e maneggevole, che si caratterizza per le vele colorate ed è in grado di assicurare massima libertà e sicurezza nella pratica dello sport e nel contatto con l’acqua.
In mare per una “nautica solidale”
In occasione della presentazione del progetto l’ammiraglio di squadra Donato Marzano, presidente della Lega Navale Italiana, ha voluto mettere in luce come «l’attenzione verso i più fragili e l’inclusione di tutti nelle attività sociali e sportive, a prescindere da disabilità e condizione di svantaggio socio-economico, è uno dei compiti statutari della Lega Navale Italiana, fondata proprio alla Spezia 127 anni fa», per questo l’associazione ha creduto molto sulla formazione di istruttori esperti di “nautica solidale” che potessero realmente realizzare un avvicinamento senza barriere al mare.
La tradizioni marinare per tutte e tutti
«Dalla sinergia con la Marina Militare nasce questa idea di andare oltre gli stereotipi legati alla disabilità, che non devono impedire l’approccio al mondo della vela. Cerchiamo di portare avanti un hobby e di insegnare, per chi vuole, anche un possibile lavoro, come accompagnatore velista o istruttore. Dipende da persona a persona, partendo dal mantenimento delle tradizioni legate al mare in modo ludico, per poi approfondire i vari ambiti specifici», spiega Francesco Costa, vicepresidente della Lega Navale Italiana sezione Spezia a Startupitalia, che sottolinea come si tratti di un progetto integrato, che mira a promuovere non solo l’autonomia, ma anche la piena inclusione sociale e culturale.
Alla scoperta di un mondo nuovo con un sano spirito di gruppo
«Non solo insegniamo come comportarsi in barca e come si “guida” l’imbarcazione, ma con questi progetti cerchiamo di creare una zona di comfort dove ogni persona si possa sentire protetta, a proprio agio, e di conseguenza promuoviamo la formazione di uno spirito di gruppo tra le ragazze e i ragazzi che partecipano alle attività. Qui ci si tuffa in un mondo nuovo, secondo le proprie potenzialità», aggiunge Costa. Il tutto è strutturato e realizzato, oltre che con gli istruttori di vela, con l’ausilio delle competenze tecnico-scientifiche di un’equipe composta da un sociologo, uno psicologo e istruttori di vela, in modo da assicurare il monitoraggio delle condizioni e dei progressi psico-fisici dei partecipanti.