Difficile non ammettere che Assassin’s Creed Shadows non sia un titolo completo e, con ogni probabilità, il più ampio e vasto della saga, non tanto in termini di mappe tridimensionali (che anzi tornano per fortuna a essere più raccolte ma anche un po’ più variegate), quanto dal punto di vista di soluzioni ludiche offerte, avendo optato per un dualismo – dato dalla presenza di due personaggi antitetici, l’Assassina shinobi Naoe e il samurai Yasuke – che ha l’ovvia intenzione di accontentare un po’ tutti: sia gli amanti degli stealth game sia quelli che ai combattimenti all’arma bianca proprio non vogliono rinunciare. Ma riesce ad approfondire entrambi gli aspetti?
Assassin’s Creed Shadows, sol calante sul Giappone dei misteri
Da almeno 20 anni si vociferava di un titolo della saga ambientato nel Paese del Sol levante. Infine, eccolo. Purtroppo arriva nell’esatto momento in cui Ubisoft sta attraversando la crisi economica ed esistenziale più turbolenta della sua storia. Ma per fortuna, a differenza di altri titoli recenti (qualcuno ha forse detto Skull and Bones?), le vicende contingenti e gli slittamenti non hanno influenzato la qualità di Assassin’s Creed Shadows. Che è un titolo davvero godibile.

Probabilmente non vi farà vivere la magia dell’episodio fiorentino e nemmeno la sensazione di infinita libertà sperimentata la prima volta che si salpava in Assassin’s Creed Black Flag, ma resta un titolo che merita rispetto in quanto solido, curato e strabordante di attività secondarie, tra cui il miglior editor per mettere in piedi la propria tana che si sia mai visto nella serie.
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Poi, certo, la maggior parte del tempo si gioca inseguiti dalla sensazione che gli sviluppatori abbiano fatto un buon compitino e nulla più, senza mai eccedere; che il mondo di gioco sia ricco ma non vivo e vibrante, piuttosto un set teatrale particolareggiato ma comunque di posa; che le fasi stealth sarebbero potute essere più emozionanti se l’intelligenza dei nemici fosse stata più elaborata e che quelle di combattimento sono sì dinamiche ma mai realmente profonde.

Assassin’s Creed Shadows si barcamena tra situazioni ludiche spesso variegate, ma non ha mai l’agilità del ninja. Allo stesso modo le ambientazioni sono bellissime: è il primo episodio della saga nato per le console d’ultima generazione e regala scorci da cartolina. Tuttavia dopo una ventina d’ore inizia a intravedersi un certo riciclo degli asset, tra torri, fortezze e templi che immancabilmente si ripetono.

Al netto di queste sbavature, dovute probabilmente a meccaniche che dovranno essere obbligatoriamente rinnovate perché figlie di un tempo ormai lontano, videoludicamente parlando, abbiamo comunque per le mani un episodio riuscito e capace di essere appetibile a una larga platea di videogiocatori.
Il risultato complessivo è un titolo godibile dall’inizio alla fine, senza mai quei guizzi di originalità che l’avventura dei due guerrieri avrebbe potuto avere solo osando maggiormente. Appare ormai evidente che il prossimo capitolo della saga, indipendentemente dall’era storica nella quale sarà ambientato, dovrà essere di rottura e mostrare più coraggio. Ma intanto siamo lieti di prendere parte a questa validissima esperienza in un Giappone feudale avvincente e ben ricreato.