Mettersi nei panni di chi non ha più nulla da perdere. Ma tanto da restituire a persone ben più pericolose di lui. Crime Simulator, titolo indie disponibile su Steam, è un simulatore nel quale non esiste morale perché in questo mondo manca proprio spazio per i buoni sentimenti. Impersoniamo quello che si potrebbe definire non proprio uno stinco di santo. Appena uscito di prigione trova subito i problemi della vita precedente ad attenderlo: deve ripagare un debito, costi quel che costi.
Crime Simulator, la recensione
Ha inizio così l’avventura di Crime Simulator, videogioco sviluppato da CookieDev e incentrato su missioni che danno una certa libertà sullo stile: per chi è amante dello stealth c’è di che sbizzarrirsi, anche se a volte irrompere con forza bruta in un magazzino o in un’abitazione rompe gli schemi e inietta una bella dose di adrenalina.

Come impone il genere si gioca in prima persona. Le ambientazioni sono grezze: texture e sprite raggiungono bene o male la sufficienza anche perché tutto è funzionale all’azione. Le case sono lo spazio in cui dovremo agire affinando sempre di più le nostre abilità di scassinatori e ladri. L’obiettivo è raccogliere oggetti di valore e racimolare mano a mano una somma sempre più alta.

Uno degli elementi più interessanti è la possibilità della cooperativa, fino a quattro giocatori. Le scorribande in compagnia degli amici assumono un gusto decisamente diverso, che contiene il rischio di ripetitività avvertibile missione dopo missione. L’AI degli avversari (spesso ignari inquilini appisolati) non è delle più sveglie.

Crime Simulator è un prodotto a suo modo discreto, che ha il pregio di andare controcorrente, proponendo non tanto un antieroe, ma proprio un cattivo comune. Una persona in cui, sulle prime, è davvero fastidioso immedesimarsi. La storia, a dirla tutta, non fa luce più di tanto sul suo passato.