Più che il ritorno, siamo agli esordi dello slayer. DOOM: The Dark Ages è finalmente disponibile per gli amanti di una delle saghe videoludiche più iconiche degli ultimi decenni. Riconosciuto senza possibilità di smentita come il re degli FPS, il nuovo titolo di id Software va a completare la trilogia moderna battezzata nel 2016 con DOOM a cui poi si è aggiunto nel 2020 DOOM Eternal. L’ultimo arrivato è il prequel degli ultimi due videogiochi e ci propone un’esperienza come al solito al cardiopalma, frenetica, in un mondo infernale dove l’ex marine spaziale degli anni ’90 veste i panni di una sorta di divinità di pochissime parole e moltissimissima azione e forza bruta.
DOOM: THe Dark Ages, la recensione
L’ultimo arrivato nella famiglia di DOOM è forse tra i titoli che più hanno cercato di proporre una storia, arricchita con cinematiche e capace di inserirsi con grazia senza fare perdere la pazienza al gamer che ogni volta freme, pad alla mano, prima che il titolo riparta. Gli scenari che lo slayer ha attraversato finora sono perfettamente riconoscibili in The Dake Ages, anche se in questo prequel il mondo di gioco spicca per alcuni dettagli medievaleggianti.

Lo sappiamo, sono elementi che faranno cascare la mascella agli appassionati di un sottogenere del fantasy, dove modernità e antichità si fondono alla perfezione. Doppiato in italiano, DOOM The Dark Ages è semplicemente stupendo da seguire grazie a un’interpretazione superba degli attori, non soltanto dei protagonisti ma anche di tutte le figure che incontreremo (e schiacceremo lungo il cammino).
Leggi anche: Doom compie 25 anni. E li festeggia alla grande con Doom Eternal su Switch

Pur inserendosi in una nutrita libreria videoludica, parliamo pur sempre di DOOM. Chi non è particolarmente interessato a seguire l’evoluzione della trama o non conosce a memoria la lore dell’IP può banalmente fregarsene e considerare il prodotto anzitutto per quel che è: uno sparatutto in prima persona che da generazioni tiene incollati i gamer allo schermo. DOOM: The Dark Ages è un titolo sicuramente autonomo che, una volta terminato, spalanca le porte della rigiocabilità e, perché no, ai novellini potrebbe far salire la voglia di farsi prendere per mano dallo slayer per recuperare i titoli del passato.

DOOM: The Dark Ages è un titolo che propone un gameplay ancorato al passato, ma che si sporge (e neanche così poco) sul futuro della saga. Bocche di fuoco, assalti ravvicinati, bombe, musica rock d’accompagnamento pesante: insomma, il machismo in versione videoludica. Eppure, come anticipato già da tempo, i gamer saranno senz’altro curiosi di conoscere le novità che id Software ha sviluppato. Lo scudo, certo, quello è una delle parti essenziali del videogioco.
Leggi anche: Il modo migliore di rivivere gli Anni ’90? Giocare a Doom

Si tratta di uno degli elementi dell’arsenale che hanno incuriosito di più il pubblico. Normalmente inteso come strumento di difesa, lo scudo in DOOM: The Dark Ages diventa in realtà un’arma per stordire gli avversari e ribaltare una posizione di svantaggio in una vittoria schiacciante. Bene ha fatto id Software ha integrare questa nuova funzione dello slayer, che tra parate e contrattacchi potrà destreggiarsi in arene più o meno ampie. Come dite? Certo, ovviamente, lo scudo si può lanciare.

Ci sono poi le arme melee, contundenti e letali. In questo videogioco sono tre, da raccogliere nel corso dell’avventura e che danno sfogo ad altrettanti stili di attacco differenti. Insomma il menu di gioco vi costringerà – un vero peccato – a sporcarvi le mane con il sangue degli avversari in un clima come sempre apocalittico. Con la compagnia dello slayer non ci saranno però momenti di vero sconforto: dopo ogni morte sarete ancora più gasati per distruggere i nemici.

A livello grafico DOOM: The Dark Ages giunge su Xbox e PC in una condizione davvero invidiabile. Avendo abituato i gamer a una fluidità costante, perfino nei momenti più concitati, le aspettative sono di un videogioco che non molla mai un centimetro sulla qualità del frame rate. Vi dobbiamo tuttavia avvisare: per chi gioca su PC vanno rispettati requisiti minimi: lato CPU AMD Zen 2 o Intel 10th Generation, per quanto riguarda la RAM servono almeno 16 GB. Attrezzatevi dunque per accogliere lo slayer come meglio si deve. L’inferno vi aspetta.