Armaan Sandhu, lo sviluppatore solitario che anima Frostwood Interactive con Forgotten Fields ci cala negli stropicciati panni di Sid, un ragazzo che gira pigramente per la propria stanza afflitto da una scadenza importante per l’indomani che a quanto pare non riuscirà a rispettare.

Non è tanto importante cosa faccia Sid nella vita (è uno scrittore nel pieno di un blocco creativo) perché chiunque di noi ha vissuto la medesima situazione: la scadenza importante dell’indomani poteva essere un esame universitario, una interrogazione o la consegna di un articolo.

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Ma si è in quella fase della vita in cui, sopraffatti dalle responsabilità che comporta partecipare alla gara quasi si preferisce non prendere parte alla competizione, lasciandosi tutto alle spalle. E infatti Sid quando riceve una telefonata che potrebbe portarlo tutto il giorno lontano da casa prontamente accetta.

Il giocatore si limita a vivere passivamente gli eventi, ascoltando le belle musichette ambientali, molto anni ’80, che Forgotten Fields propone, partecipando pigramente ai pochi enigmi ambientali che ci separano ai titoli di coda. L’esperienza per quanto compatta è ricca e il gioco trasmette ben diverse emozioni, peccato per la mancanza della localizzazione in italiano.