Hannah ti catapulta nei sogni. O meglio negli incubi di una bambina che vive negli anni ’80 e che va alla ricerca della sua bambola scomparsa. L’ambientazione rétro-surrealista è curata con una certa attenzione per i dettagli dell’epoca: floppy disk, VHS, televisori ingombranti e scenari pienamente degradati raccontano di un passato burrascoso, con tante cose da fare riemergere.
Da un certo punto di vista il videogioco ricorda le schermate di Little Nightmare, con il nostro avatar piccolo piccolo costretto a calpestare un terreno pieno di minacce. Lo stile visivo, assieme alla colonna sonora composta da Adrián Terrazas, riesce a creare un’atmosfera densa, psico-horror. Il titolo è disponibile su PC e Xbox.
Hannah, la recensione
Sviluppato da Spaceboy Hannah ha un gameplay che mescola platform 3D, enigmi ambientali e fasi stealth occasionali. Ci si arrampica, si spingono casse, si azionano leve e ingranaggi. Le scelte di Hannah influenzano ambientazioni e finali, proponendo quattro esiti diversi. In alcuni frangenti, gli enigmi più semplici (“spingi la cassa”) cedono il passo a puzzle narrativi più complessi e soddisfacenti, ma non sempre il gameplay riesce a reggere l’ambizione creativa.

La telecamera è spesso troppo distante, rigida o ostica, il che penalizza precisione e percezione spaziale. Il rischio di cadere nel vuoto per mancanza di mira è dietro l’angolo. E anche se il respawn è rapido, la frustrazione resta palpabile. I controlli hanno alti e bassi: funzionano se ti muovi su superfici stabili, altrove meno. Il feeling di gioco non è sempre fluido: le collisioni imprecise e piccoli bug di animazione spezzano l’immersione.

Non è dunque un titolo perfetto, ma ha un quid che potrebbe senz’altro conquistare i gamer in cerca di uno storia angosciante, di quelle che sanno rendere indimenticabili le accaldate serate estive. La durata non è tra l’altro esagerata: l’esperienza si conclude in qualche ora, ideale per chi non cerca un commitment lungo. Se piacciono le atmosfere dark, i puzzle ambientali e il retrogaming inquietante, Hannah ha quel che occorre. La direzione artistica ha lavorato molto bene sulla scenografia di situazioni da incubo.

Per gli amanti dell’horror e delle narrazioni visive, sarà un viaggio affascinante. Hannah è un racconto onirico e perturbante, non perfetto ma a suo modo originale. Vale la pena anche per via del prezzo, soprattutto per chi è curioso di esplorare un prodotto indie con personalità, atmosfera anni ’80 e un’anima horror.