Il riassunto che potremmo farne è il seguente: mai un attimo di tranquillità. Sì, perché al cospetto di un action survivorslike come Hordes of Hunger la parola d’ordine è tenere sempre alta l’attenzione dato che la prossima ondata è proprio dietro l’angolo. Il titolo di Hyperstrange, che abbiamo testato su Steam, è un videogioco ispirato a un canone estetico medievaleggiante che potrebbe catturare all’istante gli appassionati di tripla A del calibro di The Witcher. Vediamo più da vicino se oltre alla grafica c’è anche della sostanza (da affettare a colpi di spada).
Hordes of Hunger, la recensione
Sarebbe stato un peccato privare Hordes of Hunger di un minimo di trama. E infatti gli sviluppatori non hanno commesso questo errore marchiano apparecchiando una storia tutto sommato già vista, ma che regge bene e si squaderna incontro dopo incontro. Il personaggio si chiama Mirah ed è una combattente destinata a fronteggiare orde demoniache e spaventose di mostri.

Il suo mondo è stato devastato, ma perlomeno è riuscita a salvare la propria famiglia, ridotta però allo stremo. Con un arsenale inizialmente essenziale dovrà farsi strada tra le viuzze e le piazze di piccoli villaggi dove, indisturbati, i mostri hanno preso il sopravvento. Lo schema è quello delle arene: ogni missione ci porterà a giocare in spazi più o meno stretti, sempre in schiacciante inferiorità numerica.

Adrenalinico? Sì, il giusto. Difficile? Non certamente ai livelli dei soulslike. Il combat system è appagante, con armi e magie che vanno mano a mano a potenziarsi. Pure il sistema di progressione è incoraggiante e dà riscontri frequenti: dopo un tot di uccisioni si potrà scegliere come ramificare le abilità del personaggio scegliendo una tra tre carte.

A livello grafico i biomi di gioco sono ben sceneggiati, con dettagli niente male che evidenziano un lavoro certosino da parte degli sviluppatori. I pattern dei nemici non sono però impeccabili e la loro AI non risulta tra le più acute: non basta entrare in un’arena per attirare l’attenzione dei nemici, che si attiveranno soltanto quando ci avvicineremo a loro, dando il via a un effetto domino.

Oltre a combattere bisogna anche interagire con l’ambiente, sbloccare meccanismi e leve nei pochissimi secondi liberi a disposizione. In alcune situazioni l’epica medievale cede il passo a un trash medievale reso esasperato da un bestiario che è sì da incubo ma a volte fin troppo esagerato nelle estetiche brutali, adatto proprio a chi non ha problemi di stomaco a confrontarsi con sangue, scheletri e cosette infernali. Non perfetto, Hordes of Hunger è tuttavia un videogioco a buon mercato, divertente e non così frustrante come potrebbe suggerire l’idea di sopravvivere a ondate e ondate di morte.