Il Giappone è un’altra cosa, specie per un europeo. Un Paese diverso per la sua storia, ma anche per viabilità e strade, per abitudini e tradizioni. La storia di Japanese Drift Master è a suo modo un tuffo nella cultura nipponica, spaesante per questo giovane polacco che in estremo oriente non vuole rinunciare alla passione per i motori. Allacciate le cinture e preparate ad affrontare una mappa di gioco sufficientemente ampia per imparare uno stile di guida, il drift, proprio là dove è nato grazie a Kunimitsu Takahashi.
Japanese Drift Master, la recensione
Ci sono titoli racing che fanno parlare soltanto i motori e si dimenticano della storia di chi è al volante. E non è per forza un male. Japanese Drift Master ha deciso di mixare le cose e di proporre sì corse a rotta di collo sulle scenografiche e strette vie giapponesi, aggiungendo però un racconto in stile manga. La storia di Touma non è nulla di sensazionale – la passione che non conosce i confini, lo straniero che si fa accogliere da una community locale – ma è senz’altro arricchita da tutte quelle schermate.

Invece di realizzare cinematiche col rischio che risultassero banali, la software house polacca Gaming Factory ha voluto usare un linguaggio più autentico e legato al Giappone. Ambientata a Guntama, ispirata alla regione di Honshu, l’avventura è strutturata su tavole manga. L’effetto complessivo è davvero divertente e spettacolare, ideale per gli amanti di quella terra lontana e delle magie che può regalare, a motori spenti così come sfrecciando sulle strade.

Japanese Drift Master alterna missioni che altro non sono che corse. In alcuni casi sono gare clandestine, in altri più modeste consegne di cibo a domicilio. Ovviamente l’invito della software house è a portare il sushi di turno con uno stile al volante tutt’altro che prudente, ma infilandosi nel traffico come un ninja.

A livello grafico non si poteva certo raggiungere un livello come Forza. Ci sono glitch e alcune sbavature quando si corre, ma nulla di imperdonabile a nostro avviso. Da premiare invece il comparto audio, con rombi di motore che mostrano tutta la personalità delle auto. Le vetture sono le più adatte per questo tipo di corse e tutte ovviamente personalizzabili a secondo delle esigenze. Tra i marchi a disposizione citiamo Toyota, Mazda, Nissan e Subaru.

La guidabilità, in terza o in prima persona, è a nostro avviso discreta. Il videogioco premia senza ombra di dubbio la tecnica e non il banale premere sul pedale dell’acceleratore. Gli ostacoli sono davvero tanti – mobili e fissi – e questo significa che è imperativo maneggiare al meglio volante e freno a mano.

Divertente? Senz’altro. E soprattutto ideale per chi vuole dare una chance a un titolo racing capace di catturare il gamer non soltanto con un’infinità di corse, ma con missioni che modellano la storia e narrano le vicende di un giovane con tanta voglia di mettersi in gioco e al volante.