Nel panorama dei picchiaduro vintage l’offerta abbonda e distinguersi non è affatto semplice. Il richiamo ai cabinati e alle sale giochi del secolo scorso vale ancora come gancio di marketing per incuriosire parecchi gamer. D’altra parte in molti casi le software house indie evitano di strafare e semplicemente preferiscono optare per un gameplay standard, magari con una maggiore cura legata alla grafica. Maiden Cops è il titolo sviluppato da Pippin Games per riportare ordine, pace e giustizia in una città devastata.
Maiden Cops, la recensione
La storia è assolutamente dimenticabile. Priscila, Nina e Meiga sono le protagoniste giocabili di questa avventura tutto sommato breve per durata. Sette le missioni che ci condurranno in varie zone della città per fronteggiare i cosiddetti Liberatori, membri di un gruppo che ha invece l’unico scopo di mettere sotto scacco la popolazione.

In Maiden Cops le battaglie a suon di pugni e armi bianche non contemplano la presenza maschile. Si tratta di una resa dei conti tra donne, sia a piedi sia in movimento in divertenti sessioni sul sellino di una moto. Nel complesso il combat system è divertente e richiede tempismo, abilità nell’eseguire le varie mosse, oltre che di mettersi nella giusta linea di tiro per evitare colpi a vuoto.

Fin da subito si nota che la software house ha voluto inserire una certa dose di fan service. Non male la possibilità del cooperativo in locale. Infine esistono due opzioni di gioco, una con 5 vite a disposizione e un’altra più magnanima che non condanna a ricominciare tutto da capo. Senza infamia e senza lode, Maiden Cops è un prodotto disponibile su console e PC che punta anzitutto a una nicchia di appassionati del genere.