Il trasloco è una croce che, prima o poi, tocca a tutti. C’è chi magari trova entusiasmante impacchettare la propria vita in scatole ben etichettate per spostarsi altrove. Chi scrive appartiene invece al gruppo di persone che preferirebbe avere la bacchetta magica di mago Merlino – com’è che era, Higitus Figitus! – e sistemare ogni cosa in pochi secondi. Proprio con questo approccio ci siamo calati nel titolo di questa recensione, Moving Houses, disponibile su PC e console, edito da Eastasisoft e sviluppato dalla software house canadese Gord Games.
Moving Houses, la recensione
Moving Houses è un gioco in prima persona ambientato in una anonima casa situata in una anonima periferia. Potremmo essere in una città qualunque, non importa. Non conosciamo neppure la storia del nostro alter ego, chiamato al compito più gravoso: sistemare ogni oggetto, mobile e quant’altro per metterlo negli scatoloni e dare il via al trasloco.

Non siamo di fronte a un titolo competitivo. Moving Houses è invece una sorta di avventura narrativa in cui il gameplay è al servizio della trama. Quel che accade all’inizio è decisamente prevedibile: dobbiamo prendere i vari oggetti e disporli (o buttarli) a bordo del furgone parcheggiato nel vialetto di fronte casa. Per farlo potremo adottare lo stile che preferiamo: preciso e ordinato, oppure casinista. Non importa, il titolo è clemente e non distruggerete nulla.

Mano a mano che si procede nel videogioco – dura una manciata di ora – ci si accorge di alcune stranezze. Porte che si chiudono da sole, quadri che cadono. Forse è la stanchezza che ci gioca brutti scherzi? Moving Houses inscena un horror che non scade in qualcosa di già visto: propone invece un’avventura surreale dove una giornata soleggiata in cui tutto è ordinario lascia spazio a una notte di tensione.

A livello di giocabilità Moving Houses propone una fisica dei movimenti volutamente goffa, prestando l’assist a un modo di fare caciarone e spensierato. Lanciare quadri e sedie può risultare divertente. Ma fate attenzione a quel che accade intorno a voi: la software house ha sparso qua e là stranezze più o meno grandi che vi insospettiranno sempre di più.

Non ci sono jump scare ma chi non è proprio un cuor di leone dovrà rimanere concentrato nelle ore più buie, quando il timido fascio di luce della torcia ci mostrerà quel che accade di fronte a noi. Ombre, rumori, gelidi silenzi farciscono l’altra parte del titolo, quella più divertente e originale, che prende la scusa di un trasloco per inscenare qualcosa di davvero insolito.