Per alcuni l’epoca d’oro dei platform 2D sarebbe dovuta terminare con la fine del Super Nintendo, nel 1996. È il 2024 e uno dei generi più gettonati è proprio quello che ha reso grandi Super Mario, Sonic & Co., continuamente ravvivato dalle idee frizzanti di startup innovative e software house indipendenti. E Pepper Grinder, per sua e nostra fortuna, è uno di quei titoli che dimostrano come l’intera categoria abbia ancora molto da dire.
Pepper Grinder, videogioco profondo
Sviluppato dai ragazzi di Devolver Digital, Pepper Grinder applica a un genere ormai inflazionato meccaniche tutte nuove che vertono sull’abilità dell’eroina di scavare nel sottosuolo per rinvenire gemme preziose e altri tipi di tesori. Non si tratta però di un carotaggio lento e svogliato, come quello di una ruspa, ma di un’azione frenetica paragonabile al surf (non a caso c’è una sequenza in cui si surfa realmente sulle onde).
Prendete Sonic, immaginate che il porcospino corra lungo gli spazi pieni del livello penetrandoli come fa il coltello caldo nel burro o il proverbiale grissino con una certa marca di tonno, evitando invece quelli vuoti e avrete una idea delle meccaniche sovvertite di Pepper Grinder.
Sulle prime occorre ambientarsi un minimo, dato che vedendo, chessò, una pozza di lava anni di platform 2D tradizionali ci spingono a saltarla anziché evitarla passandole sotto (o correndo nello spazio occupato dal soffitto).
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Il divertimento però è assicurato, grazie a livelli studiati in modo da essere i più frenetici possibili e boss che chiamano in causa questa peculiare caratteristica e andranno dunque abbattuti tenendo a mente le specificità di Pepper Grinder.
Visivamente molto carino, veloce e frenetico quanto piace a noi, è tra i platform 2D più frizzanti dell’ultimo periodo. Da prendere al volo.