Elaborare un lutto è come affrontare un viaggio, anzitutto in compagnia delle proprie emozioni, interrogandosi su tante cose date per scontate fino a quel momento. Si cercano risposte a domande che non si possono più porre alla persona scomparsa. Tales of Kenzera: ZAU parte dalla nostalgia per chi non c’è più, fin dai primi secondi. Il comparto videoludico è ricco di esperienze che mettono in scena con maturità ed estremo tatto uno dei dolori più grandi con cui, prima o poi, purtroppo chiunque deve confrontarsi. Il videogioco, sviluppato da Surgent Studios, è un inno alla famiglia, al legame e alla capacità di rialzarsi.
La recensione di Tales of Kenzera: ZAU
Tales of Kenzera: ZAU – che abbiamo provato sulla next gen di Xbox – è un metroidvania, con schermate a scorrimento orizzontale e ricco di dinamiche platform, tra passaggi da sbloccare e piccoli enigmi ambientali da risolvere. La storia è semplice, ma non monodimensionale: il protagonista è un giovane sciamano di nome Zau, costretto a fare i conti con la perdita del suo Baba, il padre.
Lo incontriamo immediatamente, mentre confida alla madre quanto ne senta la mancanza. Fondata da Abubakar Salim (che ha prestato la voce al protagonista del videogioco), la software house ha puntato su un’esperienze autentica, in uno scenario africano che non risultasse stereotipato e finto. Ecco perché gli sviluppatori hanno deciso di inserire la lingua kiswahili oltre all’inglese per i dialoghi.
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Il gameplay di Tales of Kenzera: ZAU ruota attorno a due componenti: fasi d’esplorazione e di combattimento. Pur avendo un ridotto margine di spostamento date le due dimensioni, il videogioco controbilancia con una fluidità notevole nei movimenti, con capacità magiche e acrobatiche a comporre un albero di abilità degno di questo nome.
Zau è un figlio che punta a ingannare il fato. Per questo viaggia in compagnia del dio della morte Kalunga con l’obiettivo di far tornare in vita il suo papà. La sinossi, come si intende, suggerisce un finale ricco di spunti di riflessione, con quel misto di tristezza e commozione tipica di certe trame incentrate su perdita e lutto. A livello grafico Tales of Kenzera: ZAU è un prodotto di straordinaria bellezza: i fondali non sono banali riempitivi e i vari boss rappresentano il frutto di un grande lavoro creativo.
In circa sette ore Tales of Kenzera: ZAU giunge ai titoli di coda, non deviando praticamente mai dalla storia principale. L’esperienza è anzitutto accessibile, con un misurato livello di sfida che non vuole mai sfociare nella frustrazione. L’obiettivo, come si è detto, è molto più importante: raccontare una storia e la progressione di un protagonista verso la propria verità.