Esattamente dodici mesi fa, nella calda estate del 2023, mentre i più tra voi erano stesi al mare o impegnati in scarpinate montane, noi eravamo davanti a console e PC per recensire, in tempo per il vostro rientro, l’ottimo Super Mario Bros. Wonder. Mai avremmo pensato, 12 mesi dopo, con la Switch che ormai ha compiuto sette anni, di recensire un nuovo capitolo di Zelda. Invece The Legend of Zelda Echoes of Wisdom ci ha tenuto compagnia per buona parte delle ferie.
Recensione di The Legend of Zelda Echoes of Wisdom
Il ritorno a uno stile “chibi”, già visto nel delizioso remake di The Legend of Zelda – A Link’s Awakening, non è la sola novità di The Legend of Zelda Echoes of Wisdom, che debutta a stretto giro dall’ottimo The Legend of Zelda – Tears of the Kingdom. Per quest’ultimo (su Switch) capitolo Nintendo (ma il gioco è sviluppato da Grezzo, responsabile tra i vari progetti dei porting degli Zelda per N64 su 3DS) ha infatti pensato bene di sorprendere tutti facendo scendere in campo direttamente sua maestà Zelda.
Da anni si vociferava che in quel di Kyoto volessero dare maggior risalto al personaggio che in fondo dà il nome alla saga e la recente ventata femminista, oltre ad aver travolto le principessine Disney, a quanto pare sembra aver spinto il colosso nipponico a dare fiducia a questa possibilità, relegando una volta tanto il prode Link al ruolo di semplice comprimario da salvare.
Un capovolgimento dei punti cardinali che non si traduce in un mero cambio di skin, dato che Zelda, a differenza di Link, non usa spade, archi, boomerang e bombe per combattere. Non combatte proprio. O quasi. Ma è ancora troppo presto per anticiparlo.
L’eroina votata alla custodia della Triforza della Saggezza sfrutta infatti la magia anche se in The Legend of Zelda Echoes of Wisdom dovrà fare ricorso ai poteri della misteriosa Tri, una fata che incontra subito dopo che il povero Link, al termine dell’ennesimo combattimento contro Ganon, viene inghiottito da uno squarcio dimensionale che, immediatamente, si allarga a macchia d’olio in tutta Hyrule, arrivando ad assorbire persino il Castello coi suoi abitanti, sovrano incluso.
The Legend of Zelda Echoes of Wisdom è un capitolo a dir poco di rottura: apparentemente è più classico che non si può, tanto da riproporre la visuale isometrica dei primissimi capitoli, ma poi dona al giocatore una serie di attrezzi utili a rompere il gioco.
Replicare per combattere
La capacità di Tri di replicare oggetti dello scenario (giare, letti, piante, casse, ecc…) e nemici è proprio questo: un piede di porco utile a scardinare trent’anni di enigmi basati sull’assunto che per procedere in una determinata area si dovesse avere l’oggetto giusto.
Pensate alla classica situazione, ovviamente presente anche in The Legend of Zelda Echoes of Wisdom, nella quale un Frammento di cuore – necessario per ampliare la riserva vitale della protagonista – si trovi in cima a una colonna. Nei vecchi capitoli avremmo avuto bisogno del boomerang o del rampino per recuperarlo: qui basterà impilare, evocandoli, alcuni oggetti o, perché no, una colonna d’acqua così da nuotarci dentro sfruttandola come ascensore.
Questa particolarità non può ovviamente essere sfruttata all’infinito ma può essere combinata con l’evocazione dei mostri: ogni volta che sconfiggeremo un nemico acquisiremo la facoltà di evocarne una copia sul campo di gioco. E allora ecco che prima possiamo materializzare un arrosto per attrarre alcuni tirapiedi di Ganon in un luogo prestabilito e poi un mostruoso LikeLike che li divori, facendo scattare una trappola.
Non sarà il solo modo di combattere “per interposta persona” previsto dagli sviluppatori dato che grazie alle invenzioni di Danpei (sì, il tombarolo più inquietante del Regno, ora scienziato pazzo) potremo scatenare gli automi più improbabili contro gli sgherri di Ganon.
Replicare per risolvere gli enigmi
Le repliche invece saranno la nuova chiave con cui sbloccare i numerosi enigmi ambientali, specie nei dungeon: se una grotta posta su di un dislivello ha l’accesso bloccato da una ragnatela potremo anzitutto accatastare della mobilia in legno, quindi evocare un nemico infuocato per creare un gran falò.
The Legend of Zelda Echoes of Wisdom sorprende proprio nella misura in cui vi permette di distruggere i limiti che ben conoscevate, lasciandovi l’impressione di barare e che non possa esistere sfida con simili poteri da subito a propria disposizione.
The Legend of Zelda Echoes of Wisdom rompe la serie
Lo stesso discorso può essere fatto per l’abilità della Sincronia, un’Ultramano (è sempre di colore verde) se possibile ancora più strabiliante dato che consente di agganciarsi a creature volanti per spiccare il volo o di scagliare nei burroni nemici dei quali è meglio liberarsi il prima possibile.
Tutte le volte che mostri della risma di uno Stalfos o di un Lizalfos, che avrebbero messo in difficoltà persino Link, vengono scagliati nella lava, nelle sabbie mobili o in un precipizio in pochi secondi il vostro cervello con ogni probabilità andrà in tilt, non volendo riconoscere il cambio di paradigma.
Finirete vittima del medesimo crash psicologico quando vi accorgerete di potervi arrampicare praticamente ovunque, sia lungo le pendici del Monte Oldin, sia sui classici alberi che di solito delimitano la mappa nell’Altopiano di Hyrule, che peraltro presenta la medesima conformazione di A Link to the Past (se avete giocato ad A Link Between Worlds non tarderete a riconoscerla) pur ospitando decide di locations e popolazioni “nuove” di zecca.
L’abilità dei game designer di Nintendo sta proprio nell’aver concepito The Legend of Zelda Echoes of Wisdom come un titolo apparentemente “rotto” o comunque distruttibile a piacimento. La realtà, ovviamente, è tutt’altra: le regole cui risponde sono altre, i livelli di sicurezza che vi evitano di fare realmente qualsiasi cosa sono di diverso tipo, mai visti prima nella serie, tanto che questo episodio pare un sandbox tanto quanto Tears of the Kingdom.
Il mondo del Nulla
Fa storia a sé ciò che si trova invece al di là dei misteriosi squarci che si sono aperti nel Regno inghiottendo cose, case e persone (come pure l’intero castello di Hyrule). Come da pronostici, si tratta di un universo composto da isole fluttuanti, parti di Hyrule inghiottite e riproposte nella nuova dimensione in modo apparentemente caotico. Ciò che non potevamo immaginare, invece, è che questi frangenti introducessero sezioni platform.
Mentre Hyrule si esplora, nel mondo del Nulla si salta e ci si arrampica in continuazione. Ma non solo, perché mentre nel mondo del Nulla gli abitanti di Hyrule che vi restano intrappolati entrano in uno stato di quiescenza, i tirapiedi di Ganon sembrano ancora più potenti, tanto che questo oscuro universo parallelo presenta dungeon più lunghi e boss più ostici del normale.
Zelda spadaccina
In determinati frangenti si potrà tornare a impersonare Link, o quantomeno una sua fedele copia, brandendo una “misteriosa spada”. Questo naturalmente permetterà alla Principessa di superare determinati ostacoli e passare per le armi i nemici senza ricorrere agli stratagemmi di Tri come la replica e la sincronia inversa.
Per aumentare i secondi in cui potrà mantenere la forma da spadaccino, Zelda dovrà recuperare appositi cristalli nel mondo del Nulla, un po’ come già accadeva coi cristalli Zonau visti nel Sottosuolo di The Legend of Zelda – Tears of the Kingdom. Questa trovata rende i due mondi quanto mai interconnessi.
Stilisticamente delizioso, bello da vedere e da sentire grazie a una lunga serie di motivetti che affondano i propri pentagrammi nei vecchi capitoli della saga, The Legend of Zelda Echoes of Wisdom è senza dubbio uno dei capitoli più rivoluzionari di una serie che ha già saputo cambiare pelle più volte negli ultimi dieci anni (i primi esperimenti in tal senso proprio col già citato A Link Between Worlds che permise di affrontare i dungeon nell’ordine che si voleva).
Non tutto, per la verità, è perfetto. Il principale limite di dover impersonare un personaggio che, se non è in Modalità Spadaccina, non combatte (ma stranamente può sollevare e scagliare pesanti massi) e inscena per questo curiose meccaniche à la Goof Troop (qualcuno si ricorda ancora il vecchio puzzle di Capcom per SNES con Pippo e Max in cui il solo modo per eliminare gli avversari era scagliare loro addosso degli oggetti dello scenario?) riguarda il fatto che si passano due terzi dell’avventura scappando.
Perso l’interesse di passare per le armi i nemici nel modo più fantasioso possibile e venuta meno l’utilità di ucciderli per ottenerli tra i mostri evocabili, difficilmente andrete avanti quadro dopo quadro studiando nuove soluzioni per farli fuori.
Nei The Legend of Zelda tradizionali bastava picchiettare forsennatamente sul tasto azione per menare fendenti vincenti, queste nuove meccaniche invece rallentano troppo l’avanzata, specie in territori già visitati e bonificati. Ma, a parte questo neo, dobbiamo dire che The Legend of Zelda Echoes of Wisdom si è rivelato una piccola perla di gameplay. Da giocare a fondo.