Yar è il sistema audio progettato dal pianista Giancarlo Sopegno che, per 250 mila euro, porta in casa il miglior suono naturale al mondo.
Entrare in una stanza, udire della musica e pensare che ci sia un gruppo di musicisti a suonarla: questo è l’obiettivo che Giancarlo Sopegno e Adriano Marconetto si sono prefissi quando hanno fondato Yar, startup con cui hanno prodotto un sistema audio fatto da un amplificatore, due altoparlanti e stand da 250 mila euro.
Storia di Yar, una startup anomala
“Siamo una startup anomala però”, spiega Marconetto, veterano del settore, ex Vitaminic, anima business del progetto. Lui, che nell’avventura iniziata con 10 mila euro ha messo tutta la sua esperienza sul fare impresa, ci tiene a spiegare che Yar non vuole crescere e far arrivare il suo prodotto a tutti: “Le startup nascono piccole per crescere in frettissima e vendere il proprio bene o servizio a più clienti possibili. Noi non vogliamo diventare grandi, vogliamo portare sul mercato un’opera d’arte, tant’è che è non siamo alla ricerca di venture capitalist”.
100 pezzi per 100 persone, no more
“Compro dischi da quando avevo 5 anni”, racconta Marconetto. “A casa ne ho circa 7-8.000, fra cd, file musicali e vinili. Quando Giancarlo mi ha telefonato, annunciandomi di aver creato il miglior impianto audio da casa al mondo, ho voluto provarlo. Quel suono naturale mi ha subito conquistato e abbiamo iniziato”.
Tutte le scelte fatte sono nell’interesse della qualità del suono: abbiamo scelto i migliori materiali, senza badare a spese.
Giancarlo Sopegno è un pianista e di suono se ne intende. Ha trascorso gli ultimi quattro anni a sviluppare il prototipo insieme a due esperti delle onde sonore: Franco Savio, ingegnere e specialista degli amplificatori, e Giacomo Satta, esperto nel design dei diffusori. “L’orientamento seguito per realizzare l’impianto Yar è quello del “no compromise”, sottolinea Marconetto. “Tutte le scelte fatte sono nell’interesse della qualità del suono: abbiamo scelto i migliori materiali, senza badare a spese. Una volta ottenuto il prodotto che avevamo in testa, che è andato al di là delle nostre aspettative, l’abbiamo portato sul mercato in una limited edition da 100 pezzi”. Solo 100 persone al mondo potranno averlo e non lo troveranno nei negozi.
Niente Facebook ads: per vendere passaparola e eventi segreti
“Per vendere il nostro sistema utilizziamo il passaparola e una rete di eventi segreti di ascolto in location private, in cui siamo noi a scegliere il pubblico”. Quindi se avete una grande passione per la musica e 250 mila euro da investire, non cercate l’impianto Yar nei negozi, ma provate a farvi mettere in lista attraverso il sito dedicato al prodotto. “Ci si può registrare, spiegare la motivazione per cui si vorrebbe accedere a una delle prove di ascolto e saremo noi a ricontattare la persona”.
Per chi pensa che 250 mila euro per un impianto audio domestico sia tanto, si sbaglia. “Abbiamo voluto realizzare un prodotto in cui non offrire solo il miglior suono naturale al mondo, ma in cui rendere omaggio all’altissimo artigianato, che per sua natura costa molto di più del prodotto industriale”. Il cliente ideale dovrà avere un profilo ben preciso: “Si tratterà di appassionati di musica, che amano il suono e hanno la disponibilità economica necessaria”, spiega Marconetto.
“Il che non significa essere per forza sceicchi arabi: ci sono delle persone in tutto il mondo che hanno una grande passione e, che per soddisfarla, spendono cifre apparentemente da capogiro, che sia per un impianto audio o per una supercar o per un orologio”. Punti di vista, insomma.
A cosa serve davvero Yar nell’epoca di Spotify, streaming e mp3
Orecchie profane potrebbero pensare: ma a cosa serve un impianto da 250 mila euro se si ascoltano solo file audio mp3? La differenza sta nella percezione: “se l’esperienza d’ascolto in cui sono immerso non mi fa pensare alla presenza di un impianto stereo o se sento che intorno a me c’è solo la musica, allora si è raggiunto l’obiettivo”, spiega Marconetto. “Sembra quasi un paradosso, quello di creare un impianto sofisticato e costoso la cui ambizione è non esistere”.
Attraverso Yar si possono ascoltare vinili o cd, ma anche streaming musical dal web: “Noi usiamo Tidal, che propone file in qualità audio da cd. Sono convinto che con lo sviluppo delle infrastrutture di rete e la banda larga, anche dal web torneremo ad ascoltare musica con una definizione molto vicina a quella che immaginiamo esistere in uno studio di registrazione”.
L’obiettivo è ora portare Yar sul mercato. Forte dell’esperienza nel mondo delle startup, anche se anomala, anche per Yar il motto è solo uno: stay focused. “Abbiamo pianificato una serie di eventi fino alla fine del 2016. Poi ci affacceremo sui mercati più follower come Medio Oriente e Cina”. Stay tuned (letteralmente, eh).