Il round guidato da Primomiglio di Gianluca Dettori e Regency Corporate, società di advisory australiana
Quando una startup diventa sinonimo di un settore vuol dire che ha stravinto. È successo con Spotify con la musica, Netflix con i film e le serie, Uber con i trasporti…
L’ambizione di Evensi, startup di Modena con sede a San Francisco è essere identificata del tutto con gli eventi. La startup, fondata da Yuri Grassi e guidata dal Ceo, Paolo Privitera (da 20 anni in Silicon Valley), ha ottenuto un round di finanziamento da 2,5 milioni di dollari, con investitori americani, australiani e italiani, tra cui Primomiglio SGR di Gianluca Dettori.
«La nostra vision è quella di democratizzare la felicità, offrendo a ogni persona gli eventi che più si addicono ai loro gusti e alla loro personalità. Oggi Evensi propone 150 milioni di eventi all’anno e può contare su 50 milioni di utenti in tutto il mondo», spiega Paolo Privitera che racconta la storia di Evensi a Startupitalia.
Il sogno della più grande piattaforma di eventi al mondo
La storia di Evensi nasce da un incontro tra Paolo, dal 2002 in Silicon Valley, e Yuri Grassi, fondatore di Evensi. Paolo rappresenta per Yuri la persona giusta per far crescere il progetto: ha già fondato startup di successo come Pick1 (una piattaforma per favorire la profilazione degli utenti) e ha in rubrica ben 18mila contatti, tra cui molti investor in USA: «Il nostro è stato un amore professionale. Quando ho conosciuto Yuri ero impegnato nell’exit di Pick1. Il suo progetto mi ha entusiasmato. Ho deciso di salire a bordo e dedicarmi completamente allo sviluppo dell’idea».
Il primo finanziamento che ottengono è di 500mila dollari. Poi il round di 2.5 milioni di questi giorni: «All’inizio, è stato molto difficile. Andavamo dalle compagnie di ticketing e cercavamo di convincerle a darci fiducia. Poi abbiamo stretto le prime partnership con Eventbrite e Ticketmaster, che ci forniscono gli eventi in automatico tramite API».
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La value proposition: AI e marketing automatico
Paolo ci racconta che, dopo le partnership, arrivano le prime telefonate degli organizzatori di eventi che chiedono maggiore visibilità sulla piattaforma, dietro pagamento: «Abbiamo allora inserito un “PayPal button” e abbiamo guadagnato qualche centinaio di dollari. Era la nostra prova di mercato. Il business poteva funzionare e abbiamo lavorato per creare delle offerte».
La value proposition della startup è un sistema di intelligenza artificiale che combina i dati degli utenti con quelli degli eventi, consentendo agli organizzatori di profilare il proprio pubblico e agli utenti di scoprire solo gli eventi (dalla musica, alla vita notturna, all’enogastronomia, fino al business) che più si addicono ai loro gusti:
«Il vantaggio per gli utenti è di trovare eventi in tutto il mondo su un’unica piattaforma, senza dover navigare su decine di siti e pagine social per scovare quelli a cui potrebbero essere interessati. Gli organizzatori possono importare il loro evento da Facebook ed Eventbrite con un click e poi promuoverlo sui social (Fb, Messenger e Instagram). La piattaforma genera in automatico anche il prezzo, considerando la tipologia di eventi, il luogo, l’orario e i trend di mercato. Oggi sette milioni di organizzatori usano la piattaforma, 45mila paganti».
Il round servirà a potenziare la tecnologia, offrendo nuovi servizi: «Stiamo sviluppando nuove funzioni: consentiremo agli organizzatori di prevedere in modo approssimativo quanti biglietti venderanno e offriremo consigli sulla data, orario e luogo più adatto per organizzare l’evento».
Il round tra Italia e Australia
Il round di 2,5 milioni è guidato dall’italiana Primomiglio e da Regency Corporate, società di advisory australiana: «Quando ci hanno contatto dall’Australia perché interessati alla startup, pensavamo inizialmente a uno scherzo. Poi abbiamo scoperto che avevano già realizzato 20 IPO», ci svela Paolo.
L’investimento australiano offre anche la possibilità alla startup di espandersi nel sud est asiatico e nel subcontinente indiano, consentendo l’accesso a un bacino di 3 miliardi di persone.
Consigli di Paolo sul fund raising
Al termine dell’intervista Paolo offre qualche consiglio sul fund raising e sul networking che ha maturato nella sua esperienza ventennale in Silicon Valley:
Chiedi un meeting con investor per ricevere feedback. «Quando la startup è poco conosciuta, un modo giusto per approcciarsi agli investitori è di chiedere un incontro per avere feedback. L’investitore sa che non deve decidere se investire o meno e questo toglie stress all’appuntamento. Sarà più propenso ad ascoltarti e aiutarti».
Trucchi per rompere il ghiacchio. «Se durante la conversazione l’investitore ti svela dei dettagli personali sulla sua vita privata, prendine nota, e usali per ricontattarlo una seconda volta. Apprezzerà che tu lo abbia ascoltato così attentamente».
Fai intro ogni volta che puoi. «Aiutare qualcuno a sfruttare la tua rete di contatti con un’intro, ti aiuterà a tua volta ad aprirti delle strade. Fai intro solo quando sei sicuro che la persona che te lo chiede è affidabile».
Partecipa a eventi e prendi nota di ogni persona che incontri. «Anche al rischio di sembrare maleducato, ogni volta che stringo una mano segno il contatto della persona nella mia rubrica con dei dettagli che mi aiutano a riconoscerlo. Così lo stupirai quando a un altro evento ti ricorderai il suo nome».
Non porre limiti al tuo fund raising: «Gli italiani sono amati ovunque. Essere italiano è un passepartout per uscire dal Paese e cercare finanziamenti ovunque, in Europa, ma anche in Paesi come India e Singapore. Abituati a prendere molti treni ed aerei. Pensa al fund raising con una prospettiva globale».