Simili pagine web avevano un fascino duplice. Spesso erano luoghi di rete costruiti in economia e con qualche incertezza architetturale; tutti, in ogni caso, venivano poi abbandonati a loro stessi poche ore dopo che i risultati della competizione elettorale erano stati comunicati. Per molti anni, e forse un po’ anche ora, è esistito un piccolo cimitero di elefanti in HTML pieni di biografie, calendari della campagna, programmi politici, foto sorridenti e altre informazioni, di un signore o di una signora che, nel frattempo, era tornato alle sue quotidiane attività.
Oggi simili pagine apposite sono quasi scomparse. È scomparsa con loro una certa idea di “nuova frontiera” che simili progetti contenevano: le informazioni sui candidati alle prossime elezioni sono contenute, ben più schematicamente, dentro i siti web dei loro partiti, oggetti più professionali ma senz’anima e senza quel tocco personale che caratterizzava il sito web messo in piedi in fretta dall’amico nerd del figlio. Oppure più prevedibilmente viaggiano dentro improbabili pagine Wikipedia o su più frequentati profili Facebook.
È un po’ come se l’era dell’innocenza si fosse conclusa anche nel luogo principe del sogno e dell’inconsueto. A noi non resteranno che vecchie pagine Web abbandonate sulle quali navigare ricordando i vecchi tempi: nell’attesa che tutte, una ad una, inizino a subire gli insulti del tempo digitale, restituendoci un definitivo Error 404.