Debito pubblico potrebbe schizzare al 160%. Il governo vuole anche congelare le clausole di salvaguardia che farebbero aumentare l’IVA nel 2021
Sono conti destinati a impazzire, quelli pubblici italiani. Lo Stato ne è consapevole e non potrebbe essere altrimenti, dato che la pandemia richiederà cascate di denaro pubblico. E laddove nelle casse non ci siano soldi (e non ce ne sono), si andrà a debito. Lo scostamento aggiuntivo sul deficit 2020 che l’esecutivo di Giuseppe Conte chiederà di votare al Parlamento entro la fine di aprile sarà di almeno 55 miliardi. Tali risorse serviranno per finanziare il nuovo decreto legge, il dl aprile che il Governo si appresta a varare la settimana prossima. Lo hanno anticipato fonti di governo.
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Cosa troveremo nel prossimo DEF
Pare che la Relazione che il Parlamento voterà la prossima settimana preveda un aumento del rapporto deficit/Pil nel 2020 destinato a salire “di qualche decimale sopra al 10%”, anche per effetto della caduta del PIL che è stimata attorno all’8% nel DEF che è in attesa del varo. E proprio il Consiglio dei ministri, precedentemente atteso per le 12, per finalizzare il Documento di Economia e Finanza ancora non è stato convocato e potrebbe avere inizio nella tarda serata di oggi, magari lasciando la precedenza al Consiglio europeo per vedere quale sarà la portata degli aiuti in arrivo dall’Europa.
Si tratta di una delle manovre economiche più critiche mai effettuata da un esecutivo dal secondo dopoguerra a oggi. Infatti, sia l’esecutivo sia il Parlamento saranno chiamati a mettere la firma (e assumersi dunque la piena responsabilità politica), di conti in estremo rosso che presentano un deficit che veleggia tra l’8 e il 10%, ulteriormente provato dal tracollo del Prodotto interno lordo dato, dalle stime più ottimistiche, attorno all’8%, e un debito pubblico che esploderà fra il 155 e il 160% (nei giorni scorsi vi abbiamo dato conto delle stime delle agenzie di rating, per esempio Goldman Sachs lo calcola al 161%). Per questo, è anche iniziata a circolare con insistenza la voce che l’esecutivo disinnescherà anche le clausole di salvaguardia dell’Iva che sono destinate a scattare ormai senza se e senza ma, dal primo gennaio dell’anno prossimo, ma ciò comprimerebbe inevitabilmente i consumi. Sarebbe la prima misura emergenziale che va a riguardare anche il 2021 (quindi teoricamente non coperta dal placet di Bruxelles).
Sergio Mattarella, Mario Draghi e Christine Lagarde
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La BCE acquisterà i titoli spazzatura
In un simile scenario, i titoli di Stato italiano, che già al momento stazionavano a due gradini dalla spazzatura, sono inevitabilmente destinati a essere presto considerati a stregua di carta straccia. Per questo è stato fondamentale l’intervento deciso ieri sera dalla Banca Centrale Europea di Christine Lagarde che accetterà, come garanzia a fronte della liquidità fornita alle banche, titoli che a seguito di un downgrade non avessero più il rating d’investimento, fino ad oggi prerequisito essenziale. I titoli di Stato junk rientreranno quindi nel programma PEPP e, con ogni probabilità, del quantitative easing.