Con questo finanziamento, la startup che applica il turbo delle auto negli impianti frigoriferi per ridurre l’inquinamento, raggiunge quota 8 milioni di investimenti
Un motore turbo, come quello delle auto, inserito all’interno dei refrigeratori industriali che riduce l’impatto della catena del freddo sull’ambiente.
Questa è l’idea della startup umbro-napoletana, Turboalgor, che chiude un finanziamento con Intesa Sanpaolo di 2 milioni, raggiungendo quota 8 milioni, tra investimenti pubblici e privati:
«Il finanziamento con Intesa Sanpaolo ci porterà sulla strada dell’internazionalizzazione. Stiamo già avviando una nostra rete commerciale per portare la tecnologia sul mercato francese, spagnolo, tedesco e inglese», spiega Mauro Margherita, il Ceo di Turboalgor a StartupItalia.
Un brevetto per un “freddo più smart”
La storia della startup ci conduce all’interno del Gruppo Angelantoni Industrie, una holding di Massa Martana (Perugia) che produce tecnologie per il settore biomedico e per le energie rinnovabili.
Turboalgor nasce come progetto di open innovation, con 15 persone, tra ricercatori, manager e investitori, che credono nell’idea dal 2016. I risultati: non solo gli otto milioni raccolti (tra i quali i 2,4 milioni raccolti da Horizon 2020), ma soprattutto i primi clienti che hanno adottato la tecnologia, come Fiorucci, Stef Italia Srl e Di Battista Food, sembrano dare ragione alla perseveranza del team.
«Il turbo applicato agli impianti frigoriferi consente di recuperare parte di energia che viene persa nella valvola di laminazione, dove il liquido refrigerante passa da un’alta a una bassa pressione. I risultati registrano un incremento della potenza frigorifera fino al 56% e una riduzione dei consumi fino al 23%».
Una tecnologia che ha individuato un nervo scoperto nella catena del freddo, che è responsabile oggi del 17% dei consumi energetici del Pianeta.
D’altronde, Il mercato potenziale del freddo è un bacino di grandi consumi: dall’industria farmaceutica, a quella chimica, all’alimentare, per non pensare a tutto il settore della logistica del refrigerato e della grande distribuzione. Mauro ci dà qualche numero: solo in Europa parliamo di un mercato che cresce tra il 5 e il 9% all’anno, con 150/200mila nuove unità produttive.
Il genio di un ingegnere appassionato di motori
Turboalgor è anche la storia di un ingegnere meccanico appassionato di motori, Maurizio Ascani, che è la mente creativa dietro la formula innovativa dell’azienda.
Anche se ha messo il suo ingegno al servizio del mondo della refrigerazione, i motori restano il suo pensiero fisso. Maurizio nota che anche nel settore della refrigerazione, in alcuni passaggi una parte dell’energia viene buttata via: perché allora non applicare la tecnologia del turbo anche all’interno degli impianti frigoriferi?
«Succede sempre così negli sprechi di energia degli impianti: sono dati per scontati, finché qualcuno non presta attenzione al problema e prova a risolverlo. Nel caso di Turboalgor, la mia è stata un’intuizione, non il frutto di un processo logico. Ho fatto dei parallelismi tra i due settori, automotive e refrigerazione, e ho notato che c’era un problema comune, quello dello spreco di energia. Allora, con il mio team, abbiamo applicato il turbo ai refrigeratori e sperimentato la soluzione che funzionava. I tempi erano maturi: la crescita della sensibilità ambientale, soprattutto verso lo spreco di energia, è un tema molto caldo negli ultimi anni. In altre parole, l’idea si è sposata bene con i tempi».
2 milioni di Intesa Sanpaolo
Oltre a favorire l’internazionalizzazione del progetto, il finanziamento di Intesa Sanpaolo consentirà alla startup di raggiungere il pareggio tra costi e ricavi a fine 2022 e di mettere in vendita nuove linee di prodotto, la linea delle turbine con refrigeranti artificiali per basse e medie temperature (potenze comprese tra i 20 ed i 300 kW) e, per inizio 2021, anche quella per alte temperature, specifica per il condizionamento.
Mentre il team è a lavoro per introdurre la tecnologia anche all’interno dei frigoriferi domestici con nuovi prototipi in fase sperimentale:
«La svolta a cui stiamo lavorando è la possibilità di inserire direttamente il turbo nei banchi frigo e stiamo già costruendo i due primi impianti. Questo ci darà la possibilità di puntare con più forza su grossi partner industriali nel settore del food e della GDO», conclude Mauro Margherita.