Opener e Kitty Hawk sono soltanto due delle aziende attive in questo settore. Sarà questo il decennio delle flying car?
Forse l’umanità si abituerà anche alle auto volanti. Quello che bisogna ancora capire è se questi mezzi hi tech saranno o meno giocattoli che soltanto i ricchi alla Elon Musk potranno permettersi. Stando a questo approfondimento del New York Times, nei prossimi mesi Opener dovrebbe avviare la vendita dei suoi aeromobili – soltanto un posto a bordo – pensati per gli spostamenti nelle zone rurali. Non aree sperdute del pianeta, ma nel cuore della Silicon Valley. Entro la fine del decennio questa industria visionaria della mobilità è chiamata a raccogliere i frutti dei due lustri (almeno) di ricerca e sviluppo che hanno condotto ai primi test di successo. In Giappone, per esempio, la scorsa estate SkyDrive aveva fatto decollare il suo SD-03 con pilota, mantenendolo in volo per pochi minuti. Fattibile, certo. Ma la sfida successiva sarà quella dell’accessibilità alle flying car.
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Auto volanti: il panorama
Uno dei termini di paragoni utilizzati per rendere l’idea di quanto rivoluzionaria potrà essere questa nuova via della mobilità aerea è quello di Uber. Come la società fondata da Travis Kalanick ha avuto l’effetto di un terremoto sul modo in cui le persone e i tassisti erano abituati agli spostamenti in città, così le auto volanti sono papabili per diventare il nuovo soggetto che cambierà il volto (e l’aria) delle smart cities. E non tra vent’anni: nel 2024, così si legge sul New York Times, diverse aziende della Silicon Valley come Kitty Hawk contano di mettere in circolazione taxi aerei per ridurre il traffico automobilistico e non solo.
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Dietro a questa tecnologia disruptive non c’è soltanto un nuovo modello di mobilità, ma anche di città. La pandemia ha senz’altro accelerato il trend dello smart working e diversi centri urbani si sono svuotati di lavoratori e studenti. Questo ovviamente non significa che il pendolarismo del futuro vedrà treni vuoti e cieli pieni di auto volanti. Resta però il fatto che il primo confronto con questa innovazione stia per arrivare là dove molte cose tech hanno inizio, ovvero in Silicon Valley. In Europa, tuttavia, esistono scaleup che stanno lavorando su questi mezzi di trasporto. Come Lilium, azienda tedesca che l’anno scorso aveva raccolto 35 milioni di dollari.
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Auto volanti: velocità, autonomia e regole
Fin qui tutto molto bello ed entusiasmante. Ma i punti di domanda non riguardano soltanto il costo per i prossimi utenti di questa tecnologia. Quanto sarà sicura? E, soprattutto, basterà l’innovazione per farla circolare secondo le norme terrestri? Se sui costi andiamo sugli oltre 150mila dollari – ma il prezzo potrebbe lievitare – per il modello BlackFly di Opener, ancora non è dato sapere quando e come i legislatori attueranno un codice della strada, pardon, dei cieli per regolamentare il traffico. Gli esperti citati dal NYT parlano di anni, forse decenni prima di aver qualcosa di concreto e di approvato legalmente. Sulle prestazioni, finora, non c’è molto da dire: a quanto pare non saranno mezzi supersonici e non avranno un’autonomia molto differente da quella di un buon monopattino elettrico.