La partnership tra le tre realtà avvicinerà le ragazze al mondo startup aiutandole a sviluppare il proprio business in 4 settori. Candidature aperte per studentesse universitarie e neolaureate fino al 20 novembre
Un programma per incentivare l’imprenditorialità femminile con il sostegno ai giovani talenti, accompagnati in un percorso passo dopo passo per trasformare un’idea di business in startup. Così si presenta Empow[h]er, progetto che combina risorse, strumenti e know-how di Asus e PoliHub con la startup Tutored, con l’obiettivo di individuare studentesse interessate a mettersi alla prova per tentare di avviare un piano imprenditoriale.
Le certezze per le giovani che entreranno nel programma sono rappresentante proprio dalla sinergica collaborazione tra le parti in causa: la ricerca dell’innovazione nelle forme e nella sostanza dei dispositivi che ha caratterizzato la trentennale parabola di Asus e PoliHub, l’Innovation Park & Startup Accelerator del Politecnico di Milano, gestito dalla Fondazione dell’Ateneo, la cui missione è agevolare la crescita di nuove startup in grado di sviluppare prodotti e servizi ad alto contenuto tecnologico e generare nuove opportunità per ricercatori, imprenditori, aziende e investitori. Alle due realtà si aggiunge Tutored, che si pone come punto d’incontro digitale di studenti e neolaureati con le aziende, conta oggi su una community di oltre 500mila studenti iscritti alle Università italiane e permette alle aziende di digitalizzare le strategie per attirare millennials e generazione Z innovando i tradizionali sistemi di employer branding e recruiting.
Proprio Tutored è stata considerata da Asus il ponte ideale per supportare le studentesse in un progetto che StartupItalia — da sempre al fianco dell’empowerment femminile e fautrice del progetto Unstoppable Women, che raccoglie le storie e i profili di fondatrici, attiviste, manager e ricercatrici protagoniste nell’innovazione in Italia — accoglie con favore la call to action per Empow[h]er, percorso digitale gratuito per l’apprendimento delle metodologie e degli step fondamentali per creare da zero una startup, dedicato esclusivamente a studentesse universitarie e neolaureate di tutta Italia. Un’iniziativa mirata a colmare il gender gap che caratterizza il settore dell’innovazione e dell’imprenditoria: secondo il Rapporto Unioncamere 2020, in Italia solo 13 startup innovative su 100 sono a conduzione femminile.
Il programma sarà articolato in 9 incontri formativi cadenzati nell’arco di tre mesi, con le lezioni virtuali tenute da specialisti e professionisti di settore: imprenditori, business angels e manager in grado di trasferire le competenze necessarie per muovere i primi passi di un progetto imprenditoriale. L’iniziativa è aperta a studentesse e giovani laureate della community di Tutored, con qualsiasi background universitario, e anche chi ha meno conoscenze del settore può presentare la propria candidatura (c’è tempo fino al 20 novembre), partecipando da sola o in un gruppo di massimo 4 persone. A patto di focalizzare l’attenzione della propria idea nei settori Health Care, Smart Cities, Green Economy e Cybersecurity. Al termine del percorso, poi, le aspiranti imprenditrici saranno chiamate al Pitch Day, con la possibilità di illustrare il rispettivo progetto agli stakeholder, che potranno scegliere se finanziare l’idea e avviare la startup. Con Asus che fornirà consulenza, attraverso mentor selezionati di PoliHub, a realizzare il progetto sarà proprio Tutored. Per approfondire il programma abbiamo sentito Gabriele Giugliano, Ceo della startup romana.
Cosa cercate tra le studentesse interessate al progetto?
Ricerchiamo sia qualità caratteriali e morali, sia ovviamente competenze. Per creare una startup ci vuole entusiasmo, coraggio, intraprendenza, passione per quello che si fa. Soft skills come il problem solving ed il team working diventano fondamentali per riuscire a plasmare la propria idea e dare corpo ad un progetto. Dal punto di vista delle competenze, il nostro auspicio è quello di ottenere un mix di conoscenze e competenze. Reputiamo che la commistione generata dall’incontrarsi e confrontarsi di studenti provenienti da diversi percorsi universitari, sia una condizione fondamentale per accendere la scintilla del brain storming veramente efficace. Penso a studenti di ingegneria, economia, marketing o materie umanistiche che, lavorando fianco a fianco, riescono a creare valore aggiunto grazie alla reciproca influenza.
Come avete individuato i quattro settori di riferimento per le startup?
Due sono i motivi alla base della scelta. Il primo è legato al potenziale che sono in grado di esprimere: crediamo che il mondo, nel medio-lungo termine, andrà in quella direzione e reputiamo possano essere i settori che, anche a livello economico e di investimenti, possano essere maggiormente attrattivi. Il secondo motivo è legato invece alla responsabilità sociale. Già oggi dobbiamo iniziare a porre le basi affinché il nostro futuro possa essere migliore: questi sono quattro settori in grado di diventare le pietre angolari del nostro domani, finalmente responsabile e sostenibile. Il constatare che ci sia una certa convergenza tra l’aspetto economico e quello di social responsibility, non può che renderci fiduciosi.
Al termine del programma che si chiude con l’Investor Day, continuerete a seguire e sostenere le ragazze e i gruppi di lavoro che si creeranno grazie a Empow[h]er?
No. L’idea e lo scopo di questo progetto è quello di fornire alle ragazze gli strumenti per mettere in piedi la propria idea di business e, nel caso, avviare la propria startup. Una volta fatto questo, il nostro ruolo si esaurirà, anche perché Tutored non è un incubatore di startup, ma la sua mission è quella di mettere in contatto studenti e neo-laureati con professionisti del settore, per permettere ai primi l’ingresso nel mondo del lavoro. Siamo convinti che Empow[h]er sia uno strumento ideale per questo scopo.
Perché è ancora raro trovare giovani donne a capo di startup?
Reputo sia un problema annoso per quanto riguarda il nostro Paese. In Italia il settore delle startup è relativamente nuovo, dal grandissimo potenziale e in espansione, ma pur sempre di recente nascita. Come tutte le cose nuove, non può che essere lo specchio del mondo lavoro tradizionale e, pertanto, in parte viziato da certi retaggi. Ma fortunatamente, il passo più complesso e importante, ovvero quello di ammettere l’esistenza di un problema, è stato fatto. Siamo quindi in grado di poter intervenire oggi per correggere determinate storture e il programma Empow[h]er è una risposta importante in tale senso. Dai problemi, possono nascere grandi opportunità.
Al di là dei progetti specifici, ovviamente di cruciale importanza, serve un cambiamento di sistema per far avvicinare le ragazze al mondo startup, magari con uno step prima dell’arrivo all’università?
Sono dell’idea che fino al liceo il tipo di istruzione sia funzionale alla creazione di un background culturale di base, in grado di gettare unicamente delle buone fondamenta per ciò che invece è l’università a costruire e stimolare, ovvero lo spirito imprenditoriale. Bisogna rispettare il percorso di crescita umana e intellettuale degli studenti, ogni passo deve essere fatto all’età adatta per essere pienamente efficace e compreso, quindi in grado di generare valore nella persona e nello studente. Più che parlare di imprenditorialità, forse sarebbe più utile durante il percorso di studi pre-universitario, provare a veicolare dei macro-messaggi, come ad esempio l’inesistenza di professioni specifiche legate o vincolate al sesso.