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Tornano il 30 novembre le BreakfaStories con il nuovo talk “Ma che musica, Maestro!”
Reduci dal successo delle prime due edizioni, con il terzo ciclo di BreakfaStories, «le colazioni in diretta», OBE – Osservatorio Branded Entertainment e PHD Media Italia lanciano una nuova serie di incontri dedicati alla brand reputation e ai trend di mercato.
45 minuti di confronto con ospiti provenienti dai settori più disparati – docenti, producer, comunicatori, imprenditori – sullo sviluppo degli strumenti più efficaci per affermare oggi il proprio brand sul mercato.
Gli interventi, moderati dal giornalista Giampaolo Colletti, sono visibili sui canali social dell’Osservatorio, di PHD e di StartupItalia, media partner delle BreakfaStories. A fare gli onori di casa Simonetta Consiglio, Direttrice Generale di OBE: “L’Osservatorio Branded Entertainment è da sempre impegnato a intercettare, approfondire e analizzare i trend di mercato e i cambiamenti che si realizzano all’interno della industry e nei comportamenti dei consumatori. La terza edizione di BreakfaStories è una nuova occasione per portare valore ai nostri stakeholder, offrendo una prospettiva di analisi e un punto di vista privilegiato con i protagonisti del nostro mercato”.
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Obiettivo delle BreakfaStories è l’analisi dei fattori critici di successo per essere brand rilevanti, capaci di raggiungere audience e consumatori con aspettative sempre più elevate, individuando nuove piattaforme, formati, linguaggi e idee per creare valore per tutti gli stakeholder. Il 4 novembre, con “L’impronta verde dei brand”, talk incentrato sulla sostenibilità, ha preso il via il terzo ciclo dell’ormai collaudata e apprezzata serie di appuntamenti.
Rivedi l’evento:
Sostenibilità: valore imprescindibile per le aziende
La sostenibilità è diventata una condizione imprescindibile per le imprese: un modo per intercettare nuove fasce di consumatori, soprattutto la Generazione Z, che, nell’arco di pochi anni, rappresenterà la futura classe di acquirenti. D’altronde, già oggi 8 consumatori su 10 hanno modificato le proprie preferenze di acquisto in base a responsabilità sociale e ambientale. Eppure vetrine virtuali e slogan sui social non bastano ai brand per intercettare l’interesse di target sempre più sensibili alle tematiche della sostenibilità. Come testimoniare, dunque, la coerenza delle proprie scelte? Ne hanno parlato Andrea D’Aloia, Direttore Marketing di Miele Italia, Maria Carmela Ostillio, Direttore della Brand Academy di SDA Bocconi, e Valeria Margherita Mosca, forager e divulgatrice ambientale. “In tanti affermano di fare rebranding e renaming da anni. In realtà la cosa veramente interessante è che comunque stanno facendo sempre qualcosa di nuovo. – afferma Maria Carmela Ostillio – Il mercato è già pronto e le aziende hanno il compito di capire come rispondere. La cosa importante non è convincere qualcuno a fare qualcosa, ma dargli gli strumenti giusti per farlo, prendendo atto di come oggi la marca abbia un ruolo molto diverso rispetto al passato”.
“Le aziende devono continuare a migliorarsi. – spiega Andrea D’Aloia, Marketing Director di Miele Italia – È importante focalizzarsi sulle emissioni inquinanti ma, allo stesso tempo, è fondamentale calcolare l’impatto dell’impronta ecologica sulla vita dei consumatori. Oggi, per fare un esempio, l’Asia si sta evolvendo dal punto di vista phygital in modo molto più veloce rispetto ad altri Paesi e i brand devono sempre essere pronti e poter contare sui tool necessari per conoscere quello che pensa il consumatore. Mai come oggi la customer journey è assolutamente essenziale”.
“Generare una rivoluzione culturale al cambiamento è quello che serve”, chiosa Valeria Margherita Mosca.
Immerso in una nuova era, il concetto di «brand» racchiude in sé una serie infinita di realtà. Ce ne sono, però, alcune che, più di altre, hanno dovuto fare i conti con la crisi scaturita dalla pandemia. Una crisi che ancora oggi tocca da vicino numerose aziende, alcune delle quali appartengono al settore musicale e cinematografico, ambiti al centro del nuovo appuntamento con le BreakfaStories in programma il 30 novembre.
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“Ma che musica, Maestro!”, il nuovo appuntamento con le BreakfaStories
«Rinascere», «reinventarsi», «essere resilienti»: parole che abbiamo sentito pronunciare centinaia di volte negli ultimi mesi. Quasi una chimera, per alcuni settori, tra cui anche quello degli eventi musicali, tra i più colpiti dall’emergenza pandemica.
Nuove idee e nuovi format sono nati in un tempo sospeso in cui molte aziende hanno colto l’occasione per pubblicizzare il proprio brand. In molti hanno deciso di puntare proprio sulla produzione artistica per far conoscere i propri prodotti e lanciare messaggi, andando oltre la semplice narrazione aziendale.
In Italia, ad esempio, si è progressivamente affermato il podcast, format già noto ma non certo diffuso. “A seguito di bisogni drasticamente cambiati nel mondo post-pandemico, per PHD il tema dell’«attenzione», al centro di questa edizione di BreakfaStories, merita esso stesso grande attenzione, impattando non solo su una nuova dimensione del fare e ripensare la comunicazione, ma sulla trasformazione delle organizzazioni e dei loro processi.”, commenta Manuela Linari, Marketing & Communication Manager di PHD.
Tra gli ospiti attesi il prossimo 30 novembre ci sono Eleonora Coffaro, Brand Promotion Manager di Lavazza, e Giorgio Verdelli, autore, regista e produttore di programmi TV e film sui più grandi protagonisti della musica italiana.
“Lavazza lavora da tanti anni sulla creazione di contenuti, confrontandosi anche con l’Osservatorio Branded Entertainment. – spiega Eleonora Coffaro – Racconteremo di come la musica può collaborare strettamente con un brand attraverso alcuni dei progetti che abbiamo realizzato. Il settore musicale muove persone di tutte le età, soprattutto i più giovani, e Lavazza ha necessità di rimanere sempre in collegamento con questi ultimi. E non sempre ciò avviene attraverso il prodotto: accade sempre più spesso che la relazione si rafforzi attraverso contenuti editoriali dedicati e che questa modalità di racconto incontri le esigenze degli artisti che, a loro volta, nell’era post-emergenziale hanno avuto bisogno anche di nuovi canali per raccontarsi. Il talk sarà, dunque, un’occasione per presentare una serie di progetti realizzati da Lavazza che uniscono il mondo della musica a quelli del giornalismo, della comunicazione e del branding. Se dovessi dare un consiglio alle piccole imprese, direi che la carta vincente è quella di fare sistema con altre realtà in maniera trasversale”.
“Ho fondato una mia società più di 20 anni fa su suggerimento di Paolo Giaccio, un caro amico che lavorava in RAI. – racconta il regista Giorgio Verdelli, autore, tra gli altri, del docu-film campione di incassi su Pino Daniele – All’inizio eravamo due soci, poi abbiamo iniziato a produrre una serie di film in società con la Indigo. Poi è arrivata la pandemia e, purtroppo, il settore cinematografico è stato ed è tra quelli che più stanno accusando la crisi pandemica, a differenza, per esempio, del teatro, che sta resistendo meglio. L’intero mondo del cinema, d’altra parte, è stato rivoluzionato dalle piattaforme online e molte sale adesso sono costrette a chiudere, compreso lo storico cinema Adriano. Se dovessi dare un consiglio ai giovani che già lavorano in questo settore o che vorrebbero farlo, direi di fare rete: la creazione di un network solido tra piccoli imprenditori permette di avere più potere contrattuale con gli editori ed è, senza dubbio, una carta vincente su cui investire e costruire nuovi progetti”.