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ANote Music chiude il 2021 con il 550% in più di ricavi

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ANote Music chiude il 2021 con il 550% in più di ricavi

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ANote Music in questo anno ha segnato oltre 110.000 titoli nei cataloghi e più di 9.000 investitori in titoli musicali registrati

ANote Music in questo anno ha segnato oltre 110.000 titoli nei cataloghi e più di 9.000 investitori in titoli musicali registrati

Tecnologia
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Chiara Buratti
17 dic 2021

ANote Music, startup che permette di investire in royalties musicali dei propri artisti preferiti, ha chiuso il 2021 con ricavi aumentati fino a 5 volte quelli del 2020, segnando un +550%; oltre 110.000 titoli nei cataloghi e più di 9.000 investitori in titoli musicali registrati. “Le nostre aspettative sono state ampiamente superate, e non potremmo esserne più orgogliosi. Quello che vogliamo continuare a fare con ANote è portare innovazione nell’industria musicale, per renderla sempre più accessibile e partecipativa – spiega il founder di ANote, Marzio Schena – Affrontiamo l’anno a venire con ancora più energia, positività, e voglia di fare a di continuare a crescere e imparare”. L’obiettivo di questa realtà, fondata da tre giovani ragazzi under30, che già corona un grande successo, è quello di rivoluzionare l’industria musicale permettendo sia agli artisti di diversificare gli introiti che a fan e investitori di diventare “partner” dei loro musicisti preferiti. A oggi, il catalogo ANote comprende alcuni dei brani più amati in tutto il mondo, tra cui The Nights (Avicii), Dancing in the Moonlight (King Harvest), In my Feelings (Drake), La solitudine (Laura Pausini), e Lady Linda (The Beach Boys). Un grande successo che in parte viene dall’unicità di questo modello di business, che mira a costruire relazioni durature con i propri investitori e rafforzare l’industria musicale con la distribuzione di royalties al termine dell’asta per un intero catalogo musicale, ogni semestre o quadrimestre. A questo si aggiunge la tecnologia proprietaria, concessa in licenza ad attori esterni in White Label dai quali ANote ottiene fees per i diritti di sfruttamento. Questo modello ha permesso ad ANote di raggiungere, in poco più di un anno di attività, vendite di royalties musicali pari a 6.5 milioni di euro tra mercato primario, secondario e offline, effettuate su cataloghi comprendenti più di 100 artisti e costantemente in espansione grazie alle molte partnership chiuse con importanti attori internazionali nel panorama musicale e nelle investors communities. Ma come funziona esattamente ANote? Lo spiega il suo founder e CEO, Marzio Schena.

Marzio Schena, ANote

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ANote: come funziona

“ANote Music offre a detentori di diritti musicali la possibilità di mettere all’asta una parte dei loro futuri flussi di royalty ad un network di appassionati di musica e investitori. I proprietari dei diritti mantengono al 100% il controllo della gestione dei propri cataloghi, mentre gli investitori su ANote Music diventano partner passivi. Gli investitori e gli appassionati di musica che hanno acquistato azioni dei cataloghi musicali riceveranno i pagamenti delle royalties ogni 3 o 6 mesi. Ogni volta che si ascolta la musica – attraverso radio, lo streaming online, durante i concerti dal vivo o quando viene utilizzata in TV o nei film – si generano royalties che vengono raccolte e distribuite pro-quota agli investitori sulla nostra piattaforma con il passare del tempo”, spiega il CEO. 

Un modello di business unico

“Il nostro modello di business si basa su una commissione “listing fee” sul valore del catalogo al termine della fase di asta, e su commissioni di distribuzione quando le royalties vengono periodicamente distribuite agli investitori in piattaforma. Questo sistema ci permette di mantenere un profilo di commissioni estremamente flessibile e allineato sia per gli aventi diritto che per gli investitori, in quanto riceviamo commissioni solo in funzione del risultato – per il resto, la nostra piattaforma è commission free”, spiega il founder, che ha messo in piedi ANote insieme a Matteo Cernuschi (COO). “Stavamo seguendo il festival di Sanremo ed eravamo ansiosi di investire su uno degli artisti, perché fortemente convinti che  avrebbe vinto e avuto successo. Dopo alcune ricerche, abbiamo, però, scoperto che era praticamente impossibile per persone esterne all’industria musicale investire nella musica, a meno che non avessero a disposizione budget estremamente elevati. Dopo un paio di mesi di studio, abbiamo incontrato il nostro terzo co-fondatore Grégoire Mathonet, che ha portato al team la sua esperienza informatica e, insieme, abbiamo iniziato a creare il marketplace”. In ANote investono, principalmente, coloro che hanno un background più finanziario e sono alla ricerca di un settore alternativo in cui investire, cercando di diversificare il portafoglio con la musica (per somme che a partono 2000 euro); i fan della musica, che vengono sulla piattaforma perché vogliono prendere parte al successo dei loro artisti preferiti con piccole somme che vanno da 20 a 200 euro e gli appassionati di criptovalute e blockchain. “L’investimento medio sulla nostra piattaforma è di 1850 euro, con circa l’85% dei nostri attuali investitori che ha investito almeno una seconda volta – afferma Marzio Schena – Gli investitori italiani costituiscono una fetta importante del nostro network: quattro dei nove cataloghi che sono stati quotati durante il primo anno sul mercato provenivano dall’Italia e, quindi, il Paese si è rivelato essere un mercato chiave per la nostra azienda”. 

Come è strutturato il network di ANote

“Prima che un catalogo possa essere inserito nella nostra piattaforma, è necessario un minimo di 3 anni di storia finanziaria nel generare royalties e una soglia minima di €10.000 di royalties generate in media all’anno. Questi sono indicatori e numeri importanti su cui la nostra comunità di investitori può prendere decisioni calcolate. Noi crediamo fortemente che la tecnologia renderà più facile la tracciabilità, tant’è che la nostra piattaforma si basa sulla blockchain e ogni transazione effettuata su ANote viene registrata, permettendo a tutti di controllare lo stato della richiesta. Stiamo anche notando come la musica sia sempre più legata agli eventi digitali: questa evoluzione arriva in parte grazie alle nuove tecnologie e, per il nostro tipo di business, rappresenta un aspetto positivo perchè un tracciamento migliore e più ampio significa la generazione di più royalties. Inoltre, con la blockchain che costituisce la spina dorsale di ANote, siamo pronti ad adattarci ed evolvere rapidamente”, conclude il CEO.

 

Tags: #ANOTE #ANOTE-MUSIC #AUMENTO #FEE #INVESTITORI #MARZIO-SCHENA #MUSICA #RICAVI #TITOLI-MUSICALI
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