Stretta anche una partnership con la startup Treedom per ridurre l’impatto generato dalla produzione dei Non Fungible Token
«Per me è un salto quantico. Segna una nuova pagina professionale. Credo sia ancora molto difficile comprare NFT se non te ne intendi del mondo crypto. Può essere anche sia troppo presto. Ma ho deciso di partire ugualmente. All’inizio nessuno mi credeva quando ho cominciato con i video online. La storia si sta ripetendo con i Non Fungible Token». A pochi giorni dal lancio del suo nuovo progetto, Monty Lab, l’imprenditore digitale Marco Montemagno ha risposto alle domande di StartupItalia sulla nuova iniziativa legata al mondo delle criptovalute, della blockchain e di questo universo che decentralizza e si propone come alternativa alle Big Tech. «Il mio primo contatto con l’ecosistema è stato nel 2011: quando ho pubblicato il mio primo tweet su Bitcoin. Due anni fa mi è stato suggerito di lanciare un mio token. Per pensare, lavorare e sviluppare Monty Lab abbiamo lavorato gli ultimi sei mesi». Ma di cosa si tratta?
Monty Lab: 10mila è il numero
Monty Lab è un progetto di Utility NFT così organizzato: 10mila NFT “Crazy Fury” basati su un concept artistico di Giovanni Motta, che, oltre a essere pezzi unici da collezione, daranno la possibilità di accedere a eventi e servizi esclusivi per la community di Marco Montemagno. Sarà possibile acquistare gli NFT a partire dalle ore 22 di mercoledì 2 febbraio e, una volta acquistati, i proprietari avranno la possibilità di iscriversi anche al Monty Lab. Tutto avverrà su OpenSea, il più grande marketplace di NFT (fondato nel 2017) che si basa soprattutto sulla blockchain di Ethereum ed è stato valutato oltre 13 miliardi di dollari. Da quasi un anno a questa parte il concetto di NFT – tutt’altro che semplice da comprendere – è sempre stato confinato all’arte.
Esiste un’alternativa alle Big Tech?
«Credo ci sia davvero una rivoluzione tecnologica in corso – ci ha spiegato Montemagno – ed è necessario studiare. In questa nuova ottica diventa possibile lanciare un progetto dove, insieme alla community, crei un qualcosa di decentralizzato, con profitti che si possono condividere insieme a chi ti sostiene. Si passa dalla creator economy alla community economy». Il convitato di pietra – o l’elefante nella stanza, chiamatelo come vi pare – dell’intera intervista che abbiamo fatto all’imprenditore digitale è rappresentato dal ruolo delle Big Tech nel web 2.0, ovvero l’internet del 2022. Giganti e multinazionali che hanno reso possibili connessioni tra miliardi di persone, hanno permesso agli influencer di creare community da milioni di follower, hanno rivoluzionato il mondo dell’informazione. E ai quali sembra sempre più difficile trovare un’alternativa per la nostra vita onlife (usando il termine coniato dal filosofo Luciano Floridi).
NFT per le community
A pochi giorni dal lancio del progetto Monty Lab, si è rianimato il dibattito sugli NFT – qui trovate un video a riguardo – e anche noi ce ne siamo occupati su StartupItalia (qui, ad esempio, potete leggere l’intervista a Marco Tullio Giordano di 42 Law Firm). I Non Fungible Token, certificati digitali che potrebbero configurarsi come comuni QR Code, potrebbero diventare la chiave per accedere a servizi, ad abbonamenti, a beni fisici. Vendibili in qualsiasi momento sul mercato secondario, senza alcuna autorizzazione. «Finora abbiamo sempre potuto creare contenuti su una piattaforma come YouTube. Ma la community sarà sempre una loro proprietà. E questo è profondamente ingiusto. Ecco perché credo che sia in corso una rivoluzione che ci porterà a social più decentralizzati».
Come viene spiegato sul sito dell’iniziativa, gli NFT in questione daranno diritto a una serie di servizi e occasioni di incontro con l’imprenditore; e sono studiati apposta per chi decide di investire nel progetto a lungo termine. «Grazie a questi 10mila true fans porteremo avanti iniziative», ha aggiunto Montemagno, che legge in questa ondata crypto non soltanto la presenza di enormi rischi e truffe, ma anche di opportunità per il futuro di internet. «Finora abbiamo avuto l’internet gratuito, ma abbiamo ceduto i nostri dati e la nostra privacy. Le piattaforme tech sono ormai come latifondisti digitali nei confronti dei creator».
Lo scopo della collezione di Monty Lab, hanno specificato dal team di Montemagno, non è fare sold out, ma anzitutto esplorare un terreno vergine. Perché il mondo NFT in generale si diffonda è poi necessario che il grande pubblico inizi a masticare di crypto, blockchain, Bitcoin ed Ethereum. Non si tratta di processi rapidi e al momento sono coinvolti soltanto gli early adopter. «Ma l’emorragia è già in corso per le Big Tech. E riguarda gli sviluppatori – ha detto Montemagno -. Invece di andare da Google e Facebook molti di loro entrano nel settore crypto. Qui i colossi, da Binance a Coinbase, non sono startup, ma aziende che fanno utili e hanno parecchi soldi da investire». Rappresentano una nuova frontiera in ambito tecnologico e, ad oggi, costituiscono i gate d’accesso. Senza dimenticarsi di regolatori e politica, accortisi forse tardi del fenomeno. Anche da loro sarà necessario un impegno per istituzionalizzare l’ecosistema e strapparlo dai possibili pericoli.
La partnership con Treedom e l’NFT Day
Alcuni esperti come l’investitore Gary Vaynerchuk hanno una visione chiara su quanto gli NFT impatteranno su internet e la vita di tutti noi. Al momento restano tanti legittimi dubbi e alcune questioni da affrontare, come quella della sostenibilità legata al mondo crypto. Quante volte si sente dire che il mining di Bitcoin inquinerebbe quanto uno Stato sovrano? Non è questa la sede in cui parlarne, ma StartupItalia può intanto dare in anteprima la notizia di una collaborazione tra Montemagno e la startup italiana Treedom, con cui è stata stretta una partnership.
Per ridurre l’impatto generato dalla produzione di NFT saranno infatti piantati mille alberi collegati ad altrettanti NFT di utenti selezionati, che verranno premiati diventando proprietari di un albero della foresta Crazy Fury, secondo modalità di assegnazione che saranno annunciate nei prossimi giorni. Su Treedom.net ci sarà un’area dedicata al progetto, dove tutti gli alberi (personali e identificati da un codice) saranno cliccabili, tracciabili e sarà sempre visibile il quantitativo di CO2 assorbito. La foresta potrà crescere fino a 10mila alberi grazie all’acquisto di nuovi NFT da parte della community. Con un’altra startup invece, Young Platform, sarà organizzato”The NFT Day”: l’appuntamento è in programma il primo febbraio sui social di Montemagno.