Dal 2009, il Consorzio riunisce quattro cooperative sociali in Franciacorta e aiuta a creare posti di lavoro per persone con fragilità psichiche e fisiche. “Il progetto ispirato dagli insegnamenti di Basaglia”
La fondazione del Consorzio Cascina Clarabella risale al 2009, ma la sua storia ha inizio quasi vent’anni prima. È il 28 maggio 1990 quando alcuni operatori della psichiatria dell’ospedale Mellino Mellini di Chiari, in provincia di Brescia, istituiscono la prima cooperativa sociale. Chiamata Is.Pa.Ro., dal nome delle unità sanitarie interessate – Iseo, Palazzolo sull’Oglio e Rovato – il progetto è destinato a segnare un passo importante nel processo di cura delle persone con fragilità psichiche, aiutandone l’inserimento nel mondo del lavoro.
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“La decisione di scegliere la formula del consorzio ha permesso di godere dei vantaggi e delle economie di scala della grande dimensione”, spiega Carlo Fenaroli, presidente di Cascina Clarabella, a StartupItalia. “Ci ha consentito di aggregare e coinvolgere vari stakeholder, come imprese e pubbliche amministrazioni, e di mantenere viva e indipendente ogni cooperativa sociale che ne fa parte”.
Le cooperative di Cascina Clarabella e un modello che ha fatto scuola
In quasi 13 anni, dal 14 maggio 2009, data di nascita di Cascina Clarabella, a oggi, il Consorzio è diventato un punto di riferimento in Franciacorta. Raggruppa quattro cooperative sociali che si occupano di disabilità psichica e fisica in due ambiti: la cura e l’assistenza e l’inserimento lavorativo e sociale. In particolare, comprende la quasi omonima Clarabella, cooperativa sociale agricola, Diogene, realtà nata nel 1997, e Dispari, cooperativa di tipo B – attiva cioè nell’integrazione del mondo del lavoro delle persone svantaggiate – costituita nel 2016 dalla fusione di tre iniziative precedenti. All’interno del consorzio c’è anche il progetto I Perinelli, fondato con gli obiettivi di soluzioni abitative e promuovere percorsi di riabilitazione e inserimento.
“Le nostre cooperative operano in sinergia”, commenta Fenaroli. “Ci occupiamo delle persone fragili in ogni aspetto della loro vita: salute, lavoro, abitazione e socializzazione“. Motivo per cui il Consorzio ha dato vita a un piccolo borgo, crogiolo di storie di vita e professionalità differenti. Nelle sue iniziative, Cascina Clarabella riceve il supporto e la collaborazione del Dipartimento di salute mentale dell’Asst Franciacorta, dei Comuni e di altre associazioni.
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“Ognuno di noi dà il proprio contributo, ricevendo la soddisfazione di contribuire a portare avanti un’attività economica che serve anche a fare del bene”. Attività che, nel complesso, valgono per il Consorzio quasi 10 milioni di euro di fatturato annuo, offrendo un impiego a oltre 400 persone, 180 delle quali con difficoltà psichiche o fisiche. “Nel 2021”, afferma il presidente, “nonostante la crisi dovuta alla pandemia, abbiamo avviato 20 nuovi progetti di inserimento lavorativo nei nostri settori e abbiamo garantito contratti di lavoro a 130 persone fragili. In questi mesi abbiamo lavorato a strutturare un organigramma di persone con nuove competenze, provenienti da mondi e strutture affini, per dare un maggiore valore al ruolo del consorzio”.
Seppure i numeri raccontano di una realtà unica nel suo genere, Fenaroli non ha dubbio sulla possibilità che possano nascere, in Italia e nel mondo, progetti di portata simile. “Cascina Clarabella è senz’altro una formula replicabile. La nostra esperienza e il nostro modello di inclusione sono stati presi a esempio nel nostro Paese e all’estero. Abbiamo ispirato strutture per la cura e l’inserimento di persone fragili a Mosca, San Pietroburgo, Lisbona, in Svizzera fino in Fillandia”.
Gli insegnamenti di Franco Basaglia
Nelle tappe chiave per la storia di Cascina Clarabella e dei suoi fondatori c’è un mese ricorrente, quello di maggio, che ha visto la nascita della prima cooperativa e del Consorzio. C’è però una terza fondamentale data, il 13 maggio 1978. In questo giorno viene approvata in parlamento la legge n.180, cosiddetta legge Basaglia, dal nome dello psichiatra suo promotore. Viene riformato il sistema di assistenza psichiatrica e l’approccio al processo di cura da parte degli operatori. È imposta la chiusura dei manicomi, sono regolamentati i trattamenti sanitari obbligatori e si istituiscono i servizi di igiene mentale pubblici.
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Il cuore della Franciacorta
Fa parte del consorzio anche la quasi omonima cooperativa sociale agricola Clarabella, attiva dal 2002 a Ca’ de Pole, località tra Iseo e Cortefranca, considerata una zona depressa. “Prima c’erano solo cave di argilla dismesse e fabbricati abbandonati” racconta a StartupItalia Andrea Rossi, presidente della cooperativa. “Con la creazione dei vigneti e la riqualificazione degli stabili abbiamo ridato vita all’area e al territorio che la circonda”.
Offrire nuove possibilità a chi è in condizioni svantaggiate e rilanciare il territorio sono le basi sulle quali poggia la cooperativa. “In tutte le nostre attività promuoviamo il lavoro di persone con disagi psichici”, prosegue Rossi. “La nostra missione è prenderci cura delle persone prendendoci cura del territorio. Per questo motivo, siamo stati tra i primi ad abbracciare subito l’agricoltura e la viticoltura biologica in Franciacorta, già dal 2003″.
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Inclusione e sostenibilità, il futuro (è) di Cascina Clarabella
Proprio sotto l’aspetto turistico, i prossimi saranno anni importanti. Nel 2023, infatti, Bergamo e Brescia saranno capitali italiane della cultura: un’opportunità importante per il Consorzio e le sue quattro realtà di mostrare a un pubblico ancora più ampio le proprie attività. “Lo scorso anno la cooperativa Clarabella ha preso in gestione il frantoio comunale di Monte Isola, con il desiderio di collaborare con il Comune e valorizzarne un’eccellenza locale come l’olio. Dal 2020″, aggiunge Rossi, “siamo impegnati in un nuovo progetto. A Lodrino, in Val Trompia, grazie al recupero di un vecchio bacino e un fabbricato inutilizzato, abbiamo realizzato un centro di acquacoltura collegato al nostro laboratorio Agroittica“.
In più, un recente accordo fra il Consorzio, Coldiretti e le associazioni Anie Rinnovabili e Anepla prevede di riqualificare alcune cave dismesse – ce ne sono oltre 14 mila in tutta Italia – e trasformarle in parchi agrivoltaici. “Si tratta di sistemi che integrano impianti di produzione di energia solare e coltivazioni agricole”, chiarisce Fenaroli. “Lo scopo è duplice: favorire la transizione energetica e creare nuove aree di coltivazione. Restituire le cave abbandonate a un uso agricolo aprirà nuove opportunità di sviluppo per i luoghi interessati e avrà un’importante ricaduta sociale”. Difatti, prosegue il presidente del consorzio, “le nuove realtà attive nella zona promuoveranno il lavoro di persone con fragilità psichiche, seguendo il modello di Cascina Clarabella”.
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Tanto però si può ancora fare e Fenaroli guarda lontano. “Nei prossimi tre anni ci impegneremo a consolidare le attività e a rilanciare i servizi per le nostre associate. Ci apriremo all’esterno: vogliamo coinvolgere altre cooperative con visioni simili alla nostra, per sviluppare insieme nuovi progetti”. Sempre coniugando inclusione e risultati aziendali.