“Disponibile” soltanto negli USA. In lista d’attesa ci sono 1,5 milioni di persone
Truth Social è il nome del progetto dell’ex presidente USA, Donald Trump. Si tratta di un social network che, secondo il tycoon, dovrebbe servire a dare un’alternativa alle Big Tech come spazio online per il free speech. Ricordiamo che Trump è stato bandito permanentemente prima da Twitter e poi da tutte le altre piattaforme a seguito dei fatti di Capitol Hill, il 6 gennaio 2021 (qui ve ne abbiamo parlato). Come ricorda anche la BBC, la piattaforma non ha rispettato un’importante deadline: nei giorni scorsi, questi erano i piani, Truth Social avrebbe dovuto essere disponibile per tutti gli utenti negli Stati Uniti. Così non è stato. In lista d’attesa ci sarebbero almeno 1,5 milioni di utenti che non possono ancora utilizzarla.
«Viviamo in un mondo in cui i talebani hanno una presenza enorme su Twitter – ha detto Trump – ma il vostro presidente americano preferito è stato messo a tacere». L’ex inquilino della Casa Bianca sembra intenzionato a ricandidarsi per le presidenziali del 2024 e Truth Social potrebbe rappresentare un megafono. Donald Trump, fino agli ultimi giorni della sua presidenza, governava un profilo Twitter seguito da decine di milioni di persone nel mondo e dalla piattaforma era solito esternare i suoi pensieri con una modalità senz’altro poco istituzionale.
Truth Social assomiglia molto a Twitter, il social preferito da Donald Trump. Curioso che l’ex presidente non abbia ancora postato nulla sul suo profilo (se non il post che pubblichiamo qui sopra), considerato il suo attivismo online ai tempi del suo mandato. Il 21 febbraio scorso, il day one dell’app, Truth Social è stata la più scaricata sull’App Store Oltreoceano, ma in molti non sono comunque riusciti a utilizzarla.
Non sarà facile sostituire piattaforme come Facebook, TikTok, Instagram e Twitter: Truth Social non sarebbe nemmeno tra le 100 app più scaricate. Il Washington Post, forse il giornale più critico nei confronti di Trump, ha pubblicato un editoriale sprezzante, in cui elenca i mille problemi tecnici di Truth Social, oltre alla quantità di fake news che il giornalista ha riscontrato nel suo feed una volta iscrittosi.