La storia di un movimento-setta. Tutto parte dall’anonimo “Q”, fantomatica gola profonda che ha denunciato un complotto satanista
Quattro morti dopo i disordini a Capitol Hill, Washington. Il Congresso ha proclamato la vittoria di Joe Biden, il prossimo presidente degli Stati Uniti, a poche ore da manifestazioni violente e assalti armati nel tempio della democrazia a stelle e strisce. Personaggi caricaturali, quasi carnevaleschi, hanno però inferto una grossa ferita nella storia istituzionale e politica d’oltreoceano. Il vincitore del 3 novembre dovrà curare una nazione divisa come non mai, anche a causa di campagne social che in questi anni hanno avvelenato il dibattito pubblico con fake news e campagne di disinformazione a tappeto. In questo calderone QAnon ha un ruolo determinante. «Il web è ormai un luogo di bolle chiuse – ha spiegato a StartupItalia Marco Cacciotto, docente all’Università degli Studi di Torino di Marketing Politico e Comunicazione Elettorale – nel caso di QAnon si nota un senso di vera e propria appartenenza settaria a un movimento che si ritiene depositario della verità».
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QAnon: le origini e la gola profonda
Come tanti altri movimenti partiti dal basso – di qualsiasi colore politico – anche QAnon è nato sul web. Nel 2017 un utente anonimo (“Q”) ha dato il via a una linea politica estrema che, agli occhi di molti, potrebbe sembrare più una folle crociata contro mostri creati ad arte. «Tutto ha inizio da una ricostruzione degna di una serie televisiva: gli USA sarebbero in mano a un gruppo di satanisti e pedofili – ha detto Cacciotto – e la cosa preoccupante è che, stando a ricerche condotte dal Pew Research Center, meno di un terzo dei repubblicani ha condannato QAnon».
L’omicidio Kennedy
Oggi i bersagli di QAnon sono i democratici e l’élite progressista, composta anche da opinionisti e giornali che non hanno mai appoggiato il tycoon alla Casa Bianca. La BBC ha provato a riassumere così le folli rivendicazioni di QAnon: nel suo mandato Trump avrebbe condotto una guerra sotterranea contro una lobby di satanisti e pedofili che abitano la politica e gli organi main stream. «Nella narrazione – ha aggiunto l’esperto – si pensa che questo anonimo Q sia una figura interna, che opera a livello governativo. Questa gola profonda avrebbe denunciato il complotto, partendo addirittura dall’omicidio di Kennedy nel 1963: secondo questa visione del mondo, a uccidere il presidente USA fu proprio questa lobby satanista contro cui Trump ha battagliato nel suo mandato».
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Il ruolo dei social
Prove a sostegno di tutto ciò – ovviamente – non sono mai state portate, ma sui social la quantità di post e l’engagement raggiunto tra gli utenti si è tramutato in un’onda incontrollabile. Da distributori di contenuti, le piattaforme si sono scoperte inermi (o complici) di fronte al successo virale di post, meme, video e foto manipolati per sostenere visioni distorte del mondo. Lo scoppio della pandemia e l’emergenza sanitaria non hanno fatto altro che infuocare il dibattito online, rafforzando l’idea del complotto cinese per indebolire Washington. Ma alla luce di tutto ciò sarebbe davvero efficace un’ipotetica cacciata di Trump dai social? «Non credo, questi gruppi si spostano da un social all’altro», ha commentato Cacciotto.
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Il futuro di Trump (e degli USA)
A meno di due settimane dal 20 gennaio, giorno in cui Joe Biden giurerà sulla Bibbia di Lincoln e darà il via al suo mandato, resta un’incognita il futuro di Trump. «Martellerà sulla vittoria rubata – ha concluso Cacciotto – Bisogna capire anche cosa gli accadrà dal punto di vista giudiziario. Quel che è certo è che l’evoluzione di QAnon non finisce qua: è ormai una rete globale».