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Dagli Stati Uniti continuano ad arrivare conferme di quanto sono e saranno sempre più le startup a rivoluzionare il futuro della moneta. E sembrano averlo capito anche i grandi del settore: per essere competitivi e vincenti in questo mondo forse è meglio essere piccoli e flessibili. Accade così che Osama Bedier, già a capo dell’ambizioso progetto Google Wallet e prima ancora per lungo tempo tra le prime linee di PayPal decide di unirsi alla piccola (si fa per dire) WePay.

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WePay è una startup che permette a siti di e-commerce e di crowdfunding di accettare pagamenti con carte di credito. Una startup che ha appena ricevuto 30 milioni di dollari di finanziamento da investitori della Silicon Valley e che si promette di far guerra a grandi come appunto Google, PayPal ma anche piccole come Stripe (ne abbiamo parlato qui) e Balanced che offrono un servizio analogo.

Si tratta infatti di una piattaforma che in modo ultra-semplice permette a business medio-piccoli di gestire i loro siti di e-commerce e ricevere pagamenti online e su mobile grazie alle app WePay disponibili sia per Android che per iOs. Ciò grazie a un sistema di API che in modalità White Label consente a terze parti di integrare le loro piattaforme con il minimo sforzo e a un costo di 2,9% su ogni transazione.

Il pricing dunque è in linea con la strategia dei rivali a differenza dei quali però WePay adotta una politica diversa e più rigida in tema di frodi e sicurezza. La startup ha infatti acquistato il meccanismo Veda (social risk engine) che utilizza dati provenienti appunto dai social network Facebook, Twitter, Yelp incrociandoli con un algoritmo proprietario per analizzare i commercianti, verificare se sono accreditati e ottenere così una misura più accurata del rischio. Il sistema di riconoscimento e autorizzazione è comunque rapido e avviene in pochi minuti.  Ma un altro importante elemento differenziante di WePay è la volontà dei suoi fondatori di rivolgere l’offerta soprattutto ai piccoli commercianti. Una scelta coraggiosa e fin qui premiante. Perché WePay fin dai suoi esordi nel 2009 ha visto una crescita continua e costante (600% in più di fatturato lo scorso anno) processando centinaia di milioni di dollari all’anno e aggiungendo una media di mille piccoli commercianti attivi ogni mese. Anche in questo caso piccolo sembra essere sinonimo di vincente.