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“Se puoi immaginarlo, puoi anche farlo” è il claim di FourGreen, la startup innovativa ad alto contenuto tecnologico, che offre servizi relativi all’efficientamento energetico e alla sostenibilità ambientale. Una soluzione per rendere carbon neutral la distribuzione dei prodotti food&beverage nel canale Ho.re.ca, consentendo alle aziende distributrici di ridurre le emissioni fino alla carbon neutrality.

All’inizio l’idea c’era ed era forte, ma andava aperta, revisionata, perfezionata e finalmente accesa con l’energia circolante della conoscenza. Il futuro si è trasformato in una promessa di compimento quando i CoFounder, Umberto Napoli e Fabio Iandolo, hanno deciso di partecipare al programma di idea validation di Joule, la scuola di Eni per l’impresa. Un percorso di formazione e relazioni solide, all’interno della community di Joule, dove la circolazione delle idee, il supporto e la condivisione delle competenze, finalizzate ai progetti per la decarbonizzazione e la transizione ecologica, non si interrompono con la conclusione del programma di idea validation. Una connessione profonda e durevole si mantiene, per valorizzare il futuro di ciascuno.

Una squadra di circa 9.000 persone che si è rafforzata negli anni; imprenditori, startupper e professionisti che mantengono un legame con Joule, in sinergie e collaborazione. Una crescita che inizia con la validazione delle idee e prosegue entrando in Energizer, il primo acceleratore dedicato alla decarbonizzazione, alla lotta al cambiamento climatico e all’economia circolare con l’obiettivo di supportare la crescita di startup.

L’intervista a Umberto Napoli

Un viaggio da raccontare, altrimenti resterebbe solo un ricordo. Perciò abbiamo intervistato Umberto Napoli, Chief Operating Officer, per capire come FourGreen aiuta le imprese a “immaginare, per fare”, anche grazie alla spinta decisiva della community di Joule.

StartupItalia: Umberto, partiamo dalla forza della community di Joule. Come ha potenziato il vostro progetto?

Umberto Napoli: “Una volta entrati nella community di Joule le opportunità di crescita e di scambio, se lo si desidera, non finiscono mai. Colleghi, mentor ed esperti di Eni sono sempre disponibili. Joule non è un percorso con una data di scadenza definitiva, ma si cerca di stringere più collaborazioni possibili, di non perdersi di vista, di rimanere agganciati per una crescita permanente. La community di Joule conta circa 9.000 membri tra iscritti al programma Human Knowledge (Open e Lab) e startup facenti parte dell’ecosistema Energizer, il programma di accelerazione) – e tra gli obiettivi c’è sempre il confronto reciproco, mettendosi a disposizione. Quando siamo entrati nel programma di idea validation c’erano 25 persone suddivise in 5 gruppi. Tutte le startup erano a livello early stage, ma qualcuna era più avanti, avendo già ottenuto dei finanziamenti come Smart&Start. La community è stata una risorsa preziosa, condividendo suggerimenti molto utili. Sono anche nate delle collaborazioni finalizzate allo scambio di servizi”.

StartupItalia: quali collaborazioni sono nate dal programma di Joule?

Umberto Napoli: “Sono nate collaborazioni preziosissime con Ergo, la società Spin off della Scuola Superiore di Studi Universitari e di Perfezionamento Sant’Anna di Pisa. Collaboriamo anche con Certiquality e con Eni Plenitude, società benefit del mondo dell’energia. Inoltre, personalmente ho avuto la possibilità di svolgere attività di mentorship con altre startup dell’ecosistema Joule, aiutandole a redigere un contratto di rendimento energetico. Ho messo a disposizione delle startup le competenze che ho appreso durante il percorso formativo. Si riceve e si restituisce conoscenza, una sorta di economia circolare delle competenze”.

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StartupItalia: come siete arrivati al programma di idea validation di Joule, la scuola di Eni per l’impresa?

Umberto Napoli: “Abbiamo conosciuto Joule tramite il passaparola, un amico ci ha suggerito di partecipare. Siamo entrati con due aspettative: acquisire più conoscenze sui temi della sostenibilità e dell’economia circolare, e inserirci in un network qualificato di colleghi e mentor competenti, per rafforzare il nostro progetto”.

StartupItalia: in che fase eravate, quando siete entrati in Joule?

Umberto Napoli: “Eravamo agli inizi, avevamo un’idea che andava validata; il nostro progetto imprenditoriale, seppur dotato di un potenziale interessante, andava orientato meglio. Non avevamo abbastanza consapevolezza sulla misurazione delle emissioni ed eravamo carenti sotto alcuni aspetti tecnici. All’interno del programma la nostra idea è stata messa sotto stress, l’abbiamo smontata, revisionata e modificata”.

StartupItalia: come si è sviluppato il lavoro in aula?

Umberto Napoli: “Si è trattato di un accompagnamento, i mentor non hanno mai calato dall’alto indicazioni generiche; ci hanno affiancati mettendoci nelle condizioni di procedere in autonomia, per applicare le modifiche necessarie. Sono intervenuti sulla nostra vision, ci hanno spinti a pensare diversamente facendoci vedere come si stava muovendo il mondo, quali erano i trend sulla decarbonizzazione”.

StartupItalia: qual è stato l’approccio didattico?

Umberto Napoli: “Le lezioni teoriche sono strettamente connesse alle applicazioni pratiche. Ad esempio, se si parla di bilancio di sostenibilità, poi viene condiviso un esempio concreto, per analizzarlo in dettaglio e commentarlo. Grazie a questo approccio si impara concretamente a fare le cose. Per essere presenti e competitivi, serve la formazione di alto livello, se invece sei approssimativo o generalista, il mercato ti espelle. In Joule abbiamo trovato l’eccellenza, mentor esperti e preparati, del network Eni, senza i quali il nostro percorso di crescita non sarebbe stato possibile”.

StartupItalia: vi aspettavate un risultato come quello conseguito?

Umberto Napoli: “Siamo entrati pensando di poter attingere know-how dal network di Eni e di conoscere i colleghi brillanti di altre startup, ma non pensavamo che il programma di idea validation impattasse in modo così significativo sul nostro progetto. È stata una svolta, nel momento giusto della nostra crescita”.