Vittoria Paradisi racconta il suo percorso verso una didattica innovativa reso possibile grazie alla community di Insegnanti 2.0 e agli strumenti del web
Neoassunta, quasi completamente digiuna di didattica digitale, con tanto entusiasmo e desiderio di imparare: questa era due anni fa Vittoria Paradisi, prima di ottenere l’assegnazione in ruolo all’Istituto Comprensivo “G. Leopardi” di Saltara.
Oggi Vittoria è in possesso del titolo di formatore IET (Innovative Educational Trainers), docente in due classi digitali, collaboratrice del blog Insegnanti 2.0, iscritta all’elenco formatori regionali Marche e con ancora più entusiasmo e desiderio di imparare.
Vittoria ci racconta il suo progetto spinto dal “basso” per rivoluzionare la scuola a partire dalle classi digitali.
PARTIAMO DALL’INIZIO. Nel luglio 2012 mi presento nell’ufficio del Dirigente scolastico Paolo Olivieri che, nel darmi il benvenuto, mi parla di una sperimentazione interna che sarebbe stata avviata nel nuovo anno scolastico: a Saltara quindi sarebbe partita una classe digitale. “Caspita!- penso tra me e me – Magari mi assegnasse proprio alla classe destinata a questo progetto”. Manifesto il mio interesse al Dirigente ma me ne torno a casa convinta che una responsabilità del genere non sarebbe certo stata affidata “all’ultima arrivata”.E invece no, il Dirigente mi comunica che sarò docente di italiano, storia e geografia nonché coordinatrice del progetto. Evviva!
I MEZZI. “Ma ora – mi chiedo-da dove comincio? Forse dal capire che cos’è un tablet?!” Perché io, pur usando quotidianamente il computer ed il web…sapevo solo vagamente che cosa fossero iPad e tablet e non li avevo mai utilizzati né avevo mai sperimentato nulla riguardante la didattica digitale, se non qualche lezione con la LIM.
Mi ci butto subito e, smanettando, stressando mio marito (che per fortuna è un appassionato di tecnologia), cercando su internet, riesco ad acquisire buone capacità di utilizzo del mezzo. Non ho sbagliato termine, per me si tratta proprio di un “mezzo” perché il mio scopo, ben chiaro fin dall’inizio, non è quello di diventare un’esperta delle caratteristiche tecniche ma riuscire a capire come il digitale può essere positivamente utilizzato nella didattica.
GLI OBIETTIVI. Lo scopo è lo stesso che avevo prima, quello per cui metto impegno e passione nel mio lavoro: coinvolgere e motivare gli studenti affinché l’apprendimento sia un piacere e non un dovere fine a sé stesso. Noi docenti coinvolti nella sezione digitale frequentiamo un corso di 36 ore che mi fornisce alcune nozioni di base. I libri misti vengono scaricati, iniziamo a svolgere dei lavori sul tablet invece che sul quaderno, iniziamo a condividere il materiale su un cloud comune ma capisco che le mie esigenze sono un po’ diverse e allora inizio una vera e propria autoformazione: metto nero su bianco ciò che vorrei e i desideri manifestati dai miei alunni e mi metto alla ricerca di strumenti per soddifare queste richieste.
IL SUPPORTO DEGLI ALTRI INSEGNANTI 2.0. Mi accorgo che sul web c’è tutto e il contrario di tutto perciò inizio a sperimentare un po’ a random quello che mi sembra più utile e interessante. Si tratta però di un mare magnum e a volte mi sento scoraggiata perché non ho quasi nessuno con cui confrontarmi, soprattutto sulle mie discipline finché mi imbatto in quello che è diventato il mio punto di riferimento in tema di didattica digitale: gli Insegnanti 2.0. Lì, a mio avviso, c’è la vera svolta nella mia pratica didattica quotidiana: capisco di aver finalmente trovato un luogo di incontro, di confronto e di scambio serio, stimolante e -questo mi piace tanto- informale. La prima caratteristica che noto è che nessuno si atteggia a “grande esperto” facendoti magari sentire in imbarazzo se poni domande che potrebbero risultare “ingenue” o peggio.
Ho un dubbio, un problema, una domanda? Vado sulla pagina facebook e la posto oppure invio un messaggio al collega che ritengo possa aiutarmi. Le risposte che ricevo sono sempre cordiali, veloci, utili e, ripeto, molto informali. Allo stesso modo, se vedo post con richieste alle quali posso dare risposta lo faccio immediatamente.
Grazie allo spirito di condivisione e ai post dei colleghi digitali mi indirizzo verso app, siti e blog di grandissima utilità e i miei alunni (e i loro genitori) apprezzano molto.
Passo dalla fruizione della pagina Insegnanti 2.0 alla condivisione, iniziando a dare il mio contributo pubblicando i lavori fatti e gli strumenti che sto sperimentando in classe, in particolare Blendspace, sito per creare lezioni multimediali, che mi piace moltissimo.
Un giorno Giuseppe Corsaro, fondatore e amministratore di Insegnanti 2.0, mi manda un messaggio proponendomi di scrivere un post per il suo blog proprio su blendspace.
“Wow! – penso – E adesso chi glielo dice a questo che io non sono mica una grande esperta di didattica digitale? Che figura ci faccio? Ok, calma, non posso spacciarmi per un’esperta ma nemmeno farmi sfuggire un’occasione del genere!”. Decido di rispondere più o meno così: “Grazie mille per la fiducia. Io ho appena iniziato ad utilizzare blendspace, non sono una grande esperta ma se vuoi il pezzo lo faccio volentieri”. E intanto penso: “Se mi risponde: “Ok allora non importa” mi prendo a schiaffi da sola!”.
E invece no! Giuseppe conferma le mie impressioni sullo spirito del blog scrivendomi che non vuole una recensione cattedratica e spiegandomi che il gruppo nasce dalla passione e dal gusto per la didattica perciò mi inserisce tra i blogger. Fantastico!
L’ATTIVITA’ IN CLASSE. Inizio così a pubblicare e sperimentare con sempre maggior passione per realizzare recensioni utili e, spero, interessanti.
Io e i miei alunni digitali siamo così riusciti a sperimentare, spesso con successo, molti strumenti utilissimi: parlo al plurale perché anche i ragazzi diventano protagonisti delle lezioni, realizzando lavori che poi si scambiano e presentano ai compagni.
SETTE STRUMENTI RIVOLUZIONARI. Non ci limitiamo più ad utilizzare i testi scolastici in formato ebook ma costruiamo lezioni multimediali con Blendspace, mappe con Mindomo, cartelloni virtuali e multimediali con Glogster, video questionari con Educanon ed Edpuzzle, inoltre condividiamo materiali attraverso email o salvandoli su cloud, ci scambiamo messaggi, file, immagini su un social learning, giochiamo con Kahoot, risparmiamo un sacco di carta svolgendo le verifiche su Questbase piuttosto che su supporto cartaceo e, soprattutto, ci entusiasmiamo ogni volta che troviamo uno strumento nuovo da provare!
L’ENTUSIASMO DEI RAGAZZI. Spesso arrivo in classe annunciando: “Ragazzi oggi proviamo uno strumento nuovo che è una gran figata!”. La mia esperienza è un esempio di quello che sta accadendo. Si può davvero rivoluzionare la scuola dal basso, partendo dall’entusiasmo e dal coraggio di tanti insegnanti che, ognuno nel proprio piccolo, lavorano perché finalmente l’Italia torni ad essere un esempio di serietà e modernità, al passo con i tempi e soprattutto orgogliosa di sé stessa e del proprio sistema educativo.
Vittoria Paradisi